Regione Umbria - Assemblea legislativa


QUESTION TIME (5) “PESANTI RITARDI SU FONDI EUROPEI PER INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA POVERTÀ” - A SQUARTA (FDI) RISPONDE ASSESSORE BARBERINI “PER PRIMA VOLTA FSE USATO IN MODO RILEVANTE PER IL SOCIALE”

(Acs) Perugia, 6 novembre 2017 – Nel corso della seduta odierna dell'Assemblea legislativa, sessione riservata al Question time, il consigliere regionale Marco Squarta (FdI) ha chiesto chiarimenti alla Giunta regionali sul Por-Fondo Sociale Europeo 2014-2020 destinato all'inclusione sociale e alla lotta alla povertà. Squarta, nel sottolineare “il rischio che i ritardi facciano perdere i finanziamenti europei”, ha chiesto dunque all'Esecutivo di Palazzo Donini di spiegare se “la Regione ha accumulato ritardi nella  sottoscrizione degli accordi con le Amministrazioni locali necessari all’avvio dei progetti”, ma anche di quantificare “a quanto ammonterà la perdita di risorse in caso di mancata rendicontazione entro i termini previsti”. 

Squarta ha spiegato che “i fondi provenienti dal Por Umbria Fondo Sociale Europeo 2014-2020, Asse 2 'Inclusione sociale e lotta alla povertà', sono pari a 55 milioni e mezzo di euro e sono destinati ai disabili, alla tutela dei minori, compresi servizi di assistenza domiciliari, ma anche alla mediazione familiare. Una parte di tali risorse sarebbe pianificata dalla Regione mentre circa 22 milioni verrebbero  trasferiti ai Comuni, che dovrebbero poi provvedere alla progettazione e alla rendicontazione alla Regione delle risorse ricevute. Alcuni Comuni rischierebbero di perdere una fetta consistente di tali finanziamenti per presunti inspiegabili ritardi accumulati dalla Regione nella sottoscrizione, con le Amministrazioni locali degli accordi necessari all’avvio dei progetti un atto  che sarebbe avvenuto soltanto a settembre 2017 e che prevedrebbe come termine ultimo per la rendicontazione delle risorse non ancora trasferite, quello di aprile 2018. Difficile capire perché la Regione abbia atteso fino a settembre 2017 per procedere alla stipula degli accordi con i Comuni, posto che il mancato rispetto dei tempi di rendicontazione determinerà la perdita di una parte consistente di risorse. Anche se sembrerebbe che la causa principale di questi ed altri ritardi relativi alla programmazione 2014-2020 sia la mancanza di risorse regionali necessarie a garantire la quota di cofinanziamento indispensabile per accedere ai Fondi comunitari”. 

Nella risposta, l'assessore Luca Barberini ha spiegato che “per la prima volta i fondi per il sociale dell'Fse vengono indirizzati in maniera così decisa e rilevante nell'area di intervento del sociale, per l'inclusione sociale e per la lotta alla povertà, con oltre 55 milioni e mezzo di euro. L'obiettivo è di rivolgerci alle famiglie multiproblematiche, in particolare quelle con presenza di minori, con persone affette da disabilità, persone bisognose di cura e di assistenza; per rispondere a situazioni di bisogno determinate da condizioni di povertà o esclusione sociale. Tutto questo con erogazione di servizi di carattere socio-assistenziali, funzionali al rafforzamento per favorire un’inclusione sociale. Tutte queste sono materie che sono gestite dai comuni per legge. Il piano della Regione attribuisce interventi in 2 filoni: azioni a cabina di regia regionale e altri con interventi su scala territoriale, che pesano per circa 22 milioni di euro. E lo strumento giuridico ideato per questo è l'accordo di collocazione ai sensi della legge 241. Si tratta di un modulo dove abbiamo riscritto l’architettura, la struttura organizzativa degli interventi nel sociale. La Regione, però, ha 92 comuni e molti non hanno la struttura tecnica per rispondere in maniera adeguata. Abbiamo pensato di riorganizzare le zone sociali così da costringere i comuni a lavorare insieme per trovare le migliori soluzioni possibili, grazie ad una programmazione zonale. Questo ha determinato di dover passare in tutti i consigli comunali. Un lavoro complesso che darà frutti in futuro. Altrimenti avremmo lasciato per strada troppi comuni che non sarebbero stati in grado di usufruire di queste risorse. Propedeutica a tutto ciò è la stipula di una convenzione di zona. Abbiamo iniziato a sottoscrivere queste convenzioni tra Regione e zone sociali a partire da giugno 2017. Le zone sociale sono 12 e 11 convenzioni sono state sottoscritte. Queste convenzioni contengono otto azioni di intervento: mediazione familiare, assistenza domiciliare ai minori, tutela minori, assistenza domiciliare, minori, disabili, Sal adulti e Sal giovani. Il potenziamento delle autonomie possibili, e la non autosufficienza, vengono attuate attraverso linee guida regionali, che sono state approvate con delibere di Giunta del 28 settembre e del 30 ottobre 2017. Un lavoro faticoso, di coprogettazione, che ha messo sullo stesso tavolo soggetti che mai avevano lavorato su questo percorso. La riunione che abbiamo fatto era semplicemente per fare il punto con tutti i capofila delle zone sociali e per far capire quanta strada avevamo fatto e il lavoro che ci resta da fare. Il termine del 30 aprile è assolutamente cautelativo: l'obiettivo è rendicontare il 30 per cento dei fondi all’interno dell’asse. Riteniamo che sia un obiettivo raggiungibile. Comunque se non fosse conseguito la decurtazione sarebbe del 6 per cento della dotazione dell’asse”. 

Nella replica Squarta ha detto che “la realtà è ben diversa. Basta parlare con i Comuni, anche a guida Pd, per farvi raccontare dei ritardi enormi con cui avete avviato le procedure. Le avete attivate a settembre 2017, un mese e mezzo fa, quando i fondi partono nella programmazione 2014-2020. I Comuni stanno avendo tante difficoltà amministrative: addirittura alcuni progetti sono stati accantonati per mancanza di risorse. Il caos è totale, c’è stato un sonno perenne da parte della Regione. Vorrei capire la quota restante dei 22 milioni come li avete utilizzati, come li state spendendo. Stiamo parlando di fondi destinati a persone in difficoltà: è inaccettabile che la Regione abbia dormito così pesantemente”. DMB/


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