TERZA COMMISSIONE: RETTIFICA SUI DATI INERENTI LA DISABILITÀ PUBBLICATI DOPO L'AUDIZIONE DI MERCOLEDÌ: IN UMBRIA 59MILA DISABILI, PARI AL 7 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE
Nel lancio Acs di ieri, relativo all'audizione della terza commissione con il responsabile dell'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, Raffaele Goretti, e dei rappresentanti di alcune associazioni, veniva fornito il dato di 8mila 970 invalidi civili in Umbria: tale dato è relativo all'incidenza dell'invalidità civile certificata dall'Inps nel solo anno 2013 (l'ultimo disponibile per i rilevamenti dell'Osservatorio), mentre il numero totale delle persone con limitazioni funzionali in Umbria (fonte Istat) è di circa 59mila, pari al 7 per cento della popolazione umbra.
Di seguito si ripropone il testo corretto:
(Acs) Perugia, 11 dicembre 2015 – In Umbria nel più recente censimento scolastico rilevato dall'Istat, anno 2013-2014, ci sono 3mila 37 alunni con disabilità. Sono cresciuti quasi del 14 per cento rispetto all'anno scolastico precedente. Oltre il 65 per cento frequenta la scuola secondaria. I dati dell'Inps rilevano per il 2013 una incidenza di 8mila 970 invalidi civili in Umbria, per i 2/3 persone ultra65enni. Il numero totale delle persone persone con limitazioni funzionali in Umbria (fonte Istat al 2013) è di circa 59mila, pari al 7 per cento della popolazione: tali numeri fanno parte del rapporto dell'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, che il responsabile Raffaele Goretti ha consegnato mercoledì scorso ai membri della terza commissione, presieduta da Attilio Solinas.
Nel corso dell'audizione sono state ascoltate anche le istanze di alcune associazioni (Fish Umbria, Insieme per te, Aniu, Auci), che hanno evidenziato come le disabilità sono diverse e necessitano di trattamenti differenti, di una assistenza personalizzata che miri all'obiettivo di consentire una condizione di vita indipendente, attraverso una presa in carico globale delle persone.
INTERVENTI
RAFFAELE GORETTI (presidente dell'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità): “ Occorre affrontare il tema delle politiche da mettere in campo per dare corpo ai 50 articoli della convenzione Onu e la Giunta regionale dovrebbe recepire le proposte dei gruppi di lavoro su accompagnamento, visite, riconoscimento corretto dei certificati, riorganizzazione del percorso di accertamento, diritto alla salute, al lavoro, al movimento. Il tema della disabilità riguarda la qualità della vita di tutti i cittadini, non solo dei disabili e delle loro famiglie, che devono essere cittadini a pieno titolo. È un tema che interessa ciascuno di noi”.
Per le associazioni, la problematica più sentita è la mancanza di una presa in carico “globale” della persona con disabilità, “che tenga conto – ha spiegato ANDREA TONUCCI, vicepresidente Fish Umbria - della vita globale della persona, non attraverso un modello frammentato di prestazioni ma proprio della vita e dei diritti fondamentali, dando concretezza a quanto richiesto dalla convenzione Onu e previsto, ma inattuato, da una delibera regionale del 2012. Quindi, nel nuovo Piano sanitario ci dovrà essere traccia della presa in carico globale e del diritto a una piena indipendenza, mentre oggi vediamo una riduzione delle prestazioni e un mancato cambiamento nell'approccio. Non viene pienamente garantito il diritto alla vita indipendente, non viene garantita libertà di scelta specie sull'assistenza indiretta. Vita indipendente non vuol dire solo assistenza indiretta ma poter scegliere come vivere la propria vita. Non c'è un modello appropriato per tutti, non a tutti vanno bene le stesse prestazioni, si chiede perciò adeguata presa in carico globale, dare strumenti per riconoscere ciò di cui si ha bisogno, con quali risorse e entro quali limiti”.
ANTONIO TONZANI, in rappresentanza delle associazioni “Insieme per te” e “Aniu”, che tutelano i diritti delle persone non vedenti e ipovedenti, ha sottolineato la difficoltà di rappresentare le molteplici esigenze delle persone con disabilità: “Nel Piano sociale si parla di vita indipendente ma ci si riferisce solo a persone con disabilità motoria – ha detto – mentre non si parla di disabilità psichica, così come per i non vedenti è necessaria una sensibilità diversa. Tutte le persone hanno diritto a una vita indipendente e questo concetto contempla anche l'assunzione di un assistente personale, che non c'è e certamente non può essere una badante. Le persone non vedenti e ipovedenti chiedono alla Regione che si adoperi presso il Ministero della salute per ridurre le burocrazia nelle pratiche e aggiornare il nomenclatore per l'assegnazione dei presidi tecnologici, con evidenti risparmi: oggi un tablet offre lo stesso vantaggio di un ingranditore per la lettura e costa un terzo. Si richiede anche l'installazione della sintesi vocale nelle stazioni dei treni, negli autobus, nei centri storici e sul minimetro. Riduzione di tariffe telefoniche e taxi”.
Anche per MARA ZENZERI, in rappresentanza dell'Auci (Associazione umbra per le cardiopatie infantili), la disabilità “è un concetto ampio e per essere efficaci bisogna circoscrivere. Ci sono tantissime persone ultrasettantenni ma c'è anche una quota di disabili che non è compresa nei dati Inps, su cui si basa anche il lavoro dell'Osservatorio. La disabilità motoria crea certamente problemi ma c'è anche quella psichica. L'Auci di occupa dei bambini cardiopatici, ce ne sono 10 per ogni 1000. In generale c'è una visione troppo parcellizzata della disabilità. Bisogna distinguere i disabili dagli anziani, ma il Fondo per la non autosufficienza si rivolge a entrambi, Invece servono proposte diversificate, interventi diversi”. RED/pg