BIOMASSE: “RIAPRIRE POSSIBILITÀ DI UTILIZZARE AGRONOMICAMENTE IL DIGESTATO IN AREE CON TERRENI DI PERTINENZA AZIENDALE” - CHIACCHIERONI (PD) E NEVI (FI) INTERROGANO LA GIUNTA REGIONALE
I consiglieri regionali Gianfranco Chiacchieroni (Partito democratico) e Raffaele Nevi (Forza Italia) hanno presentato un'interrogazione alla Giunta regionale legata al 'contesto normativo relativo alla realizzazione di impianti a biogas da reflui zootecnici e utilizzo agronomico del digestato'. All'Esecutivo di Palazzo Donini chiedono, in sostanza, “di riaprire la misura che concede la possibilità di utilizzare agronomicamente il digestato liquido all’interno delle aree critiche in cui risiedono i terreni di pertinenza aziendale”. Per i due firmatari “l’urgenza è dettata dall’esigenza di investire in tempi brevi in queste fonti di energia rinnovabile, così come dettato dal Piano energetico regionale e dagli investimenti previsti da misure specifiche agroambientali”.
(Acs) Perugia, 4 febbraio 2015 – I consiglieri regionali Gianfranco Chiacchieroni (Partito democratico) e Raffaele Nevi (Forza Italia) hanno presentato un'interrogazione legata al 'contesto normativo relativo alla realizzazione di impianti a biogas da reflui zootecnici e utilizzo agronomico del digestato', chiedendo alla Giunta regionale “di riaprire la misura che concede la possibilità di utilizzare agronomicamente il digestato liquido all’interno delle aree critiche nelle quali risiedono i terreni di pertinenza aziendale”. Per i due firmatari “l’urgenza è dettata dall’esigenza di investire in tempi brevi in queste fonti di energia rinnovabile, così come dettato dal Piano energetico regionale e dagli investimenti previsti da misure specifiche agroambientali”.
Nella premessa al loro atto ispettivo, Chiacchieroni e Nevi ricordano che “la normativa regionale in materia prevede una strategia di sviluppo a breve termine per la produzione di energia da fonti rinnovabili che porti, nel 2020, al raggiungimento dell'obiettivo europeo fissato per l'Italia al 17 per cento rispetto al consumo finale. Il documento – ricordano - fa esplicito riferimento agli obiettivi della 'strategia europea '20/20/20' che combina tre obiettivi: risparmio energetico e incremento delle fonti rinnovabili; riduzione delle emissioni di gas serra; riduzione concomitante di inquinanti locali. E gli impianti di biogas da reflui zootecnici – puntualizzano - soddisfano pienamente queste esigenze. La produzione di biogas da reflui zootecnici con destinazione energetica rappresenta anche una grande opportunità per le impresse agricole.
Dopo aver rimarcato e spiegato come “la trasformazione dei reflui in digestato apporta molteplici benefici ambientali”, Chiacchieroni e Nevi evidenziano come “la Regione Umbria, attraverso il 'Piano regionale di tutela delle acque', ha esaminato la situazione ambientale e predisposto precise misure per la riduzione dell’inquinamento da nitrati nelle aree critiche”.
“Per far fronte alle problematiche della zootecnia in Umbria – scrivono gli interroganti nel loro atto ispettivo - l’assessorato all’Agricoltura si è mosso con un Piano zootecnico regionale prospettando una sperimentazione volta a verificare la possibilità di un uso razionale e secondo metodiche moderne dei liquami zootecnici. Ma questa situazione transitoria, seppure accettabile per la maggior parte delle aziende, non lo è per chi deve fare un investimento per la realizzazione di un impianto di biogas. A livello nazionale – spiegano - è in discussione la normativa per definire l’utilizzo del digestato e già oggi, la legge '134/2012' indica che 'il digestato è equiparabile, per quanto attiene agli effetti fertilizzanti e all'efficienza di uso, ai concimi di origine chimica'. Ed in questa direzione anche la Regione Umbria ha regolato l’utilizzazione agronomica del digestato come sottoprodotto, anche se proveniente da altre regioni”.
Chiacchieroni e Nevi rimarcano anche che, “in Umbria, le aziende zootecniche suinicole, seppure interessate ad effettuare impianti di biogas da biomasse, da sole o in forma consorziata, manifestano molte perplessità per la realizzazione di essi, in quanto ad oggi la normativa regionale non dà certezze sulla possibilità di utilizzo agronomico futuro del digestato liquido nelle aree critiche, che rappresentano la maggioranza del territorio in cui sono presenti allevamenti suinicoli”. RED/as