TERREMOTO: “STATO E REGIONE CACCIANO I TERREMOTATI DAGLI HOTEL PER RISPARMIARE, MA SULLE CASETTE SPENDONO PIÙ CHE PER CASE IN CEMENTO” - LIBERATI (M5S): “IL BUSINESS PROSEGUE, GLI SFOLLATI TORNANO AL FAI-DA-TE”
(Acs) Perugia, 16 dicembre 2017 - “Uno sgradito 'regalo' di Natale: con una glaciale lettera la Regione Umbria invita gli sfollati del terremoto 2016 a lasciare definitivamente gli alberghi entro il 31 dicembre 2017. Le motivazioni, contenute in circolari e solleciti della Protezione Civile nazionale, avrebbero natura esclusivamente economica: eppure lo Stato dal 2016 impiega decine e centinaia di milioni di euro al fine di costruire, lentamente, casette, le cosidette Sae, il cui costo complessivo al metro/quadrato (espropri, urbanizzazioni, fondazioni, allacci), supera pesantemente quello di edifici in cemento armato, come reiteratamente dimostrato da tecnici e libera stampa”: lo afferma il capogruppo del Movimento 5 stelle, Andrea Liberati.
“Sae peraltro affidate – prosegue - e nessuno sa ancora ufficialmente da parte di chi e perché, anche ad aziende legate a diverso settore commerciale e che, comunque, avrebbero a che fare con la politica prima ancora dell'edilizia, visti i finanziamenti elettorali elargiti a favore di alcuni rappresentanti istituzionali. Adesso questo stesso governicchio scopre che è bene ottimizzare la spesa, sulla pelle dei terremotati, ovvio: il mega business del post-emergenza non viene affatto toccato e, in simili condizioni, peggio verrà, se e quando mai inizierà la ricostruzione. Naturalmente – afferma Liberati - non è vero quanto scritto nella lettera della Regione Umbria, secondo cui si è prossimi alla conclusione e assegnazione delle casette, tanto che, ad oggi, in Umbria siamo a 391 (solo consegnate o assegnate e abitate?) su 784, o 758, o 776, o a piacere, perché qui i dati sono ballerini tra i Comuni di Norcia, Cascia, Preci”.
“La gestione delle famiglie sfollate – conclude Liberati - torna dunque al fai-da-te, in condizioni generali affatto facili, considerando che, pur avendo costoro diritto all'esiguo contributo di autosistemazione, cosiddetto CAS, se poi non trovassero lavoro, una volta pagato l'affitto non avrebbero nulla da spendere, a partire dal cibo, status di vita decisamente diverso da quello assegnato ai soliti noti, grazie a certi appalti”. RED/pg