SANITÀ: “MANCANZA CRONICA DI SCELTE E ATTIVITÀ CONGELATA DALLA GUERRA FRA CORRENTI” - NEVI (FI): “ALL'UMBRIA SERVE UN GOVERNO FORTE”
“Dopo il grido d'allarme lanciato dai sindacati sullo stato della sanità umbra, la presidente Marini prenda atto del suo fallimento e si dimetta”: lo dice il capogruppo di Forza Italia nell'Assemblea legislativa, Raffaele Nevi, secondo il quale l'Umbria “ha bisogno di un governo forte per risolvere problemi come precariato, razionalizzazione dei servizi e degli acquisti, liste d’attesa, mobilità passiva”.
(Acs) Perugia, 15 aprile 2016 - “Un grido di allarme di tutti i sindacati sullo stato della Sanità umbra, che conferma quello che diciamo da mesi e smentisce ancora una volta la Marini, la quale non sembra accorgersi dei danni che la situazione politica attuale e la mancanza cronica di scelte precise di questi ultimi anni stanno producendo sulla qualità dei nostri servizi”: lo dice il capogruppo di Forza Italia dell'Assemblea legislativa, Raffaele Nevi.
“Mentre va in scena la guerra fredda fra correnti che ha azzoppato la Giunta e congelato l’attività, come giustamente denunciano i sindacati – spiega Nevi - i problemi aumentano e si aggravano sempre di più. Precariato, razionalizzazione dei servizi e degli acquisti, liste d’attesa, mobilità passiva, sono solo alcune delle emergenze che occorre affrontare con una governance certa, politicamente forte e stabile che non si intravede all’orizzonte, visto che non vi è nessuna certezza su chi sarà l’assessore alla Sanità e, forse, anche chi sarà il direttore generale dell’assessorato. Infatti, che ogni giorno si susseguono indiscrezioni e voci su un possibile accordo che prevede la rotazione di Orlandi (attuale direttore regionale Sanità ndr), condizione imprescindibile, si dice, per il ritorno in Giunta di Barberini. Chi vivrà vedrà – conclude -, in attesa che la visita in Malawi porti consiglio, la nostra proposta che ribadiamo con forza è sempre la stessa: la presidente Marini prenda atto del suo fallimento e si dimetta. L’Umbria ha bisogno di un Governo forte”. RED/pg