ECONOMIA: “UMBRIA FANALINO DI CODA IN ITALIA: EUROSTAT CERTIFICA CROLLO DEL PIL” - LIBERATI E CARBONARI (M5S): “ BASTA ZERO VIRGOLA, SUBITO VIA LIBERA AL 'REDDITO DI CITTADINANZA'”
I consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, in una nota congiunta, intervengono sui dati resi noti da Eurostat che “certificano il crollo del Pil regionale” relegando l'Umbria a “fanalino di coda in Italia”. Per i due esponenti umbri pentastellati, “i dati dell’ufficio statistico europeo certificano quello che la realtà evidenziava da tempo, una realtà che la Giunta Marini non può più permettersi di negare. Basta zero virgola, subito via libera al 'Reddito di Cittadinanza'”
(Acs) Perugia, 14 marzo 2016 - “Dal 2008 al 2014 il prodotto interno lordo pro-capite è crollato in Umbria dell’8,37 per cento, primato negativo di tutta Italia, con una perdita media pro-capite pari a 2mila200 euro su 24mila annui. Si tratta di un dato molto importante, perché smentisce, una volta per tutte, il pretesto della presidente Marini della 'crisi mondiale e nazionale”', sicuramente presente, ma che ha impattato nella nostra regione in modo molto più grave che nel resto d’Italia e d’Europa, dimostrando che l’Umbria sta peggiorando più degli altri”. Lo scrivono i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari secondo i quali “ha fatto giustamente scalpore la notizia di oggi sugli ultimi dati Eurostat, che fotografano una situazione tragica dell’economia dell’Umbria e del Pil pro-capite dei suoi cittadini”.
Per i due esponenti pentastellati, “si tratta, del resto, del 'segreto di Pulcinella', dato che basterebbe girare nella nostra regione o parlare con conoscenti per rendersi conto che esiste una gravissima situazione di disagio. Il crollo delle iscrizioni all’Università, l’istituzione che, più di altre, dovrebbe rappresentare il 'futuro' ed il 'miglioramento', è il plateale sintomo di un peggioramento (dopo anni di gestione con alcune ombre), che riguarda in particolare l'Umbria e che deve essere affrontato con determinazione e non negando, con il pretesto del 'buon nome'. La reputazione della regione si tutela migliorando le cose, non negando o minimizzando una realtà scomoda”.
Liberati e Carbonari ricordano che “fin dalla seduta d’insediamento in Consiglio regionale abbiamo denunciato lo stato comatoso dell’economia umbra, una realtà che del resto è sotto gli occhi di tutti, fatta di precariato (spesso sfruttato dal sistema della cooperative a danno dei lavoratori), stipendi da fame (in palese violazione a quanto imposto dall’articolo 36 della Costituzione), disoccupazione, desertificazione economica, mancanza di meritocrazia e conseguente emigrazione fuori regione o addirittura all’estero. Tanti umbri sopravvivono grazie alle pensioni dei genitori o dei nonni, grazie ad un sistema di welfare familiare che va progressivamente sparendo, mano a mano che si esauriscono anche le pensioni”.
Per i due esponenti regionali del Movimento 5 stelle, si tratta di “un quadro allarmante fotografato dall’ISTAT e continuamente denunciato da noi in questi mesi: oltre 30mila famiglie umbre vivono con meno di 1.041 euro al mese. Dal 2013 al 2014, l'Umbria è stata l'unica regione del Centro Italia a registrare un aumento dell'incidenza di povertà, passando dal 7 per cento all’8 per cento della popolazione totale (un aumento del 14 per cento circa in un solo anno). Non è solo il dato statico a dover preoccupare – aggiungono -, quanto il suo andamento, dal quale si evince il rapidissimo disintegrarsi della situazione economica e sociale umbra, fatta anche di un aumento della criminalità ed inquietanti episodi di teppismo, che sono pericolosi campanelli di allarme di un tessuto sociale che mostra segnali di fortissimo disagio. Si tratta – spiegano - di una situazione che va affrontata con onestà intellettuale e determinazione, con misure di monitoraggio e cambio di rotta radicale, non volendo a tutti i costi, con arroganza e testardaggine, pretendere che il mondo esterno deve continuare ad adattarsi ad un modello che si è rivelato fallimentare”.
“Non solo il 'Documento del Presidente della Giunta regionale, recante: Umbria 2020 - Linee programmatiche 2015 -2020' – scrivono ancora Liberati e Carbonari -, ma anche il 'Documento di economia e finanza regionale 2016-2018' che domani sarà sottoposto all’esame del Consiglio, sono invece un tripudio di autoreferenzialità della Giunta Marini, inglesismi, indefiniti progetti (nella sostanza e/o nei mezzi per realizzarli), il tutto in un quadro politico, sociale ed economico del tutto estraneo ad una realtà molto diversa e, purtroppo per tutti noi, peggiore. In alcuni casi vi è una disperata ricerca di segnali positivi, come nel caso del leggero aumento dei depositi bancari (peraltro minore della media nazionale), che la Giunta vuole interpretare come segnale di ripresa, anche se è il sintomo più evidente (presente anche negli anni di crisi precedenti) di una sfiducia e paura verso il futuro che blocca la propensione alla spesa e all’investimento. Se veramente la Giunta ha a cuore il bene dell’Umbria e degli umbri deve smettere di voler mostrare una realtà che non esiste, fatta di 'ripresa da agganciare' e 'miglioramento', appigliandosi allo '0,1 per cento”.
“Come abbiamo già avuto modo di affermare in Consiglio in più di una occasione – ricordano Liberati e Carbonari -, il primo passo per risolvere un problema è ammettere che esiste. Il Movimento 5 Stelle in questi mesi ha avanzato proposte concrete (in primis il Reddito di cittadinanza) per affrontare efficacemente la piaga della povertà, della disoccupazione e del disagio sociale di tante persone che si sentono inutili e scoraggiate. Un reddito costante, dignitoso, accompagnato da adeguati e rigidi controlli, che – concludono - consentirebbe non solo di far calare la disoccupazione e far ripartire i consumi, ma garantire una vita dignitosa a tanti umbri a cui oggi è preclusa”. RED/as