LAVORI D'AULA (4): “INTRODURRE IL REDDITO DI CITTADINANZA REGIONALE” - RINVIATA IN COMMISSIONE LA MOZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha deciso di rinviare in Commissione la mozione del Movimento 5 stelle con cui si propone di introdurre in Umbria il “reddito di cittadinanza” su base regionale. Ampia convergenza sulla proposta, sia pure con vari distinguo.
(Acs) Perugia, 15 settembre 2015 - L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha deciso di rinviare in Commissione la mozione del Movimento 5 stelle con cui si propone di introdurre in Umbria il “reddito di cittadinanza” su base regionale. Ampia convergenza favorevole sulla proposta, sia pure con vari distinguo. Prevista una tempistica compresa fra 60 e 90 giorni per arrivare a un documento di partenza, da integrare con le prospettive che verranno fornite in base ai documenti di programmazione finanziaria della Regione e alle misure eventualmente adottate dall'Esecutivo nazionale.
LA MOZIONE: “Introdurre il reddito minimo di cittadinanza per ridurre la povertà con un supporto economico di 780 euro al mese a disoccupati, inoccupati, lavoratori precari e pensionati al minimo”. È questa la richiesta della mozione presentata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari.
Per Liberati e Carbonari “le risorse per finanziare questo strumento andrebbero reperite partendo da una drastica riduzione dei costi gestionali della Regione e dalle sacche di spreco e inefficienze, iniziando a ottenere di più anche dalle multinazionali che sfruttano le risorse del nostro territorio, come quelle idriche, concesse a costi irrisori”. Nella mozione, inoltre, si chiede “l'attuazione di una seria organizzazione dei centri per l'impiego e del sistema dell'istruzione e formazione professionale per far incontrare domanda e offerta del lavoro”.
“Un provvedimento necessario – ha spiegato Liberati in Aula - perché la povertà e la crisi economica, che in Umbria è crisi di sistema e strutturale, hanno incrementato la diseguaglianza sociale e indebolito fortemente la domanda interna. Inoltre la povertà colpisce con effetti più importanti e deleteri sopratutto giovani, bambini e nuclei familiari. Senza dimenticare che tutti i paesi dell'Ue, ad eccezione dell'Italia, della Grecia e dell'Ungheria, prevedono forme di sostegno al reddito minimo di cittadinanza. Non è una questione di bandiera – ha detto Liberati - ma di trovare unità d'intenti, ritrovarci tutti nella stessa umanità. Potremmo fare un pezzo di storia in maniera pioneristica, andando a recuperare denari dove vi sono sprechi e inefficienze, individuando la platea degli interessati”.
INTERVENTI
MARCO SQUARTA (FDI): “ACCOGLIAMO POSITIVAMENTE LA MOZIONE DEL GRUPPO 5 STELLE, INTENDENDOLO COME REDDITO MINIMO GARANTITO MA CON DEI PALETTI che abbiamo già dichiarato: la residenza da almeno 5 anni in Umbria, il limite di tempo per usufruire della misura di sostegno a 24 mesi e con relativo monitoraggio, intendendo quindi il provvedimento non come beneficio di natura assistenziale ma in cambio di lavori socialmente utili e altro. Propongo quindi di analizzare in commissione, dandoci una durata temporale ristretta, i dettagli su chi dovrà beneficiarne e sul come elargire i redditi”.
GIACOMO LEONELLI (Partito Democratico): “SERVE UN PERCORSO DI STUDIO SULL’INTRODUZIONE DI MISURE DI SOSTEGNO AL REDDITO, sulla falsariga di quanto è già stato fatto dal Friuli–Venezia Giulia. Il Movimento 5 Stelle pone l'attenzione su un problema reale. Liberati propone una misura sulla quale ho qualche perplessità perché universalistica che, dando qualcosa a tutti rischia di sottrarre risorse a chi ne ha davvero bisogno, rischiando di ingenerare iniquità. Per questo propongo di avviare un approfondimento in Prima Commissione che, in 60 o al massimo 90 giorni, possa arrivare a fotografare al meglio la situazione per fasce di reddito, di età, aree del territorio, così da mettere a punto una misura, economicamente sostenibile ed efficace, che sostenga il reddito delle persone più in difficoltà. È un impegno che il Pd deve prendersi, anche perché essendo maggioranza assoluta in consiglio non deve chiudersi aprioristicamente alle proposte delle minoranze. La crisi in questi anni ha fatto molto male all'Umbria e il Pd non può sottrarsi al trovare delle risposte a quei cittadini umbri in grosse difficoltà economiche, a cominciare da quel 7 per cento che versano in povertà assoluta, come segnalato dall’Istat”.
CLAUDIO RICCI (Portavoce centrodestra e liste civiche): “DICIAMO SÌ A QUESTA IDEA MA DOBBIAMO CAPIRE COME AGIRE. Serve discuterne in commissione. Serve un'analisi di fattibilità su quanto la regione realisticamente potrà trovare per questa misura o per misure simili. Potrebbe essere importante coinvolgere la fiscalità nazionale e regionale e pensare ad un meccanismo di aiuto rivolto non alla persona ma al nucleo familiare, visto che sono oltre 30mila quelle che in Umbria hanno problemi rilevanti. Serve disegno di legge. Non escludendo la creazione di fondo regionale con alimentazione economica non solo dal bilancio corrente ma sostenuto anche da associazioni o fondazioni, di componente privatistica, correlate alle denunce dei redditi. Serve dialogo anche alla luce dei risultati delle elezioni del maggio scorso, visto che il gruppo del centrodestra e delle liste civiche sommato al Movimento 5 Stelle rappresentano il 57.5 per cento degli elettori umbri. Sono d'accordo sul reddito di cittadinanza perché condivido le teorie economiche che stanno sotto, e che puntano a tenere attivo l'innesco del consumo nei periodi di crisi, per il sostegno al Pil e allo sviluppo economico delle singole realtà locali. Ciò nonostante va fatta una riflessione tecnica perché il quadro legislativo nazionale e quello regionale rendono il tema complesso. A cui si aggiunge la complessità economica dello Stato e della nostra regione. Ciò nonostante bisogna lavorare ad un strumento che aiuti almeno una prima fascia che ha maggiore difficoltà”.
SILVANO ROMETTI (SeR): “SIAMO CULTURALMENTE D'ACCORDO DA SEMPRE, COME SOCIALISTI, A QUESTE MISURE. NON SI TRATTA DI FINANZIARE L'OZIO. SERVE UNA MISURA MIRATA, CHE NON RIGUARDI CHI NASCONDE I REDDITI, che non porti le distorsioni delle case popolari. Servono dunque criteri attuativi stringenti. Le acque minerali in Umbria danno come reddito 1,5 milioni al bilancio regionale. Se raddoppiassimo il canone recupereremmo altri 1,5, queste sono le cifre. Va dunque fatto un approfondimento con la Giunta per valutare la compatibilità finanziaria. Interessanti le proposte del consigliere Ricci di attrarre chi capisce che non può essere negato un reddito minimo solidale”.
RAFFAELE NEVI (Forza Italia): “BENE LA PROPOSTA DI APPROFONDIRE LA QUESTIONE IN COMMISSIONE. Il Movimento 5 Stelle va di moda ma della povertà non ne parliamo certo da oggi. Io stesso nel 2012 dissi che era giunto il momento di affrontare una discussione seria sul problema di chi perde il lavoro. Allora proposi, come avvenuto in Piemonte con il governo del Centrodestra, di stipulare un 'Patto per la famiglia'. In Europa c'è il reddito minimo che non c'entra niente con l'aberrazione proposta dai 5 Stelle in Parlamento. Per reddito di cittadinanza si intendono una montagna di cosa: dobbiamo capire cosa c'è dietro alle parole. Non ho mai aperto al reddito della cittadinanza, mi ritrovo nella posizione della Lega. Sono affezionato agli strumenti che ci sono in Francia, dove c'è un sistema completamente collegato alla famiglia. Lo strumento deve essere tarato perfettamente alle esigenze della famiglia, che è la principale vittima della crisi. Il sistema di welfare pensato dalla sinistra in Umbria è totalmente fallimentare. Leonelli oggi ha detto cose non scontate dato che fino a pochi anni fa era impossibile mettere in dubbio il sistema sociale umbro. Ad esempio, i 2,5 milioni della Regione come contributo affitti era una cosa indecente ed inutile, che portava 20 euro al mese di contributo alle famiglie. Andrebbe costituito un fondo con Regioni, Comuni e fondazioni bancarie, evitando doppioni e sovrapposizioni. Sui tempi di residenza: i due anni e mezzo proposti nono vanno bene. Bisogna vedere cosa è stato fatto in Europa e copiare le best practice europee per proiettare l'Umbria verso un livello avanzato. In Friuli non c'è nulla, hanno approvato una legge che non riescono ad applicare. In Liguria stanno approfondendo il tema per trovare una soluzione avanzata”.
EMANUELE FIORINI (Lega nord): “NON CONDIVIDIAMO QUESTO STRUMENTO CHE RENDE LE PERSONE SCHIAVE DELLO STATO MA DISPONIBILI A DISCUTERNE IN COMMISSIONE - Vorrei leggere l'articolo 4 e 36 della Costituzione sul diritto al lavoro e alla retribuzione proporzionata. Necessario ripristinare la dignità del lavoro invece che di reddito di cittadinanza. Non condividiamo questo strumento che rende le persone schiave dello Stato. Il reddito di cittadinanza assomiglia al fondo sociale europeo, si tratta solo di cambiargli il nome? Siamo a favore della creazione di un piano regionale di sostengo a persone e famiglie in difficoltà economiche. Siamo disposti a portare la mozione in Commissione”.
MARIA GRAZIA CARBONARI (M5S): “L'IMPORTANTE NON È IL NOME DELLA MISURA MA L'ESIGENZA DI OFFRIRE SOSTEGNO ALLE PERSONE CHE HANNO NECESSITÀ CHE NOI NEPPURE COMPRENDIAMO. A proposito di Costituzione, il reddito di cittadinanza viene individuato come un risarcimento per mancato procurato lavoro. Quindi se la Repubblica non riesce ad assicurare un lavoro ai più sfortunati, entra in ballo l'articolo 38, che prevede esigenze adeguate di vita per chi non è in grado di assicurarsi un reddito adeguato. Queste misure servono anche a far riprendere i consumi e a far ripartire l'indotto. Dobbiamo tenere conto dei diritti dei più deboli”.
GIUSEPPE BIANCARELLI (Umbria più uguale): “ESPRIMO APPREZZAMENTO PER L'INIZIATIVA DEL MOVIMENTO 5 STELLE. Già in passato ho sollevato l'esigenza del reddito si cittadinanza. Bene questa predisposizione dimostrata dall'Aula. Siamo in una società che soffre. Ci sono situazioni e casi umani terribili. Su questa battaglia dobbiamo essere uniti. Nel nostro programma politico abbiamo tre punti: riduzione dei costi della politica, come segnale di buon costume; favorire il lavoro innovative con la creazione di nuove start up; lotta alla povertà dilagante. Ci sono 185mila persone, secondo i dati dell'Aur, che vivono con un reddito insufficiente. L'Umbria vanta una grande tradizione di civiltà democratica, di grande coesione sociale. È chiaro che la crisi aumenta le disuguaglianze. L'imposizione fiscale in Europa sta assumendo caratteri regressivi. Ricordo che già nel 2009, in questo Consiglio regionale, l'allora consigliere Stefano Vinti propose un atto legislativo analogo a questo di oggi. Nel programma di legislatura della presidente Marini ci sono pagine in cui si legge la volontà di mettere in campo azioni concrete contro le povertà. Si tratta nello specifico del paragrafo dedicato alla tutela della salute e alla coesione sociale. È innegabile che esistono problemi seri di copertura finanziaria. Per questo è importantissimo, in questa fase, rendere lo strumento estremamente selettivo. Le poche risorse a disposizione devono raggiungere le fasce più sofferenti della società umbra. Proprio ieri è uscito in Italia un libro di un economista americano, colui che è stato il responsabile della politica economica di Clinton. Si intitola 'Come salvare il capitalismo'. Emerge che la terapia principale è il reddito minimo universale, come dire il reddito di cittadinanza. È fuori discussione che nelle società occidentali stanno aumentando le disuguaglianze”.
SERGIO DE VINCENZI (Ricci presidente): “SGANCIATO DAL LAVORO, IL REDDITO DI CITTADINANZA CREA UN PROBLEMA MORALE. Questo del reddito di cittadinanza è un tema interessante che ci porta a ripensare la società umbra. Non basta il reddito di cittadinanza. Esiste un problema di vita nel suo complesso. Serve una riflessione ad ampio raggio. Il reddito di cittadinanza ci porta ad una tipologia di economia che nel dopoguerra è stata inclusa nel Piano Marshall. Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità delle persone. Sganciato dal lavoro, il reddito di cittadinanza crea un problema morale. Reputo importante andare in Commissione per ripensare nel complesso la società umbra. Bisogna tornare indietro e ritornare a parlare delle politiche familiari come nucleo fondante della società”.
FABIO PAPARELLI (assessore regionale): “Nella teoria economica corrente sono previsti due interventi di natura non previdenziale: reddito di cittadinanza e reddito minimo garantito. Qui sono stati usati entrambi i termini indistintamente. LA MOZIONE PARLA DI REDDITO DI CITTADINANZA, PROVVEDIMENTO CHE NON FA DISTINZIONE TRA RICCHI E POVERI, E HA COSTI ALTISSIMI. REDDITO MINIMO GARANTITO È INVECE INTERVENTO DI CARATTERE SELETTIVO E HA UN COSTO PIÙ CONTENUTO. Quello di cittadinanza è di tipo universalistico, ed è iniquo: potrebbe esserci assenza di reddito ma ricchezze possedute, non è provvedimento subordinato ad accertamento delle condizioni economiche. In Umbria il totale della spesa, a 500 euro al mese come prevede la proposta su scala nazionale, sarebbe di 350 miliardi. Dobbiamo poi tenere conto delle raccomandazioni dell'Unione Europea, nel quadro della strategia 2014-2020, di usare misure non solo passive ma anche di carattere attivo. E anche di considerazioni economiche che, attenendosi al 2014, mostrano un'Umbria con una disposizione dei redditi più omogenea, una minore disparità distributiva, insomma una regione fra le meno diseguali d'Italia. Significa che occorre promuovere anche una crescita economica equilibrata per produrre maggiore uguaglianza. I dati sul Pil fanno ben sperare. Chi sono poi i destinatari di una misura universale? In Umbria abbiamo 142mila 223 persone iscritte nei centri per l'impiego, di cui 21mila percettori di ammortizzatori sociali, per cui dovremmo garantire reddito a circa 120mila persone, da moltiplicare per 780 euro, come prevede la proposta del Movimento 5 stelle. Non basterebbero le previsioni di recupero somme da sprechi e altro. Un provvedimento come questo deve essere utile per un periodo in cui il soggetto dimostri volontà di cercare lavoro, non finire nelle tasche di chi ciò non vuole. Inoltre, nel quadro delle politiche attive per l'inclusione sociale suggerito dall'Ue, sono previsti 55 milioni dal Fondo sociale europeo destinati al contrasto alla povertà e all'inclusione sociale. E c'è un Piano nazionale per il 2016 su questo tema, col quale dobbiamo confrontarci. Al momento ci sono solo risorse per 1,2 miliardi di euro più 790 milioni del Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti. Come regione dobbiamo sostenere la proposta del governo nazionale, coordinarci con essa, come facciamo per la politica industriale. Verifichiamo quindi le condizioni per un reddito minimo garantito coordinandoci con la direzione che sta prendendo il Paese. Ben venga il confronto in commissione, approfondiamo un ragionamento che guardi a misure di carattere selettivo, puntando sulla inclusione sociale attiva”. PG/MP/DMB/AS