Regione Umbria - Assemblea legislativa


AMBIENTE: “THYSSEN KRUPP DOVRÀ PAGARE I DANNI CHE CAGIONA” - LIBERATI (M5S): “NECESSARIA RICOGNIZIONE SU CONFLITTI DI INTERESSE E FINANZIAMENTI DIRETTI E INDIRETTI ALLA POLITICA”

In sintesi

Il consigliere regionale Andrea Liberati (M5S) punta il dito contro la Thyssen Krupp e chiede che “la multinazionale paghi i danni provocati dalle emissioni di fumo degli impianti di Terni” e che la politica prenda posizione tutelando la salute e i beni dei cittadini “anziché impegnarsi nel coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti per riqualificare con le dovute cospicue risorse le nostre produzioni a spese degli avidi tedeschi”.

 

(Acs) Perugia, 15 giugno 2015 - “La Thyssen Krupp deve pagare tutti i danni causati alla nostra salute, alle nostre vite, alla nostra alimentazione da buttare, ai beni mobili e immobili, mentre la classe dirigente industriale, politica e sindacale deve sostenere questa causa anziché mantenere l'atteggiamento omertoso che ha consentito alla multinazionale di agire nell'illegalità, come rilevato perfino dall'Arpa, secondo cui l’Autorizzazione integrata ambientale 'non garantisce gli standard ambientali'”: lo dice il neo consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati.

“Sono anni – spiega - che denunciamo l’obsolescenza di segmenti importanti degli impianti siderurgici di Terni: abitando nei dintorni delle Acciaierie, posso personalmente testimoniare come l'incidente della cosiddetta fumata rossa, sprigionatasi platealmente venerdì scorso, non sia un caso episodico. Certi cieli variopinti su Terni sono ben visibili a chi ha occhi per vedere. Certe emissioni non captate si ripetono infatti da tempo, in varia misura e con una propria regolarità. Tale pervasivo e sistematico inquinamento cagionato dal gruppo teutonico è la spia di un modo di fare di stampo para-coloniale benevolmente assecondato da numerose e interessate quinte colonne politiche e sindacali locali, parimenti assai tenere con la Thyssen Krupp, pure dopo i drammatici tagli occupazionali dell’estate scorsa, al di là dei teatrini di rito e nonostante l’azienda fosse ampiamente fuorilegge su versanti cruciali per la salute pubblica”.

“Noi – prosegue Liberati - non da oggi, scriviamo viceversa alla stessa TK, all’Arpa, al sindaco di Terni, alla Provincia (ora dirette dalla stessa persona) fino alla Regione, al Governo e alla Magistratura medesima per segnalare i gravissimi insulti all’uomo e al Creato determinati da questo disinvolto modo di fare da parte della multinazionale. Certo è che, unitamente al M5S comunale e nazionale, a questo punto lavoreremo affinché la Thyssen Krupp e i suoi famigli paghino tutti i danni causati: cari signori, iniziano tempi nuovi!”.

“La pugna – continua - va avanti da anni, nell'indifferenza di tanti; una battaglia tuttora aperta, condotta fino in sede ministeriale. Risultati? Mentre la vecchia politica perde tempo, contribuendo di fatto e di diritto ad affossare l'azienda, proseguendo con nascondimenti affatto lirici, con liturgie da dinosauri, con conflitti di interesse ancora da dichiarare, coi suoi partiti finanziati da Federacciai e da chissà chi altri, con clientelismi contenuti solo dalla crisi, la libera Magistratura avvia con coraggio iniziative nuove, procedendo finalmente in direzione del ripristino della legalità contro le condotte talora turpi di una classe dirigente industriale, politica e sindacale più adusa all’ermetismo omertoso delle tre scimmiette che alla luce della verità. Quale verità? Le incontrovertibili contaminazioni di tutte le matrici. La stessa Arpa ha recentemente vergato parole pesantissime: l’Autorizzazione Integrata Ambientale 'non garantisce gli standard ambientali', ma si prosegue come sul Titanic, senza decidere alcunché, al di là della necessità di una nuova Aia. Così, anziché impegnarsi nel coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti per riqualificare con le dovute cospicue risorse le nostre produzioni a spese degli avidi tedeschi, finora legibus soluti come altri non solo a Taranto, i citati dinosauri della politica ci mantengono in compagnia di impianti logori che costituiscono un pericolo quotidiano anzitutto per la salute dei lavoratori delle acciaierie, fratelli ridotti a carne da macello per via di un perverso sistema politico-economico-finanziario che trasforma in numeri meccanografici le vite umane”.

“In un simile contesto – conclude Liberati - si sono ramificate atmosfere corruttive che, come dimostrano puntuali indagini giudiziarie, hanno connotato per anni alcune attività in seno all’azienda; attività dinanzi alle quali politici e sindacalisti apicali sono stati lungamente afoni, nell’auspicio che ovviamente non abbiano poi preso parte all’osceno banchetto. Attendiamo ulteriori sviluppi al riguardo”. RED/pg


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