TERZA COMMISSIONE: “DARE APPLICAZIONE AL PIANO SANGUE, MIGLIORARE LA GESTIONE DEI PUNTI DI RACCOLTA” - QUESTA MATTINA AUDIZIONE CON AVIS A PALAZZO CESARONI
La Terza commissione dell'Assemblea legislativa, presieduta da Attilio Solinas, ha ascoltato questa mattina i rappresentanti di Avis Umbria in merito a criticità e prospettive per il “Piano sangue”. Dall'incontro è emersa la necessità di organizzare meglio la raccolta di sangue ed emoderivati, tenendo conto delle esigenze dei donatori. E di attivare, nella provincia di Terni, delle unità mobili di raccolta che assicurino il servizio nelle aree marginali o più lontane dal capoluogo.
(Acs) Perugia, 9 febbraio 2016 – “Le criticità e le prospettive del 'Piano sangue' rappresentano un tema importantissimo per la sanità regionale, con implicazioni assistenziali molto rilevanti per le emergenze e in tutti i casi in cui sia necessario un supporto trasfusionale. Avis svolge un ruolo cruciale in Umbria in questo settore”. Lo ha detto, aprendo l'audizione con i rappresentanti regionali e provinciali dell'Avis, il presidente della Terza commissione dell'Assemblea legislativa, Attilio Solinas. All'incontro hanno partecipato Giovanni Magara, presidente Avis regionale, e Dino Iannaccio, presidente Avis provinciale di Terni.
Dagli interventi è emerso che i 17 centri di raccolta sangue in Umbria trattano circa 46mila sacche all'anno. Il precedente Piano non è stato applicato. Servirebbe un database unico con i dati dei donatori, in modo che tutte le strutture sanitarie della regione siano in grado di riconoscerli se si presentano nei centri di raccolta. I diversi sistemi di gestione dei dati impediscono alle aziende sanitarie di comunicare in modo efficace. Le strutture accreditate per le donazioni dovrebbero essere oggetto di verifica per controllare che abbiano ancora i requisiti. Le strutture dedicate alla raccolta del sangue non possono essere diminuite, dato che non si può chiedere ai donatori di effettuare un viaggio per andare a donare gratuitamente il sangue. Gli organismi di controllo e consultazione previsti dal vecchio Piano non sono praticamente mai stati riuniti. Il servizio di prelievo dovrebbe essere ottimizzato, ampliando gli orari di apertura, non limitandosi al sangue (che in certi periodi può non servire) e concentrandosi sugli emoderivati. Per quanto riguarda la provincia di Terni, è emersa la necessità di decentrare e non accentrare i punti di raccolta, per evitare che diminuiscano le donazioni. Già con una petizione popolare del 2013 è stato chiesto alla Regione di attivare un servizio di raccolta mobile, proprio per superare le difficoltà logistiche e sperimentare prelievi nelle città più piccole anche nei giorni festivi. Questo per dare risposta a chi lavora nel commercio e ai lavoratori precari, a cui non vengono riconosciuti i permessi per le donazioni. Sarebbe infine opportuno non prevedere l'obbligatorietà della prenotazione per la donazione.
Al termine dell'audizione il consigliere Maria Grazia Carbonari (M5S) ha auspicato che si possano "prevedere criteri di accesso prioritario alle donazioni per professionisti e commercianti che non usufruiscono di permessi lavorativi per le donazioni". Mentre Gianfranco Chiacchieroni (Pd) ha rilevato che “se la chiusura degli ospedali comporta la diminuzione dei donatori è necessario ripristinare i punti di prelievo nelle strutture sanitarie non ospedaliere, lì dove ci sono distretti e ambulatori che già svolgono altri servizi. Le donazioni statisticamente vengono fatte con più frequenza nel territorio di residenza e quindi lì devono esserci i centri di raccolta. A Gubbio, con lo spostamento dell'ospedale a Branca, le donazioni son calate del 50 per cento”. MP/