SICUREZZA: PRESENTATI IN PRIMA COMMISSIONE I DATI STATISTICI SULLA CRIMINALITÀ IN UMBRIA NEL TRIENNIO 2011/2013 – L'ATTO TRASMESSO ALL'AULA
L'assessore regionale Fabio Paparelli ha presentato oggi in Prima commissione i dati statistici relativi alla criminalità in Umbria, raccolti nell'ambito del progetto “Criminalità e sicurezza” e relativi al periodo 2011/2013. Nel triennio si registra un forte incremento delle segnalazioni all'autorità giudiziaria, come pure è in aumento il numero delle denunce alle forze dell'ordine.
(Acs) Perugia, 6 novembre 2014 – La Prima commissione dell'Assemblea legislativa ha preso atto, durante i lavori odierni, dell'aggiornamento dei dati statistici relativi alla criminalità in Umbria, raccolti nell'ambito del progetto “Criminalità e sicurezza”, prodotto dal dipartimento di giurisprudenza dell'università degli studi di Perugia e riferiti al triennio 2011/2013. Il documento (http://goo.gl/W195Te) verrà presentato durante i lavori del Convegno internazionale “Quali politiche per la sicurezza?”, organizzato dall'università di Perugia, che si svolgerà nel capoluogo regionale il 14 e 15 novembre 2014. L'atto “solo esame”, che quindi non prevede un voto finale, verrà illustrato in Aula dal presidente della Commissione, Oliviero Dottorini.
I DATI IN SINTESI. L'assessore regionale Fabio Paparelli ha spiegato che i dati, aggiornati al 31 dicembre 2013, sono il frutto di una convenzione con il ministero dell'Interno, che permette di avere un quadro aggiornato e verificato dei reati denunciati alle forze dell'ordine e di quelli poi segnalati da queste alla magistratura. Con questo aggiornamento, ha evidenziato Paparelli, la rilevazione copre un periodo che va dal 2007 al 2013, permettendo di valutare andamenti e dinamiche dell'incidenza della criminalità in Umbria. “Nel periodo considerato LE DENUNCE DI REATI sono leggermente aumentate (del 4,16 per cento) e gran parte delle denunce prestate in Umbria nel 2013 sono relative a reati contro il patrimonio, tra cui furti, rapine, ricettazioni, estorsioni, danneggiamenti. Nel complesso, i reati contro il patrimonio formano il 71 per cento dei reati denunciati in Umbria nel 2013 mentre i delitti qualificati come tali dalla legislazione sulle sostanze stupefacenti ammontano all’1 per cento del totale. Nel triennio 2011-2013 le SEGNALAZIONI ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA da parte delle forze dell’ordine sono aumentate sensibilmente: una tendenza recente, che supera percentualmente il contemporaneo aumento delle denunce. E, sempre nel periodo considerato, quelle relative alla violazione di leggi sugli stupefacenti diminuiscono.
IL DIBATTITO. Dopo l'illustrazione fa parte dell'assessore, Sandra Monacelli (Udc) ha rilevato che i dati del rapporto “sembrano divergere sensibilmente non solo dalla percezione dei cittadini sulla sicurezza in Umbria ma anche dai risultati dell'attività della Commissione di inchiesta del Consiglio regionale su droga e criminalità organizzata. Ci troviamo così di fronte a due documenti della Regione che sostengono tesi opposte, almeno per quanto riguarda la droga”. Manlio Mariotti (Pd) ha rilevato che “il documento fa riferimento a denunce e segnalazioni all'autorità giudiziaria. Il quadro che emerge appare effettivamente discordante da quanto risulta nella nostra percezione. È necessario trovare il modo di incrociare i dati e di confrontarli”. Per Andrea Lignani Marchesani (FdI) “benché la sicurezza non sia una delle due competenze specifiche la Regione deve porsi come soggetto centrale. Anche per quanto riguarda divise e dotazioni, bisogna sollecitare una uniformità di funzioni e azioni, tra prevenzione e repressione, che preveda anche una omogenea dotazione di armi”. Renato Locchi (Pd) ha detto di riconoscersi nel rapporto presentato: “sono dati che non sorprendono e coincidono con quelli presentati, negli ultimi 10 anni, alle inaugurazioni degli anni giudiziari. Dovremmo valutare il potere di condizionamento dei media: le cronache locali rappresentano una realtà che prescinde dai dati e ora non si curano più di spacciatori e frane. Esiste in effetti una discrasia tra questo rapporto e i risultati della Commissione di inchiesta presieduta da Paolo Brutti, ma sono le risultanze di quest'ultima che non condivido, dato che si basano su sensazioni più che sulla situazione reale. Ricordo il caso degli appartamenti di Ponte San Giovannni a Perugia: i palazzi sequestrati non sono stati confiscati ma anzi restituiti al proprietario che li sta ora completando. Non esisteva alcun insediamento mafioso e la rappresentazione che è stata data era semplicemente falsa”. MP/