Regione Umbria - Assemblea legislativa


WELFARE: “EVITARE ILLEGITTIMITÀ NELLA PERMANENZA OLTRE I TEMPI PREVISTI DI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN STRUTTURE NON AUTORIZZATE” - INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA DI BUCONI (SOCIALISTI)

In sintesi

Il capogruppo del Partito socialista, Massimo Buconi, ha presentato una interrogazione a risposta immediata alla Giunta regionale per conoscere “quali siano gli adempimenti, e da chi debbano essere posti in essere, per evitare l'insorgere di situazioni di illegittimità dovuta alla permanenza in strutture non autorizzate di anziani non autosufficienti oltre i tempi previsti ed eventualmente chi debba essere preposto al controllo del rispetto delle relative procedure e dei conseguenti provvedimenti”.

(Acs) Perugia, 17 dicembre 2014 –“Quali sono gli adempimenti, e da chi debbono essere posti in essere, per evitare l'insorgere di situazioni di illegittimità dovuta alla permanenza in strutture non autorizzate di anziani non autosufficienti oltre i tempi previsti e chi deve essere preposto al controllo del rispetto delle relative procedure e dei conseguenti provvedimenti”: è quanto chiede alla Giunta regionale, con una interrogazione a risposta immediata, il capogruppo del Partito socialista dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Massimo Buconi.

“Il periodo di permanenza della persona anziana nella struttura socio-assistenziale – spiega Buconi - non può superare i novanta giorni dall'accertamento della condizione di non autosufficienza e la maggiore intensità assistenziale socio-sanitaria della persona anziana in tale periodo è garantita dall'Azienda sanitaria locale competente per territorio attraverso la presa in carico con un programma di assistenza domiciliare integrata. Ma il termine dei novanta giorni incontra manifeste difficoltà di applicazione in ragione delle liste di attesa per l'inserimento nelle residenze protette e ciò comporta assunzione impropria di responsabilità per i titolari della gestione della struttura ospitante; inoltre tale responsabilità potrebbe estendersi sui responsabili pubblici che continuano a consentire l'assistenza in una struttura non propria, essendo gli stessi, tra l'altro, che oggi dovrebbero provvedere”.

“Tale situazione – prosegue - è stata più volte evidenziata, nei vari incontri svolti anche in sede di Commissione, sia dalle associazioni di categoria che dai gestori delle strutture che quotidianamente operano nel settore dell'assistenza residenziale e semi-residenziale per anziani autosufficienti. Inoltre, va ricordato quanto contenuto nel Prina (Piano regionale per la non autosufficienza) riguardo all'incremento della domiciliarità e della continuità assistenziale e che, in ogni caso, sarà sempre molto rilevante la quota di residenzialità”.

“L'anziano collocato in una struttura di ricovero – aggiunge il presidente Buconi - comunque subisce un forte trauma dovuto al distacco dal proprio ambiente familiare, trauma rinnovato nel momento in cui dovesse essere trasferito da una struttura all'altra, ragione per cui sarebbe auspicabile e promossa la permanenza nella stessa struttura ovviamente qualora adeguata con moduli strutturali ed organizzativi idonei a rispondere alla maggiore intensità assistenziale ma, ad oggi – conclude - il tutto si risolve nell'inserimento dei soggetti in liste di attesa”. RED/pg
 


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