TERZA COMMISSIONE: “NON ANCORA ATTUATA LA DELIBERA DI GIUNTA CHE PREVEDE L'ISTITUZIONE DELLE AREE FUNZIONALI DI PSICOLOGIA” - AUDIZIONE CON I RAPPRESENTANTI DELL'ORDINE PROFESSIONALE
Si è svolta ieri a Palazzo Cesaroni l’audizione convocata dalla Terza commissione consiliare con alcuni rappresentanti dell’ordine regionale degli psicologi. Dall’incontro sulle problematiche relative all’ambito professionale è emerso che la delibera della Giunta che prevede l'istituzione delle aree funzionali di psicologia non ha ancora trovato applicazione. Una problematica sulla quale il presidente Solinas ha annunciato l'intenzione di redigere una proposta di risoluzione da sottoporre all'Aula.
(Acs) Perugia, 9 giugno 2016 - La Terza commissione dell’Assemblea legislativa, presieduta da Attilio Solinas, ha ascoltato ieri Marina Brinchi, Paola Angelucci, Antonella Micheletti, in rappresentanza dell’Ordine regionale degli psicologi dell’Umbria. Al termine dell'incontro il presidente Solinas ha annunciato l'intenzione di redigere una proposta di risoluzione, da sottoporre all'Assemblea, per sollecitare l'Esecutivo di Palazzo Donini ad affrontare le problematiche emerse (soprattutto in relazione alla mancata attuazione della delibera sulle 'aree funzionali di psicologia') e a prendere in considerazione i suggerimenti dell'Ordine degli psicologi in merito alla propria piena integrazione con strutture sanitarie territoriali e ai servizi in cui auspicherebbero di essere coinvolti.
Durante l’audizione, Brinchi, Angelucci e Micheletti hanno spiegato che sono circa 900 gli psicologi che operano in Umbria, circa 100 dei quali lavorano nel sistema sanitario regionale mentre molti altri operano anche indirettamente per i servizi pubblici, ma in base a contratti con privati e associazioni di volontariato.
“Nel marzo 2015 – hanno evidenziato - la Giunta di Palazzo Donini ha approvato una delibera che contiene gli indirizzi sulle attività di psicologia nel sistema sanitario regionale e prevede di istituire nelle due aziende ospedaliere e nelle due Asl delle aree funzionali di psicologia. Il documento è stato recepito in parte dalla Asl Umbria 1 dove da gennaio è stata definita la struttura semplice di psicologia, che però non è ancora attiva. La Asl 2 ha un servizio di psicologia attivo da anni. Gli ospedali di Perugia e Terni sono in alto mare. Questo perché la psicologia viene considerata l’ultima risorsa, quando la medicina non riesce a guarire il paziente. Tutto viene prima, la psicologia è considerata un accessorio, dato che si tende a lavorare sull’emergenza piuttosto che su programmi a lungo termine. Bisogna iniziare ad integrare le attività psicologiche con tutte le altre attività cliniche: viene sempre riconosciuta l’importanza del lato psicologico della cura, ma poi non seguono atti concreti di valorizzazione. Manca una reale integrazione con le altre discipline. Serve una logica diversa, va attivato lo psicologo di base, già presente in fase sperimentale in varie regioni, attivo da anni in alcuni Stati europei, con evidenze scientifiche molto buone rispetto ai risparmi e al contrasto del disagio psicologico prima che questo si cronicizzi ed esploda”.
Marina Brinchi, Paola Angelucci e Antonella Micheletti hanno ricordato di “aver presentato un progetto, che ancora non ha avuto una risposta, da sperimentare nelle case della salute dell’Umbria, per inserire lo psicologo in affiancamento ai medici per fare valutazioni di eventuali disagi psicologici precoci e le presa in carico di quelli di bassa soglia. Si tratta di interventi di cura breve con psico-educazione e psicoterapia di gruppo. La sperimentazione ha dimostrato che questo tipo di gestione degli aspetti psicosomatici ha portato ad una riduzione della spesa farmaceutica e strumentale per i bilanci sanitari regionali”.
Le rappresentanti degli psicologi umbri hanno infine chiesto alla Terza commissione di attivarsi affinché la delibera di Giunta trovi applicazione, aggiungendo che “sarebbe necessario prevedere la presenza di psicologi nelle scuole, dove ci sono tantissime fattispecie da affrontare: l’abbandono precoce (ora al 17 percento in Italia), l’orientamento scolastico (snodo cruciale nella vita delle persone), prevenzione del disagio giovanile e lotta al bullismo (attraverso la promozione di comportamento pro-sociale). Inoltre i Comuni hanno bisogno di risorse per fornire un servizio psicologico per migranti e operatori che vi sono in contatto. Senza dimenticare tutto il tema della conflittualità familiare, tra affidi, separazioni e divorzi, che necessitano di una attenzione a priori, prima che le crisi esplodano con episodi gravi e irreparabili”. MP