POLITICHE DI GENERE: “UNA LEGGE QUADRO CHE INTERVIENE SU DIVERSE AREE DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE E NORMA IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE” - PRESIDENTE MARINI IN 3a COMMISSIONE
La Commissione Sanità e Servizi sociali, presieduta da Attilio Solinas, ha ascoltato stamani l'illustrazione della presidente Catiuscia Marini del disegno di legge della Giunta “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra uomini e donne”. La Giunta presenterà gli ultimi emendamenti entro pochi giorni e, successivamente, la commissione voterà l'atto per destinarlo alla discussione in Aula.
(Acs) Perugia, 5 ottobre 2016 - “Quella sulle politiche di genere è una legge orizzontale alle politiche regionali sul tema della parità, tema che viene posto anche dall'Unione europea. Una legge quadro che va ad intersecarsi con le leggi di settore e le politiche di servizio che la Regione mette in campo in diversi ambiti, dalla salute al lavoro. In più questo disegno di legge contiene delle parti riguardanti il contrasto alla violenza sulle donne, come la Rete dei servizi antiviolenza, di cui fanno parte i Comuni, le aziende ospedaliere, le Ausl, il Cpo (Centro pari opportunità) e i Centri antiviolenza”: la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha illustrato personalmente ai membri della commissione Sanità e Servizi sociali, presieduta da Attilio Solinas, le linee fondamentali del disegno di legge “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra uomini e donne”, annunciando la consegna, entro pochi giorni, degli ultimi emendamenti alla commissione.
“Ricordo – ha premesso la presidente Marini - che siamo davanti a un obbligo che viene anche dalla Ue, ricompreso negli strumenti del Fondo sociale europeo, quello di garantire la parità fra uomini e donne, come è obiettivo dell'Europa ridurre il gap fra i sessi e tenere conto della specificità di genere. Questa legge quadro va a dettagliare servizi già esistenti e definisce ruoli e attribuzioni nella presa in carico. La gestione diretta dei servizi è in capo ai Comuni o ai servizi sanitari o sociali, ma manterremo comunque le cose che già funzionano, come il telefono donna. Il Cpo, a cui si rivolgono le donne che necessitano di un intervento di aiuto e protezione, non ha però competenze nel servizio sanitario: è su questo punto che la Giunta preparerà un emendamento perché il testo originario non è sufficientemente chiaro. Un emendamento sulla presa in carico fra servizi sociosanitari, reti dei servizi e telefono donna, per chiarire bene chi fa cosa e come tutte le parti sono tenute insieme. Dobbiamo far funzionare una Rete, senza una idea di gerarchie, che deve essere orizzontale”.
Su sollecitazione della consigliera Carla Casciari (Pd), la presidente Marini ha poi spiegato anche un altro punto cruciale della legge, quello relativo all'istituzione di un Fondo regionale per la conciliazione, allo scopo di finanziare interventi a sostegno della maternità per le donne lavoratrici e il ricorso ai congedi parentali da parte dei padri, da promuovere in sedi di accordi contrattuali: “la Regione non entra nella contrattualizzazione – ha spiegato Marini - ma la conciliazione deve essere uno dei perni delle pari opportunità. Inoltre, con questo fondo potremo erogare contributi per asili nido interaziendali o territoriali. La Regione promuove certi temi per fare in modo che siano affrontati dalle aziende, per lo meno quelle che hanno più dipendenti. Le famiglie sono oggi meno interessate al tennis o al calcetto, mentre se una lavoratrice potesse, grazie al sostegno della Regione, per un anno uscire tutti i giorni alle 14 invece che alle 17, probabilmente otterrebbe più ampi benefici. E' un progetto promozionale di conciliazione strutturata da far entrare nelle aziende”.
SCHEDA DELL'ATTO
“La Regione riconosce il valore della differenza e della libertà femminile e si propone di promuovere nuove forme di convivenza, più giuste e rispettose delle differenze, basate sul principio dell'interdipendenza che lega tra di loro gli esseri umani e questi agli altri esseri viventi, alle risorse naturali, produttive e culturali, in un'ottica di condivisione delle responsabilità tra i sessi e le generazioni e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità. Il principio della trasversalità delle politiche di genere viene adottato in tutte le politiche regionali con particolare riferimento ai settori dell'istruzione, del lavoro, della formazione, delle attività economiche, del welfare e della sanità. La Regione promuove quindi azioni volte ad affermare la libertà e l'autodeterminazione delle donne, promuove l'occupazione femminile e sostiene il lavoro qualificato delle donne nella pubblica amministrazione, nelle imprese private e nel lavoro autonomo.
Viene istituito l'ARCHIVIO DELLE COMPETENZE DELLE DONNE che lavorano o risiedono in Umbria, nel quale sono inseriti i curricula delle donne con comprovate esperienze di carattere scientifico, culturale, artistico, professionale, economico e politico.
E' istituito, presso il Centro per le pari opportunità, l'ALBO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI E DEI MOVIMENTI FEMMINILI E FEMMINISTI, a cui possono iscriversi associazioni, movimenti e organizzazioni femminili, cooperative no profit, di genere, che hanno sede operativa nel territorio regionale e il cui statuto o atto costitutivo preveda attività finalizzate alla promozione di una cultura che favorisca relazioni rispettose della differenza tra donne e uomini appartenenti a generazioni, culture e religioni diverse.
E' istituita la RETE PER LE POLITICHE DI GENERE, di cui fanno parte la Regione, gli enti locali, le associazioni delle donne, le associazioni datoriali e sindacali, gli organismi di parità e di pari opportunità e il Cpo, finalizzata a attuare un programma integrato di politiche e interventi.
Uno specifico capo del disegno di legge è dedicato al contrasto alla violenza degli uomini contro le donne, che conduce alla RETE DI PREVENZIONE E CONTRASTO ALLA VIOLENZA, di cui fanno parte gli enti locali, le aziende ospedaliere, le Ausl, il Cpo e i Centri antiviolenza.
Altri interventi specifici riguardano i campi della SALUTE, del LAVORO e della FORMAZIONE: la Regione sostiene le scelte procreative delle donne e maternità e paternità consapevoli, favorisce la libertà di scelta dei luoghi dove partorire; le aziende organizzano, nell'ambito della rete ospedaliera dei punti nascita, delle aree demedicalizzate denominate “case della maternità”. Previste azioni di premialità per le imprese e il sostegno all'imprenditoria femminile. Nella formazione professionale il 50 per cento dei posti sono riservati a donne disoccupate e inoccupate iscritte ai servizi per il lavoro.
FONDO REGIONALE PER LA CONCILIAZIONE: finanzia interventi per asili nido interaziendali e territoriali, per sostenere specifiche forme di sostegno alla maternità per le donne lavoratrici e il ricorso ai congedi personali da parte dei padri.
GRUPPO TECNICO PER LE POLITICHE DI GENERE: costituito dai rappresentanti delle strutture regionali, con particolare riferimento a quelle delle aree tematiche in oggetto, dalle consigliere di parità e da rappresentanti del Cpo, con funzioni di supporto alla programmazione regionale e di coordinamento, monitoraggio, verifica e valutazione delle azioni regionali per realizzare il mainstreaming di genere.
NORMA FINANZIARIA: Per l'anno 2016 sono in ballo 200mila euro. 100mila per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere; 50mila per la promozione della cultura della differenza nelle scuole e formazione del personale, 40mila per le azioni della Regione riguardo la diffusione delle buone pratiche per nuovi stili di vita, la promozione di esperienze di vita solidali e sostenibili (carpooling, coworking, cohousing, acquisto collettivo, aggregazione sociale), 10mila per interventi di comunicazione e informazione. PG/