LAVORI D'AULA (2): RENDICONTO GENERALE DELL’AMMINISTRAZIONE DELLA REGIONE UMBRIA PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2015 – LE RELAZIONI DI MAGGIORANZA E MINORANZA
Sono state illustrate stamani in Aula le relazioni di maggioranza (Andrea Smacchi-PD) e di minoranza (Maria Grazia Carbonari-M5S e Raffaele Nevi-FI) sul Rendiconto generale dell'amministrazione della Regione Umbria per l'esercizio finanziario 2015.
Per la maggioranza un bilancio positivo che vede rispettati gli equilibri di gestione, con una diminuzione delle spese, il mantenimento dei servizi e nessun aumento di tasse a carico dei cittadini. Critica l'opposizione: per Carbonari (M5s) si tratta di un “atto nemmeno valutabile, ennesimo assegno in bianco firmato a una Giunta totalmente autoreferenziale”, mentre Nevi (FI) contraddice e rovescia la positività espressa nelle valutazioni del relatore di maggioranza.
(Acs) Perugia, 26 luglio 2016 – Sono state illustrate stamani in Aula le relazioni di maggioranza (Andrea Smacchi-PD) e di minoranza (Maria Grazia Carbonari-M5S e Raffaele Nevi-FI) sul Rendiconto generale dell'amministrazione della Regione Umbria per l'esercizio finanziario 2015. Per la maggioranza un bilancio positivo che vede rispettati gli equilibri di gestione, con una diminuzione delle spese, il mantenimento dei servizi e nessun aumento di tasse a carico dei cittadini. Critica l'opposizione: per Carbonari (M5s) si tratta di un “atto nemmeno valutabile, ennesimo assegno in bianco firmato a una giunta totalmente autoreferenziale”, mentre Nevi (FI) contraddice e rovescia la positività espressa nelle valutazioni del relatore di maggioranza.
La discussione proseguirà nel pomeriggio.
LE RELAZIONI:
ANDREA SMACCHI (PD) – Relazione di maggioranza: “RISPETTATI EQUILIBRI DI GESTIONE E PAREGGIO DI BILANCIO, MA SERVE MAGGIORE FLESSIBILITÀ TRA REGIONE E ENTI LOCALI - Il rendiconto 2015 è un documento contabile che è a cavallo tra due legislature, la IX e la X, che si caratterizzano solo per la continuità nella presidenza Marini essendo, dopo le elezioni del 31 maggio 2015, cambiati in gran parte sia i membri di Giunta che la coalizione di governo. L’Umbria è tra le prime Regioni a presentare e a votare il rendiconto generale 2015 ed è stata la prima ad ottenere la parifica della Corte dei conti. A questo proposito, per il quarto anno consecutivo, il giudizio di parificazione dimostra la solidità del bilancio della nostra Regione. In questi anni è proseguito il lavoro di razionalizzazione e contenimento della dinamica della spesa. I dati del 2015 confermano, ancora una volta, una gestione regionale improntata alla prudenza (sono stati effettuati accantonamenti, a garanzia della solidità del bilancio, per circa 21 milioni di euro) e alla correttezza dell'azione amministrativo contabile, sempre ispirata al rispetto dei principi generali di finanza pubblica, quali l'unità, l'equilibrio, la flessibilità, in coerenza con la programmazione regionale. Al termine dell'esercizio 2015 tutti i PRINCIPALI INDICATORI DELLA GESTIONE: CAPACITÀ DI PROGRAMMAZIONE, LIVELLO DI INDEBITAMENTO E GESTIONE DEI FLUSSI DI CASSA SI SONO MANTENUTI POSITIVI. Sono stati rispettati gli equilibri di gestione, sia di parte corrente che in conto capitale, ed il pareggio di bilancio. Non vi sono state anticipazioni di cassa, tradizionale segnale di solidità economico-finanziaria dell'Ente, mostrando una liquidità pari a 254 milioni. In questo quadro generale si terrà sicuramente conto delle osservazioni avanzate dalla Corte dei Conti dell'Umbria rispetto alle quali la Giunta ha già presentato delle controdeduzioni. Nello specifico, in merito alla questione di UMBRIA MOBILITÀ, su cui la magistratura contabile ha rilevato alcune criticità, va sottolineato come la giunta Regionale si sia comportata in maniera responsabile avendo come obiettivi primari quelli di assicurare il funzionamento del servizio pubblico, dell'infrastruttura e la salvaguardia dei livelli occupazionali. Ed è in tale quadro che si è scelto da un lato di vendere il ramo di azienda più importante della società, e dall'altro di tenere un atteggiamento prudenziale con riferimento al prestito che la Regione a concesso a favore delle Province di Perugia e Terni, dei Comuni di Perugia, Spoleto e dell'area ternana che altrimenti avrebbero avuto serie difficoltà nel garantire il servizio ferroviario ed il trasporto pubblico regionale nelle aree urbane ed extraurbane. Tre sono i parametri da prendere in considerazione per valutare il bilancio di una Regione: le spese di funzionamento e di gestione; i conti della sanità; l' utilizzo dei fondi comunitari. Per quanto riguarda le SPESE DI FUNZIONAMENTO E DI GESTIONE, l'atto indica e ribadisce alcune fondamentali scelte di fondo: l'invarianza fiscale, nonostante i tagli dei trasferimenti statali; la diminuzione delle società partecipate da 7 a 3 di cui 1 spa (Sviluppumbria) e 2 scarl (Umbriainnovazione- Parco tecnologico). Da sottolineare che nessuna società è in perdita. Quindi la riduzione dei componenti dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali di enti ed agenzie regionali; la riduzione dei costi della politica con taglio dei compensi, gettoni e retribuzioni corrisposti ad organi ed organismi di enti e agenzie regionali e società partecipate; la diminuzione dell’80 per cento della spesa per consulenze, per relazioni pubbliche, convegni; il quasi azzeramento delle spese di rappresentanza; il dimezzamento delle spese per missioni; la riduzione delle spese per autoparco; la riduzione del personale: i dipendenti della Giunta sono diminuiti da 1093 a 1016 e i dirigenti sono calati del 25 per cento. L'applicazione della 'pre Fornero' ha permesso di sopprimere 52 posizioni di categoria B e D. Il recupero dell'evasione fiscale ha dato risultati importanti, 40 sono i milioni recuperati nel solo esercizio 2015. Di questi 22,11 provengono dalla tassa automobilistica. Gli altri derivano da un recupero Irap pari a 14,913 milioni e 2,188 milioni dall'addizionale irpef. Malgrado i limiti e i vincoli di finanza pubblica (Pareggio di bilancio), nel 2015 la Regione ha continuato ad aiutare il sistema degli enti locali (Province e Comuni) per 20,8 milioni di euro. Senza questo sforzo, gli enti Locali difficilmente sarebbero stati in grado di garantire l'equilibrio dei loro bilanci ed avrebbero dovuto alzare la pressione fiscale o tagliare i servizi. Su questo punto è necessario però evidenziare il fatto che già dal prossimo anno le nuove regole contabili da un lato e i minori trasferimenti dall'altro mettono a rischio tale intervento: a tale proposito ho presentato un ORDINE DEL GIORNO con il quale si chiede alla Giunta di farsi promotrice di un'azione forte presso la Conferenza Stato-Regioni AFFINCHÉ SI MODIFICHINO LE ATTUALI REGOLE CONTABILI, con l'obbiettivo di restituire una maggiore flessibilità nei rapporti tra Regioni e Enti Locali. Per quanto riguarda i CONTI DELLA SANITÀ, per il terzo anno consecutivo l’Umbria è risultata tra le 3 Regioni benchmark ai fini della definizione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario; questo risultato è stato raggiunto valutando criteri quali: la qualità e l'appropriatezza dei servizi, la performance della cura, il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario. Ricordo che per quanto riguarda le altre regioni, a fine 2015, erano ancora 8 quelle soggette al piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria, nello specifico: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia. Sull'utilizzo dei fondi comunitari va detto che essi rappresentano il volano principale per far ripartire l'economia e per la ripresa della nostra regione. E' stata CHIUSA LA VECCHIA PROGRAMMAZIONE 2007-2013 con l'attuazione del 100 per cento degli stanziamenti totali e nel 2015 ha preso forza l'avvio della nuova programmazione 2014-2020 mettendo in campo strumenti importanti per quel che riguarda le start up, le reti di impresa, le aziende agricole e più in generale il mondo artigianale e della piccola e media impresa. Le spese certificate per i bandi della programmazione europea ammontano nel 2015 a 56 milioni di euro. In conclusione, il rendiconto 2015 evidenzia la solidità e la tenuta del bilancio della Regione Umbria. In un quadro di riferimento economico e finanziario particolarmente complesso e pesantemente condizionato dagli interventi statali di contenimento della spesa e dalla crisi che ha interessato anche la nostra regione, è motivo di orgoglio essere riusciti a garantire il rispetto di vincoli sempre più stringenti di finanza pubblica senza incidere sui cittadini e sulla qualità dei servizi. In questa ottica rappresenta sicuramente un grande risultato l'esito della ricerca commissionata dal Sole 24 ore, secondo la quale l'Umbria è la Regione con il mix ideale tra tasse e servizi. Un grande risultato che premia scelte politiche coraggiose che hanno permesso di mantenere la tassazione regionale a livello medio - basso continuando allo stesso tempo, a garantire ai cittadini l'efficienza dei servizi pubblici. Ciò è stato possibile migliorando l'efficienza della spesa pubblica all'interno di una stagione di riforme che ha come unico obiettivo quello di rendere l'Ente Regione sempre più dinamico ed in linea con le esigenze dei nostri cittadini”.
MARIA GRAZIA CARBONARI (M5S) – Relazione di minoranza: “ATTO NEMMENO VALUTABILE, ENNESIMO ASSEGNO IN BIANCO FIRMATO A UNA GIUNTA TOTALMENTE AUTOREFERENZIALE - Già abbiamo avuto modo di parlare del Rendiconto generale per l’esercizio 2015 in occasione della conferenza stampa indetta dal Movimento 5 Stelle in seguito alla Parificazione della Corte dei conti, circa un mese fa. Vogliamo anche qui citare le parole della Corte dei Conti non certo per una nostra autonoma incapacità di analisi, ma per evitare che questi dati siano bollati dalla maggioranza come 'opinioni politiche' del Movimento 5 Stelle, quando invece si tratta, purtroppo, di evidenze oggettive. Le CRITICITÀ LEGATE AL RENDICONTO GENERALE 2015 e alle finanze regionali non sono soltanto quelle rilevate dalla Corte dei Conti, ma anche altre, che richiederebbero maggiori approfondimenti in sede pubblica. Al di là delle anomalie rilevate, numerose e serie, riteniamo grave soprattutto il fatto che le stesse si ripetono anno dopo anno, senza che la Giunta tenga seriamente in considerazione i richiami e le indicazioni della Corte dei Conti e dell’Assemblea legislativa, perpetrando nella noncuranza ed auto referenzialità che la contraddistingue e che riteniamo un allarmante pericolo per la democrazia sostanziale nella nostra Regione. Proprio un anno fa, la presidente Marini ha avviato questa legislatura impegnandosi a rendere la Regione una 'casa di vetro in grado di fornire informazioni, conoscenze e partecipazioni a cittadini e imprese'. Queste bellissime parole sono tuttavia rimaste lettera morta, visto che la Corte dei Conti ha rilevato proprio la MANCANZA DI TRASPARENZA DA PARTE DELLA GIUNTA, lamentando di non essere stata in grado di valutare tanti documenti poiché non li aveva ricevuti, li aveva ricevuti incompleti, non aggiornati o senza i necessari chiarimenti. Si segnalava una 'forte difficoltà interpretativa ed attuativa' circa la rivisitazione degli enormi 'residui attivi' (pari a 1214 milioni di euro) e 'residui passivi' (pari a 1194 milioni di euro). Gli stessi giudici contabili hanno riscontrato difficoltà a 'comprendere la portata di quelli che devono essere definitivamente cancellati, quelli che vanno reimputati agli esercizi seguenti e quelli che devono essere svalutati'. Vi è poi la questione connessa legata al tasso di RISCOSSIONE DEI RESIDUI ATTIVI , che cala nel 2015 al 33 per cento, rispetto al 39 per cento del 2014. Anche la GESTIONE DEI RESIDUI PASSIVI evidenzia un peggioramento del tasso di smaltimento complessivo (31 per cento nel 2015 contro 39 per cento del 2014), in particolare per la spesa corrente. La Corte suggerisce pertanto 'come tra l’altro già fatto nella requisitoria dello scorso anno, un monitoraggio costante ed una maggiore attenzione dal lato degli incassi delle somme accertate e dei crediti … ovvero che sussistano i requisiti giuridici per il loro mantenimento. Infatti, è del tutto evidente che, qualora i suddetti requisiti non venissero rispettati …ne verrebbe compromessa la stessa tenuta dell’equilibrio e della sana gestione finanziaria della Regione'. La poca trasparenza riguarda anche la relazione sul SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI, rappresentata nella Relazione alla Parifica come 'una descrizione meramente formale del sistema come definito dagli atti normativi e regolamentari adottati dalla Regione…' quando invece 'al vertice politico dell’Amministrazione regionale si richiede … di dare conto di come i controlli hanno in concreto operato, come prevede l’apposito questionario dove sono formulate domande specifiche, come l’indicazione delle criticità eventualmente individuate e delle misure correttive e/o integrative adottate per il loro superamento'. Non ci è dato sapere nel dettaglio neppure 'contenzioso in essere dinanzi alla giurisdizione ordinaria ed amministrativa', del quale, neppure per la Corte, 'fatti salvi specifici approfondimenti delle singole vertenze, non [ha potuto] condurre per l’incompletezza dei dati trasmessi [e] potrebbe denunciare una inadeguata tutela degli interessi regionali o una insufficiente attenzione per i diritti dei cittadini e delle imprese'. Riguardo poi al 'modello di governance' adottato dalla Regione, la Corte nota che 'né dalla richiamata Relazione del presidente della Giunta, né dai documenti presentati in fase istruttoria emergono notizie specifiche in ordine all’effettiva implementazione delle descritte procedure e all’esito delle stesse' e che 'anche le informazioni sugli organismi partecipati contenute nella Relazione della Giunta allegata al Rendiconto non sono idonee ad offrire un’adeguata prospettazione degli effetti che la gestione degli stessi produce facendo supporre che la stessa Amministrazione non ne abbia piena cognizione. Si riafferma la NECESSITÀ CHE LA REGIONE SI ATTIVI PER GARANTIRE IL FUNZIONAMENTO, IN CONCRETO, DEI SISTEMI DI GOVERNANCE E DI MONITORAGGIO che la stessa riferisce di aver attuato'. É totalmente assente poi una 'Nota integrativa' “nella quale dare conto in maniera chiara e analitica di quanto esposto nei richiamati documenti, atteso che le informazioni contenute nella richiamata Relazione della Giunta non sono comunque sufficienti a fornire una completa e chiara rappresentazione dei fenomeni', una mancanza già segnalata dalla Corte dei Conti nei precedenti esercizi. Sempre un anno fa, la Presidente Marini aveva annunciato che questa sarebbe stata una 'legislatura d’attacco, per cogliere la ripresa e puntare su cambiamento e innovazione'. Da questo primo anno di legislatura, invece, emerge un sostanziale immobilismo, fotografato nel 'Rendiconto generale 2015' e rilevato anche dalla Corte dei Conti. Questo immobilismo trova alcune sue manifestazioni evidenti nella struttura di personale (con ancora 1 posizione organizzativa ogni 3,3 unità di personale). Alcune voci di spesa restano sempre eccessive, nonostante i precedenti richiami della Corte, nonostante la crisi che vive il Paese e nonostante i tagli dei trasferimenti dello Stato alle Regioni, tagli sicuramente presenti, ma che, a maggior ragione, rendono moralmente ineludibili alcuni tagli anche ai costi quali: INCARICHI ESTERNI: aumentati dell’11 per cento nel 2015, da 1.475.307€ del 2014 a 1.641.585€, spesso conferiti a persone che nei curricula vantano quasi esclusivamente militanza politica piuttosto che specifiche competenze; il gabinetto della Presidente Marini assorbe risorse per 1.940.295 €, oltre oneri a carico della Regione, per 6 unità di personale e su cui la Corte rileva che è 'del tutto evidente che il costo sostenuto per l’affidamento dei suddetti incarichi incide in maniera consistente sul bilancio dell’Ente, ancor di più in un momento caratterizzato da politiche di generale contenimento dei costi, che portano, spesso, alla riduzione di altre e diverse voci di spesa, fra le quali quelle relative all’offerta di prestazioni sanitarie, servizi socio – educativi, ecc.'; le spese di rappresentanza, convegni, mostre e pubblicità, sulle quali da anni la Corte richiama (invano) la Giunta affinché 'intervenga con la dovuta sollecitudine sia per ricondurre tale spesa, caratterizzata da elevata discrezionalità, entro i limiti, ben più contenuti, previsti dalla legge, sia per adeguare la propria regolamentazione interna in materia alle vigenti disposizioni normative'. Ritengo poi meritevole di attenzione la questione degli accantonamenti, fondamentali secondo il basilare Principio contabile della prudenza, affinché il bilancio di un qualunque Ente sia veramente solido. Essi devono essere sempre adeguati al livello di rischio presente (in termini quantitativi e probabilistici) e anche “chiari” nella loro rappresentazione contabile. Riteniamo che in alcuni casi la Giunta e i propri uffici avrebbero potuto operare con maggiore chiarezza, ad esempio in merito alle potenziali perdite legate al faraonico e intricato FONDO IMMOBILIARE COMPARTO MONTELUCE il quale, secondo le stime della stessa banca che lo gestisce, avrebbe perso fino ad oggi gran parte del valore (New Asset Value) delle quote, la cui proprietà è quasi esclusivamente in capo alla Regione Umbria e all’Università degli Studi di Perugia. Sempre legati al Fondo Monteluce vi sono poi ulteriori costi indirettamente in carico alla Regione, come ad esempio quelli di bonifica dei terreni, riguardo ai quali abbiamo chiesto maggiori dettagli alla Giunta sia in termini costi economici per la bonifica, sia nel merito alla natura della contaminazione. Riguardo ai “Crediti”, la Corte dei Conti e lo stesso Collegio dei revisori della Regione ricordano il deplorevole episodio della ANTICIPAZIONE DI CASSA PER 17 MILIONI DI EURO CONCESSA DALLA REGIONE AD UMBRIA MOBILITÀ (con scadenza al 31 dicembre 2013), poi trasformatasi in un 'prestito ad infinitum' (residuo per oltre 12 milioni) la cui effettiva riscossione è molto dubbia, a seguito di varie moratorie connesse dalla Regione e della mancata compensazione che essa poteva fare con le somme che continuava a dare ad Umbria Mobilità. Riguardo alla situazione drammatica in cui versa la società partecipata, sia il Collegio dei Revisori, sia la Corte dei Conti, si sono espressi molto negativamente, sia in merito del futuro della partecipata, sia al fatto grave che la Giunta non ha fatto 'alcuna menzione di tale anticipazione e della connessa restituzione, con conseguente mancanza di chiarezza e trasparenza nei confronti dei destinatari del Rendiconto, in particolare dell’Assemblea legislativa-Consiglio regionale' e che 'non ha fornito alcuna informazione di rilievo in merito alla situazione critica di Umbria Mobilità. La Corte conclude affermando che 'al fine di fornire un quadro complessivo della situazione finanziaria regionale si evidenzia la necessità di intraprendere in maniera più efficace il sistema dei controlli, nonché un processo di consolidamento dei conti,che tenga anche conto di quelli degli enti strumentali e delle società partecipate'. Vigileremo affinché la Giunta lo faccia veramente. Sollevano perplessità anche i 'DEBITI' ISCRITTI NEL BILANCIO, per i quali la Corte dei Conti osserva che 'la modalità di rilevazione individuata dall’Amministrazione conduce ad una rappresentazione non veritiera e corretta della situazione patrimoniale al 31 dicembre 2015, con debiti di funzionamento risultanti dal Conto del Patrimonio notevolmente inferiori a quelli effettivamente presenti. Si tratta, sicuramente, di un dato molto importante che, in aggiunta alle osservazioni già in precedenza fatte circa la valutazione delle immobilizzazioni, potrebbe incidere in maniera diretta sul reale valore del Patrimonio netto dell’Ente'. La ricchezza della Regione andrebbe poi gestita meglio, con particolare riferimento al patrimonio immobiliare il quale è invece sottoutilizzato e che solleva delle perplessità sulla reale consistenza dell’attivo patrimoniale regionale. Riguardo alla voce più consistente del bilancio regionale, quella per la SANITÀ, valutiamo molto negativamente il fatto che alcuni strumenti di razionalizzazione, tanto pubblicizzati dalla presidente Marini, quali la CENTRALE ACQUISTI DELLA SANITÀ, sono inspiegabilmente sottoutilizzati: la percentuale degli acquisti centralizzati è infatti rimasta sostanzialmente invariata nel 2015, passando dal 49 per cento al 51 per cento, pari a 261 milioni di euro di spesa su un totale di 508 milioni di euro, con conseguente vantaggio per le case farmaceutiche. Vi sono poi tanti aspetti oscuri circa la gestione del settore sanitario, che richiedono un serio contrasto non solo da parte della Corte dei Conti, ma anche dalla politica, la quale deve prevenire e contrastare fenomeni da essa rilevati quali il 'ricorrente, reiterato utilizzo di proroghe contrattuali e la scarsa tempestività nel rinnovo delle convenzioni, con conseguente adozione di atti in sanatoria o ricorso a procedure di urgenza. In materia di spesa per INCARICHI E CONSULENZE, in particolare con riguardo alle misure adottate e ai risultati conseguiti nell’anno 2015 per il contenimento della stessa, le informazioni trasmesse dalla Regione risultano generiche e soprattutto non in linea con quanto comunicato dalle singole Aziende del S.S.R.'. Ogni cittadino umbro può valutare nel merito il livello di 'eccellenza' (citando quanto osannato dalla presidente e dai suoi dirigenti) delle strutture sanitarie umbre, dove sicuramente ci sono tanti professionisti che lavorano con dedizione, competenza e serietà, ma che sono sistematicamente costretti a operare in strutture fatiscenti e in condizioni pessime. Questa situazione è decisa anche in questa sede, da noi consiglieri, quando redigiamo, emendiamo e approviamo i bilanci e decidiamo come e dove spendere le risorse a disposizione. In conclusione, il “Rendiconto generale dell’Amministrazione della Regione Umbria per l’esercizio finanziario 2015” si chiude con un RISULTATO NEGATIVO PER BEN 225.517.295 € andando a ridurre il patrimonio netto della Regione. Al di là del risultato negativo, la circostanza a nostro avviso ancora più grave è che tutto quanto sopra citato mostra come questo atto non può essere veramente discusso e valutato nel merito dal Consiglio regionale, riducendosi tristemente ad essere soltanto l’ennesimo 'assegno in bianco' firmato dall’Assemblea legislativa a questa Giunta totalmente autoreferenziale”.
RAFFAELE NEVI (FI) – Relazione di minoranza: “NECESSARIO INNOVARE E COSTRUIRE POLITICHE PIÙ VIRTUOSE - Chi ha ascoltato il relatore di maggioranza, Smacchi, poi, per la minoranza, la consigliera Carbonari e quanto dirò io, penserà a relazioni su atti diversi, ma la realtà è diversa. La fantasia di Smacchi supera ogni realtà. Oggi sembra che la crisi della maggioranza sia completamente risolta e si scopre che in Umbria tutto è perfetto, è tutto a posto, ma così purtroppo non è. Bisogna farla finita con bilanci fotocopia. Abbiamo firmato un emendamento sul tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Una necessità vera e per questo è stato ben utilizzato il milione di euro risparmiato dall'Assemblea legislativa. Ma non basta. Come pure è importante finanziare il bando per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie. C'è una oggettiva difficoltà di innovare e costruire politiche più virtuose. Si continua ad andare avanti con bilanci fotocopiati. E siamo contenti che la nostra critica trovi riscontro nel giudizio di parificazione della Corte dei conti, anche se riteniamo condivisibili alcune controdeduzioni da parte degli uffici regionali. Quella della Corte dei conti è una critica riscontrabile anche nei nostri giudizi e quanto contenuto a pagina 12 è una sintesi perfetta delle nostre riflessioni: 'l’impressione generale che si ha dall’esame del rendiconto è che la considerevole attività posta in essere dalla Regione nel corso del 2015 e i risultati conseguiti si collocano prevalentemente sulla linea dell’attuazione e dell’implementazione di politiche e programmi già definiti in passato, con ciò mostrando tutta la difficoltà di realizzare in concreto quella sintesi virtuosa di continuità e innovazione che è stata posta come elemento caratterizzante del DAP 2014-2016'. Ecco, significa che continuate a scrivere nei documenti le stesse cose senza però attuarle. È davvero necessaria una innovazione politica, la Regione Umbria potrebbe essere un fiore all'occhiello a livello mondiale. Come non sottolineare la precarietà della condizione sociale, o il preoccupante pil procapite. Voi CONTINUATE A DISEGNARE UNA REALTÀ CHE IL CITTADINO NON PERCEPISCE. Gli umbri hanno bisogno di una Pubblica amministrazione semplice, accessibile e trasparente. Quello delle posizioni organizzative è un problema che riguarda oltre alla Giunta anche l'Assemblea legislativa. Vanno previste azioni per restringere quello che sta diventando un vero e proprio scandalo. Sono troppe sia le posizioni organizzative che le sezioni e questo è dimostrato dalla diversità di parametri rispetto a quanto previsto dalle Regioni italiane più virtuose. Gli spazi di miglioramento sono ampi e le risorse vanno utilizzate al meglio. Nonostante sia stato già fatto molto, credo sia importante rivedere e diminuire il fabbisogno della spesa per questa Assemblea, in modo tale da liberare risorse e destinarle a chi ne ha veramente bisogno. Negli ambiti e nelle situazioni dove non è possibile beneficiare dei fondi europei la Regione deve mettere in campo ulteriori sforzi. Quello relativo ai Consorzi è uno scandalo in capo a chi, da sempre, amministra questa Regione. Danni che vengono messi in capo alle nuove generazioni. Per questo serve un grandissimo sforzo per non arrivare ad un disastro colossale. Il prestito concesso ad UMBRIA MOBILITÀ è stata sostanzialmente una operazione positiva, ma oggi bisogna velocizzare al massimo le procedure per l'istituzione dell'Agenzia unica per la mobilità ed il trasporto pubblico locale . È una questione da affrontare con la massima urgenza perché permetterà di risparmiare importanti risorse. Abbiamo presentato un Ordine del giorno sul tema della ripartizione del fondo trasporti ai Comuni dove ci sono disparità: Comuni che vengono avvantaggiati e altri svantaggiati. È una situazione da risolvere rapidamente per andare alla gara e dare finalmente vita al bacino unico. Quello che serve davvero ai cittadini umbri è che la Regione cambi passo per velocizzare e concretizzare le azioni che vengono scritte nei documenti, ma non attuate”. PG/AS