SANITÀ: “PER L'EX OSPEDALE CALAI NON UN PIANO DI VALORIZZAZIONE MA DI SVENDITA E DEMOLIZIONE” - NOTA DI MONACELLI (UDC)
Il capogruppo regionale dell'Udc, Sandra Monacelli, attacca il piano di valorizzazione dell'ex ospedale Calai approvato dal Consiglio comunale di Gualdo Tadino che secondo lei è “un piano di svendita e di demolizione”. Secondo Monacelli questo dimostra che la Regione Umbria “non solo ha abbandonato Gualdo a se stessa, ma, con l'avallo e l'inerzia dell'esecutivo comunale, la considera come territorio da saccheggiare”.
(Acs) Perugia, 9 aprile 2015 – “Più che un piano di valorizzazione dell'ex ospedale Calai, quello approvato ieri dal Consiglio comunale di Gualdo Tadino è un piano di svendita e di demolizione”. È quanto afferma il capogruppo regionale dell'Udc, Sandra Monacelli.
“Un autentico scempio – prosegue Monacelli - nel quale Asl 1 e Regione Umbria, che è la regista occulta di tutta l'operazione, hanno avuto vita facile con l'attuale Amministrazione comunale gualdese nel far passare un progetto che di fatto seppellisce ogni speranza di rinascita di quell'area e dell'intero centro storico. Così, anziché ripagare i gualdesi per la chiusura del loro ospedale, come sbandierato decine di volte dai vari amministratori regionali, presidente Marini in testa, con questa operazione Asl e Regione alla fine si metteranno in tasca un bel po' di quattrini grazie al cambio di destinazione d'uso dell'area, gentilmente concesso dalla giunta di Gualdo, con conseguente messa in vendita delle palazzine come locali ad uso residenziale-commerciale. Quindi piano di valorizzazione sì, ma dei bilanci dell'Asl”.
“Già con il solo trasferimento dell'Easp presso il Calai – continua Monacelli - l'operazione sarebbe stata mediocre e al ribasso. Ora che anche quella struttura resterà dove si trova e addirittura verrà abbattuta la 'stecca' del Calai in base a fumose considerazioni dei tecnici Asl, neanche verificate dagli uffici comunali, l'intervento sarà addirittura deleterio per la comunità gualdese, che aveva pagato con soldi propri quell'immobile. Nei protocolli d'intesa sottoscritti precedentemente si prevedeva una messa a norma, a spese dell'Asl, dell'intera struttura, oltre alla presenza di nuovi servizi. Il Comune di Gualdo non avrebbe dovuto spendere un centesimo. E il mutuo acceso dall'Easp sarebbe stato ripagato dai pazienti inviati dalla Asl. Questi erano gli accordi”.
Per Monacelli “giova quindi ricordare che l'inizio di questa vicenda coincide con l'apertura a Branca del reparto di Rsa, in netta concorrenza con l'Easp. Per prima denunciai questa iniziativa, definendo a quel punto 'carta straccia' il protocollo d'intesa firmato pochi mesi prima. Anziché avere il sostegno dell'amministrazione dell'epoca, che avrebbe dovuto far sentire la propria voce verso Asl e Regione, venni attaccata. Il tempo è galantuomo e ora che il vero piano di Asl e Regione è venuto alla luce, indubbiamente la Cassandra aveva visto giusto. Purtroppo. Ora, per cercare di fermare questo scempio, tocca ai cittadini e alla cosiddetta società civile far sentire forte la propria voce se non vorranno vedere andare irreparabilmente in frantumi una delle poche possibilità di rinascita economica della città”.
“L'amministrazione comunale e il monocolore Pd che governa Gualdo Tadino – conclude Monacelli - con questa sciagurata iniziativa si sono assunti un'enorme responsabilità di fronte alla popolazione e hanno mostrato quanto debole sia il loro peso nei confronti degli altri enti territoriali. La Regione Umbria, che in vista delle prossime elezioni ha già iniziato a fare passerella a Gualdo con i suoi massimi rappresentanti, mostra una volta di più quanto tenga in considerazione la città e l'intera Fascia Appenninica. Non solo l'ha abbandonata a se stessa, ma, con l'avallo e l'inerzia dell'esecutivo gualdese, la considera come territorio da saccheggiare”. RED/dmb