CREDITO COOPERATIVO: “AGEVOLARE LE FUSIONI TRA LE BANCHE UMBRE” - MOZIONE DI SOLINAS, LEONELLI, CHIACCHIERONI (PD) E ROMETTI (SER)
I consiglieri Attilio Solinas, Giacomo Leonelli, Gianfranco Chiacchieroni (Pd) e Silvano Rometti (SeR) hanno presentato una mozione da discutere in Aula con l'obiettivo di impegnare la Giunta regionale ad “intraprendere tutte le iniziative necessarie per agevolare e promuovere processi di fusione, in più fasi, tra le banche di credito cooperativo umbre, oltre che per realizzare eventuali, successive intese con le banche di credito cooperativo presenti in regioni limitrofe”. Nel documento, i quattro esponenti della maggioranza rimarcano che “il credito cooperativo italiano realizza, da oltre 130 anni, un modo originale ed efficiente di svolgere l’attività bancaria, secondo i principi di solidarietà economica e sociale, del localismo, del mutualismo e dell’autonomia”.
(Acs) Perugia, 28 ottobre 2015 - “La Giunta regionale intraprenda tutte le iniziative necessarie per agevolare e promuovere processi di fusione, in più fasi, tra le banche di credito cooperativo umbre, oltre che per realizzare eventuali, successive intese con le banche di credito cooperativo presenti in regioni limitrofe”. L'auspicio che la Giunta regionale si impegni in tal senso è contenuto in una mozione presentata da quattro consiglieri della maggioranza: Attilio Solinas, Giacomo Leonelli, Gianfranco Chiacchieroni (Partito democratico) e Silvano Rometti (Socialisti e Riformisti).
Nel documento, i firmatari ricordano che “il credito cooperativo italiano realizza, da oltre 130 anni, un modo originale ed efficiente di svolgere l’attività bancaria, secondo i principi di solidarietà economica e sociale, del localismo, del mutualismo e dell’autonomia. Le banche di credito cooperativo sono banche delle comunità locali e non perseguono un dividendo individuale, ma un vantaggio collettivo di ampio respiro, mirando al raggiungimento di importanti obiettivi quali la coesione sociale, la crescita responsabile e sostenibile del territorio nonché il bene comune”. I quattro esponenti della maggioranza consiliare evidenziano che “il sistema delle banche di credito cooperativo è uno strumento insostituibile per il sostegno all’economia reale, tenuto anche conto del ruolo anticiclico svolto dallo stesso. Le quote di mercato delle banche di credito cooperativo dimostrano l’efficacia di un sistema bancario legato al territorio che non ha fini speculativi. Il cui target è costituito, prevalentemente, da medie, piccole e piccolissime imprese, vera spina dorsale del sistema produttivo italiano”.
Solinas, Leonelli, Chiacchieroni e Rometti rimarcano che “negli ultimi venti anni i collaboratori delle banche di credito cooperativo sono passati da circa 18 mila a circa 37 mila, nonostante i processi di fusione e aggregazione. La Banca d’Italia, in più occasioni, ha sottolineato l’esigenza, per le banche di credito cooperativo, di perseguire forme di integrazione che consentano di continuare a sostenere i territori e le comunità locali di riferimento, preservando lo spirito mutualistico e mantenendo condizioni di sana e prudente gestione. Anche a seguito delle indicazioni formulate in sede europea, è in corso una seria e attenta riflessione da parte del Governo, della Banca d’Italia e delle stesse banche di credito cooperativo per riformare il sistema bancario cooperativo. L’esito finale della riforma – scrivono nella mozione - dovrebbe comportare l’introduzione del modello del 'gruppo cooperativo', caratterizzato, sul piano organizzativo, da strutture 'paritetiche' nelle quali una capogruppo, direttamente o indirettamente partecipata dalle banche cooperative, esercita su di esse un ruolo di indirizzo e di controllo”.
I quattro promotori del documento spiegano che “per conferire piena efficacia al gruppo cooperativo paritetico, la capogruppo dovrebbe presentare le seguenti caratteristiche: natura di s.pa. bancaria, in modo da poter accedere direttamente al mercato dei capitali; incisività dei poteri di direzione e coordinamento, in modo da assicurare unità di indirizzo delle linee strategiche e corretti incentivi di governance, nonché per massimizzare le sinergie di costo e di ricavo; adeguata capacità di vaglio sulle componenti del gruppo. La riforma del credito cooperativo consentirebbe, tra l’altro, di irrobustire le dotazioni patrimoniali e, conseguentemente, di facilitare l’erogazione di nuovo credito. Tutte le grandi banche a valenza nazionale e internazionale, che operano nel territorio regionale, hanno i propri centri decisionali collocati al di fuori dei confini della nostra Regione. E nella vicina Toscana è in atto un processo aggregativo che porterà il numero delle banche di credito cooperativo da 36 a poco più di 10”. Per i consiglieri regionali firmatari della mozione è quindi “necessario che anche in Umbria si proceda speditamente ad avviare un processo di aggregazione delle banche di credito cooperativo, peraltro ben radicate nel territorio e dotate di risorse significative. Pertanto – scrivono – risulta positivo il dialogo avviato in tale direzione tra le banche di credito cooperativo della nostra regione. Le fusioni tra le banche di credito cooperativo umbre – aggiungono -, in ragione del loro radicamento sul territorio, nonché dell’associazionismo diffuso, delle risorse a disposizione e dei loro bilanci 'sani', potrebbero dare un nuovo e concreto impulso allo sviluppo dell’economia regionale. Quindi – concludono - con le predette fusioni bancarie si potrebbero ottenere, oltre a dimensioni patrimoniali più adeguate, il mantenimento dei posti di lavoro, nonché una migliore qualificazione del personale ed una accresciuta capacità di soddisfare le esigenze delle imprese umbre in questa iniziale fase di ripresa economica”. RED/as