ECONOMIA: “PERCHÉ LE AZIENDE FUGGONO DALL’UMBRIA? IN AULA SI PARLI DI QUESTO E DI COSA FARE CONTRO L'IMPOVERIMENTO DEL TESSUTO SOCIALE” - NOTA DI MANCINI E FIORINI (LEGA)
(Acs) Perugia, 11 ottobre 2017 - “Le criticità della Colussi, così come quella della Ex Pozzi, della Novelli e della Perugina, della Merloni, solo per citare le più recenti, seppur così diverse tra loro per storia e missione industriale, hanno tutte un unico comune denominatore e cioè l’incapacità della classe politica di Pd e centrosinistra che governa la Regione Umbria e il Governo centrale, nel gestire politiche economiche adeguate al mantenimento degli standard produttivi e occupazionali delle aziende territoriali”. Lo dicono i consiglieri regionali della Lega Nord Umbria, Emanuele Fiorini e Valerio Mancini.
“Mentre alcuni rappresentanti del Governo sono presi dallo sciopero della fame per lo Ius Soli e la Regione è distratta da beghe interne e nomine di partito in ruoli apicali – dicono Mancini e Fiorini – le aziende operanti in Umbria, che un tempo rappresentavano il fiore all’occhiello del centro Italia, ora stanno tutte attraversando un periodo di forte criticità, caratterizzato da pesanti riduzioni dei livelli produttivi e occupazionali che rischiano di incidere fortemente sul tessuto socio-economico della regione. Dove sono le politiche di rilancio tanto sbandierate da Renzi prima e da Gentiloni poi? Dove sono gli impegni della Marini e della Giunta volti a sostenere le realtà economiche della regione? Quello che notiamo è solo l'incapacità della politica nel mettere in campo soluzioni vantaggiose per quelle realtà economiche che vogliono investire sul territorio. L'Umbria è fortemente penalizzata dalla carenza di infrastrutture di collegamento interno e verso le regioni limitrofe. Manca una strategia energetica convincente e una classe politica autorevole, manca la capacità di interloquire con gli operatori economici. Stiamo andando incontro ad una totale desertificazione del patrimonio industriale territoriale e un costante impoverimento del tessuto sociale. E’ ora che chi governa si assuma le proprie responsabilità, chiediamo subito di portare la discussione al centro del prossimo consiglio regionale”. RED/pg