CASE POPOLARI: “SIANO ASSEGNATE A CHI RISIEDE IN UMBRIA DA ALMENO 10 ANNI” - IN TERZA COMMISSIONE LA PROPOSTA DI LEGGE DELLA LEGA NORD
(Acs) Perugia, 9 novembre 2016 – La Terza commissione consiliare, presieduta da Attilio Solinas, ha discusso oggi, alla presenza dell'assessore regionale Giuseppe Chianella, la proposta di legge dei consiglieri della Lega Nord, Emanuele Fiorini e Valerio Mancini, con cui si intende modificare la legge regionale “23/2003”, riguardante l'assegnazione delle case popolari: “introduciamo dei parametri come la residenza anagrafica o una stabile attività lavorativa sul territorio regionale da almeno 10 anni”, ha spiegato Fiorini, allo scopo di “tutelare o quantomeno di non penalizzare i cittadini italiani che spesso, scorrendo le graduatorie, risultano avere meno diritti degli stranieri nell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale popolare”.
La proposta di legge della Lega Nord non si esaurisce qui: con le modifiche da apportare alla legge si intende giungere alla “tutela di quei coniugi che, in seguito ad una separazione, non dispongono più della loro casa perché assegnata dal giudice all'altro coniuge e vengono così a trovarsi in forte difficoltà economica e abitativa. Per questo – ha detto Fiorini - chiediamo che venga data loro possibilità di accedere al bando per l'assegnazione dell'alloggio popolare sulla base della documentata indisponibilità della proprietà”. Inoltre, “anche i cittadini stranieri dovranno sottostare alla limitazione di non possedere immobili al di fuori del territorio italiano”.
Diversi consiglieri regionali hanno condiviso con il proponente la necessità di rivedere i criteri di assegnazione delle case popolari, ma non c'è condivisione sul periodo di 10 anni anche perché, come ha evidenziato l'assessore Chianella, un simile provvedimento legislativo adottato in precedenza dalla Regione, che prevedeva una residenza sul territorio di almeno 5 anni, è stato impugnato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Successivamente però, le Regioni Lombardia e Toscana hanno legiferato in maniera identica, ossia con il parametro dei 5 anni di residenza, e non hanno subito alcuna osservazione.
“Nonostante alcuni Comuni abbiano già introdotto punteggi aggiuntivi per chi risiede da almeno 10 anni – ha spiegato Fiorini – non c'è alcuna normativa regionale a supporto quindi i Comuni rischiano impugnative e chi viene escluso può fare ricorso e vincere. Per questo serve una modifica di legge”.
L'assessore Chianella ha espresso contrarietà a modifiche di legge con rischio di incostituzionalità, pur riconoscendo qualche problematica che la normativa attuale ha evidenziato: per esempio il fatto che “gli assegnatari di case popolari denotano ampia mobilità residenziale e si muovono spesso, ma fermare le case popolari per lunghi periodi di tempo – ha detto – aprirebbe la strada al rischio di impugnative. Sono inoltre necessari approfondimenti tecnici in merito al possesso di immobili al di fuori del territorio nazionale: difficile, ad esempio, fare verifiche sui possedimenti di cittadini del Maghreb”.
La consigliera Carbonari (M5s) propone direttamente di considerare il periodo di 5 anni di residenza o attività lavorativa stabile, e suggerisce un'audizione con Ater e associazioni.
Per Marco Vinicio Guasticchi (Pd) la proposta della Lega “pone un problema serio che non possiamo ignorare, perché è necessario dare una risposta ai cittadini che non si sentono tutelati dalle leggi attuali, a cominciare dalla disastrosa e inapplicata Bossi-Fini, e pretendono maggiore equità e trasparenza nelle assegnazioni degli alloggi popolari. Proprio per i motivi di cui parla Fiorini, è necessario un maggiore controllo sia sulle assegnazioni che sulla gestione postuma. Se la proposta non supererà i vincoli di legittimità io la voterò”.
Per Claudio Ricci (Rp), “il problema è nella quantità di alloggi disponibili. I Comuni possono agire con i punteggi aggiuntivi per spingere la residenzialità verso gli italiani ma nelle graduatorie i risultati non si vedono perché le norme hanno parametri economico-familiari e la tipologia dell'extracomunitario sul piano del nucleo familiare e finanziario non le rendono incisive nella direzione che si vorrebbe, quindi sarebbe utile approfondire l'argomento e riuscire normare la materia”.
Silvano Rometti (SeR) ha ricordato che “già nella scorsa legislatura mancarono le risorse per aumentare l'offerta di alloggi popolari e il Governo continua a investire poco. Ci sono delle storture, regole che finiscono per facilitare alcuni e consentire di cambiare e andare da altre parti nonostante si sia ottenuta una casa qui. Perciò dobbiamo riuscire a evitare impugnative ma anche a entrare in questo tema sensibile”.
Anche Marco Squarta (FDI) sostiene la proposta della Lega e ricorda che “le graduatorie per l'assegnazione hanno una altissima percentuale di non italiani e visto che altre Regioni hanno legiferato senza incorrere in provvedimenti facciamolo anche noi sul limite dei 5 anni di residenza o attività lavorativa”.
Al termine della riunione, l'assessore Chianella ha detto che la Giunta regionale effettuerà i richiesti approfondimenti tecnici sulla proposta di legge della Lega Nord. PG/