SOCIALE: “LA MAGGIORANZA DEL CONSIGLIO REGIONALE APRE ALLA MOZIONE PRESENTATA DA FRATELLI D’ITALIA” - NOTA DEL GRUPPO CONSILIARE FDI SULL'INIZIATIVA A SOSTEGNO DEL DIRITTO ALLA MATERNITÀ IN UMBRIA
Franco Zaffini, Alfredo De Sio e Andrea Lignani Marchesani intervengono in merito alla mozione, di cui sono firmatari, sul sostegno alla maternità in Umbria. L'atto di indirizzo è stato, su decisione unanime dell'Aula, inviato in Terza Commissione per approfondire la questione e giungere, ove possibile, ad un testo condiviso. Per Zaffini, De Sio e Lignani, “sulla scia dell’attenzione che a livello nazionale il Governo Renzi sta concedendo alla questione demografica e ai problemi legati al diritto alla genitorialità, finalmente la maggioranza di Palazzo Cesaroni accetta di trattare l'argomento in Commissione”.
(Acs) Perugia, 22 ottobre 2014 - “Dopo anni di infruttuose battaglie in Aula sulla necessità che il governo regionale sostenga il diritto alla maternità, finalmente la maggioranza di Palazzo Cesaroni accetta di trattare in Commissione Sanità e Sociale la proposta presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, probabilmente sulla scia dell’attenzione che a livello nazionale il Governo Renzi sta concedendo alla questione demografica e ai problemi legati al diritto alla genitorialità, con lo scopo di addivenire ad un testo condiviso”. Lo rilevano i consiglieri di FDI Franco Zaffini, Alfredo De Sio e Andrea Lignani Marchesani, facendo riferimento alla mozione di cui sono firmatari e che ha l’obiettivo “di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che determinano la diminuzione della natalità in Umbria”.
Zaffini, De Sio e Lignani spiegano che “le considerazioni da cui muove l’iniziativa del Gruppo di Fratelli d’Italia - An sono, da un lato, il riconoscimento costituzionale del diritto alla procreazione cosciente e responsabile, attraverso il riconoscimento del valore sociale della maternità e la tutela della vita umana sin dal suo concepimento; dall’altro l’individuazione tra le principali cause della crescente riduzione delle nascite, iniziata già nel 2009, nell’incertezza economica e mancanza di servizi. I consiglieri di Fratelli d’Italia – aggiungono - ritengono, inoltre, che tra i diversi fattori che incidono profondamente sul tasso di denatalità, vi sia il sempre maggiore ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, fenomeno spesso indotto da condizioni di disagio economico, soprattutto nel caso di famiglie che hanno già uno o più figli”.
“La legge che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza (n.194 del 1978) – spiegano - impegna lo Stato e i governi locali ad occuparsi in modo congiunto della prevenzione dell’Ivg assicurando sostegno psicologico e offrendo alle donne che rinunciano alla maternità, a causa dell’incertezza economica e sociale o che pensano di ricorrere all’lvg a causa di comprovate difficoltà economiche, la possibilità di usufruire di un contributo utile a superare quegli ostacoli che diversamente le costringerebbero a rinunce e scelte tormentate”.
La mozione presentata da Fratelli d'Italia chiede alla Giunta di: incrementare le risorse da indirizzare al sostegno della natalità (sussidio alla maternità) in particolare a favore di donne che versano in comprovate difficoltà economiche, prevedendo aiuti diretti per garantire loro il diritto alla maternità; metta in atto ogni azione utile a garantire la prevenzione dell’IVG, come espressamente previsto dalla prima parte della L. 194/1978; metta in atto politiche mirate alla tutela della maternità, dell’infanzia e della famiglia, impegnandosi ad ideare e realizzare, dotandolo degli strumenti finanziari adeguati, un Piano a tutela delle famiglie a della natalità, che passi attraverso l’implementazione di adeguate strutture sul territorio e mediante misure economiche di sostegno al reddito, o di agevolazioni fiscali, in favore delle famiglie con più di tre figli a carico. Operi nel senso di una ottimizzazione delle risorse e per il coordinamento del settore delle politiche in favore dell’infanzia e dell’adolescenza, rimuovendo le cause economiche e sociali che portano a rinunciare alla maternità, attraverso il rilancio dell’occupazione femminile, garantendo il part-time e diffondendo il telelavoro, il potenziamento dell’offerta pubblico-privata degli asili nido, l’incentivazione dell’apertura degli asili nido sul posto di lavoro, condominiali e in case private, nonché adottando misure per sostenere l'accesso alle abitazioni a favore di famiglie numerose”. RED/mp