LAVORO: “FARE CHIAREZZA SUL RITARDO NEI PAGAMENTI DELLA CASSA INTEGRAZIONE IN UMBRIA” - MANCINI E FIORINI (LEGA NORD) ANNUNCIANO UNA INTERROGAZIONE ALLA GIUNTA
(Acs) Perugia, 18 settembre 2015 - “Dalle continue sollecitazioni che riceviamo dai lavoratori emerge un quadro critico: ci sono persone in attesa del pagamento della cassa integrazione da più di otto mesi. Si tratta di famiglie in difficoltà per la perdita del reddito, e l'aggravante del ritardo risulta inaccettabile e lesiva della loro stessa dignità. Anche in questo caso, per la Lega, prima vengono le nostre famiglie”. Lo dichiarano i consiglieri regionali Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini (Lega nord Umbria), annunciando l'imminente presentazione di una interrogazione con la quale chiederanno alla Giunta regionale di rispondere in Commissione circa i ritardi segnalati.
“In linea con il programma del centrodestra e attenti alle problematiche del lavoro – spiegano i consiglieri di opposizione – presenteremo un atto ispettivo urgente per conoscere le motivazioni dei mancati pagamenti della cassa integrazione in Umbria. Riteniamo doveroso chiamare l'Esecutivo regionale a spiegare questa situazione affinché i cittadini possano avere delle risposte concrete e comprendere l'origine di questo problema. Da una veloce ricognizione delle criticità – aggiungono - emerge l'impegno dei dipendenti degli uffici amministrativi della Regione per accorciare i tempi delle pratiche che coinvolgono circa 13mila lavoratori e 2500 imprese. Va però fatta chiarezza sul lavoro svolto da altri enti, quale l'Inps, che per le domande del 2015 ha già sollevato delle pregiudiziali sulle disposizioni del decreti interministeriale '83473/2014'”.
“La situazione dei lavoratori – concludono i componenti del gruppo consiliare della Lega nord – sta diventando insostenibile. Chiediamo agli organi competenti di decidere presto e con responsabilità, trovando le risorse necessarie. Va infatti ricordato che si tratta di fondi che, per anni, imprese e lavoratori hanno versato alla fiscalità generale e che ora devono essere restituiti al territorio regionale secondo le diverse necessità”. MP/