AEROPORTO: “IL 'SAN FRANCESCO D'ASSISI' UNA DELLE PORTE FONDAMENTALI DI COLLEGAMENTO DELL'UMBRIA CON L'EUROPA” - PER SOLINAS (PD) NECESSARIO RIATTIVARE ROTTE SOPPRESSE
Il consigliere del Partito democratico Attilio Solinas interviene sul futuro dell'aeroporto regionale, valutando necessario “riattivare le tratte aeree attualmente soppresse ed accrescere la qualità e il numero dei collegamenti”. Per Solinas solo così si potrà “consentire ai cittadini dell'Umbria e delle regioni limitrofe di continuare a viaggiare con comodità e rapidità verso altre città italiane ed europee. Ed ai turisti europei di raggiungere l'Umbria per visitarla o per motivi di lavoro”.
(Acs) Perugia, 19 aprile 2016 - “L'aeroporto 'San Francesco d'Assisi' è una delle porte fondamentali di collegamento dell'Umbria con l'Europa e deve essere mantenuto in vita a tutti costi. Si devono riattivare le tratte aeree attualmente soppresse ed accrescere la qualità e il numero dei collegamenti, per consentire ai cittadini dell'Umbria e delle regioni limitrofe di continuare a viaggiare con comodità e rapidità verso altre città italiane (compresi i luoghi di vacanza) ed europee, così come ai europei di raggiungere l'Umbria”. Lo dichiara il consigliere regionale del Partito democratico Attilio Solinas.
“In questi giorni – spiega - si è parlato molto della situazione problematica dello scalo umbro, legata essenzialmente al venir meno di alcuni collegamenti, in particolare quelli gestiti dalla compagnia aerea nazionale Alitalia; tagli delle rotte che hanno penalizzato anche altri aeroporti italiani di piccole dimensioni, come Cagliari, Alghero e Catania. La rotta Perugia-Roma verso l'hub di Fiumicino necessiterebbe di una quota di almeno 60mila passeggerei/anno: ne sono stati raggiunti al massimo 34.000, per cui Alitalia ha bloccato i suoi voli, avanzando una richiesta di 6milioni di euro”.
Solinas ricorda che “negli anni, è stata attuata dall'ingegner Mario Fagotti, presidente di Sase, una politica oculata, tesa ad un incremento progressivo dei vettori e delle rotte, puntando, prevalentemente all'incremento dei passeggeri in arrivo verso l'Umbria. Si è passati dai 40mila viaggiatori del 2004 agli oltre 270mila attuali, senza aumento dei dipendenti dell'aerostazione. E questo è un risultato apprezzabile anche perché si stima che ogni passeggero che arriva in Umbria comporta un introito per l'economia regionale di circa 100-150 euro. Per non considerare poi l'indotto legato alle tasse aeroportuali, ai parcheggi e ai servizi vari presenti al 'San Francesco'. Si sono ottenuti, inoltre, l'inserimento del nostro aeroporto tra i 30 di interesse nazionale e la concessione ventennale da parte dell'Ente nazionale per l'aviazione civile: ciò facilita il perseguimento dell'obiettivo di incrementare e di promuovere il territorio umbro attraverso i collegamenti aerei”.
“È chiaro – aggiunge - che l'aeroporto umbro è una realtà che è arrivata un po' in ritardo rispetto ad altre città italiane ed è contenuta in termini di numero di passeggeri e di collegamenti rispetto ad esempio a Bergamo o Ancona. Inoltre, la vicinanza di aerostazioni 'potenti' come Firenze, Pisa o Ciampino penalizzano lo scalo di Perugia. Per mantenere la presenza delle compagnie aeree a Sant'Egidio e contenere i costi dell'aerostazione sono dunque necessarie risorse sempre più consistenti. Negli ultimi anni, la Regione Umbria, attraverso Sviluppumbria e insieme agli altri soci di Sase, l'azienda che gestisce l'aeroporto umbro (tra cui Fondazione Cassa di Risparmio PG, Associazione industriali e Confcommercio) è riuscita a ripianare quasi del tutto i passivi di bilancio. I soci di Sase hanno tutti confermato la volontà di sostenere i servizi dell'aeroporto e contribuire, anche per il futuro, al mantenimento dei collegamenti aerei con le proprie quote di partecipazione azionaria. È chiaro che gli attori pubblici, come la Regione e i Comuni interessati, devono continuare a fare la loro parte per mantenere attiva una componente essenziale del sistema regionale dei trasporti”.
“Tra qualche mese Sase - conclude Solinas - presenterà un'offerta pubblica per attirare risorse nuove sul 'San Francesco'. L'auspicio di tutti deve essere quello di riuscire a trovare aziende solide, seriamente interessate ad investire sul nostro aeroporto e sull'Umbria, puntando ad una quota di 400-500mila passeggeri all'anno. La proposta di una 'public company' per Sant'Egidio invece, pur apparentemente plausibile, difficilmente riuscirebbe ad ottenere capitali e risorse sufficienti a mantenere attiva l'aerostazione”. RED/mp