Regione Umbria - Assemblea legislativa


IMMIGRAZIONE: “QUALE PROFILASSI E TRATTAMENTI DI PREVENZIONE PREVISTI DALLA REGIONE PER I RIFUGIATI ALLOGGIATI A SAN GIUSTINO?” - INTERROGAZIONE URGENTE DI LIGNANI MARCHESANI (FD'I)

In sintesi

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fd'I) ha presentato stamani un'interrogazione urgente per sapere quale profilassi e quali trattamenti di prevenzione la Regione Umbria prevede per i rifugiati che sono stati alloggiati in via Tornabuoni a San Giustino. Per il consigliere occorrono “precisi protocolli e puntuali trattamenti cui sottoporre soggetti provenienti da zone ad alto rischio di epidemie, rese ancor più diffuse dall'ormai permanente stato di guerra in numerose regioni dell'Africa e del Medio Oriente”.

(Acs) Perugia, 10 ottobre 2014 - “A San Giustino è allarme sociale. La presenza di rifugiati in pieno centro cittadino non desta soltanto sdegno e sconcerto per il trattamento privilegiato riservato ad extracomunitari rispetto a famiglie bisognose di residenti storici, sempre più affossate dalla crisi. Sorgono, infatti, inquietanti interrogativi, di carattere sanitario, che devono avere un'immediata risposta da parte delle autorità competenti ed in primo luogo dalla Regione”. Lo dice il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fd'I), in riferimento alle preoccupazioni per l'incertezza sulla profilassi e i trattamenti di prevenzione destinati ai rifugiati che sono stati alloggiati in via Tornabuoni, nel centro altotiberino, annunciando di avere presentato stamani un'interrogazione urgente sull'argomento.

“A garanzia e a tutela dei cittadini – spiega Lignani - non bastano le procedure di carattere nazionale, occorrono precisi protocolli e puntuali trattamenti cui sottoporre soggetti provenienti da zone ad alto rischio di epidemie, rese ancor più diffuse dall'ormai permanente stato di guerra in numerose regioni dell'Africa e del Medio Oriente. Come noto, le procedure originarie che caratterizzarono le prime ondate di rifugiati a seguito delle cosiddette primavere arabe prevedevano un coinvolgimento diretto delle Asl di destinazione finale del rifugiato, attraverso la cosiddetta 'valutazione dello stato sindromico' del soggetto stesso. Oggi la situazione è profondamente diversa e, in omaggio all'universalità del servizio, il ruolo della sanità locale è lasciato al medico di base, che deve essere contattato dagli interessati in presenza di eventuali patologie, essendo previsti trattamenti standard di valutazione dello stato di salute e di eventuali trattamenti al momento dell'arrivo in Italia”.

“Tutto questo - secondo Lignani - da un lato non rassicura, dall'altro non impedisce alle singole Regioni di prevedere propri protocolli e propri trattamenti di profilassi. Conseguentemente la Giunta regionale deve attivare, attraverso l’assessorato competente, il Servizio di Prevenzione ed il Dipartimento di Sanità ed Igiene pubblica delle Asl, al fine di provvedere sollecitamente alla creazione di nuovi standard di prevenzione per i rifugiati che arrivano in Umbria”. RED/pg


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