Regione Umbria - Assemblea legislativa


SPESA FARMACEUTICA OSPEDALIERA: “GIUSTO SFORARE IL TETTO DI SPESA PER L'ONCOLOGIA E DOBBIAMO BATTERCI PER INTRODURRE IL FARMACO CHE CURA L'EPATITE C” - LA PRESIDENTE MARINI IN TERZA COMMISSIONE

In sintesi

“Il tetto di spesa farmaceutica del 3,5 per cento, stabilito otto anni fa dalla conferenza Stato-Regioni, non tiene conto dell'appropriatezza delle cure per l'oncologia, rispetto alla quale è buonissima pratica incrementare l'uso dei farmaci”: lo ha detto stamani in Terza Commissione la presidente Catiuscia Marini, secondo la quale è “indecente che nessuna Regione prescriva il farmaco che cura l'epatite C, considerando che dovremmo anche rimborsare chi lo compra in Francia; per l'Umbria sarebbero 6 milioni di euro in più, ma è una battaglia da fare”.

(Acs) Perugia, 15 luglio 2014 – “Non esiste un limite oltre il quale sono previste sanzioni, ma solo un atto di indirizzo sulla appropriatezza della spesa farmaceutica, che peraltro risale a otto anni fa, in cui viene indicato un tetto di spesa del 3,5 per cento del totale a carico del Sistema sanitario. Attualmente la media nazionale è del 4,22 per cento e non è prevista alcuna  sanzione per chi ha i conti in equilibrio”. Così la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha risposto alla sollecitazione del capogruppo di Fratelli d'Italia, Franco Zaffini, in merito allo “sforamento dei tetti stabiliti dalla Conferenza Stato-Regioni sulla spesa farmaceutica”.

Intervenendo ai lavori della Terza Commissione, la presidente della Giunta regionale ha rilevato che si tratta di un dato “non fondato per quanto riguarda le Regioni, perché se è virtuoso diminuire l'uso dei farmaci, è certamente una buonissima pratica quella di aumentare l'uso degli oncologici e degli oncoematologici, che inevitabilmente comporta un aumento della spesa farmaceutica ospedaliera. Inoltre – ha aggiunto – siamo al limite della decenza per quanto riguarda il nuovo farmaco che cura l'epatite di tipo C: nessuna Regione lo prescrive e dovremmo anche rimborsare chi lo va a comprare in Francia. Ecco perché è sbagliato il tetto del 3,5 per cento: non tiene conto dell'appropriatezza delle cure per l'oncologia e l'epatite. Per quest'ultima si dovrebbero spendere in Umbria circa 6 milioni di euro in più, ma è una battaglia da fare”.

La presidente Marini ha spiegato anche che “in presenza dei Drg (Raggruppamenti omogeni di diagnosi), che in Umbria sono solo il 2 per cento, la spesa farmaceutica si vede tutta sulla parte pubblica, mentre altre Regioni spendono molto di più ma non risulta perché tali cifre sono comprese fra quelle in convenzione”.

“Altre misure – ha annunciato - riveleranno presto la loro efficacia: il progetto di sistema unico della farmacia, redatto dal direttore Panella, prevede la gestione centralizzata del magazzino, che sarà esternalizzata, con consistente riduzione dei costi e delle giacenze, mentre ora c'è ancora una parte dei magazzini che vengono gestiti dalle varie Aziende. Centrale unica di committenza, con l'acquisizione dei farmaci decisa dal Servizio sanitario nazionale, e magazzino esternalizzato sono obiettivi realizzabili entro il 2015”.

Parzialmente soddisfatto il consigliere Zaffini, per il quale “lo sforamento umbro del tetto di spesa farmaceutica, attestato al 4,7 per cento, rimane un dato grave anche se comprende il privato”.

Approfittando della presenza in Commissione della presidente Marini e del direttore regionale della sanità umbra, Emilio Duca, Zaffini è tornato a chiedere notizie anche sulla copertura del posto di primario di chirurgia dell'ospedale di Spoleto, su cui ha presentato un'interrogazione che è calendarizzata in Aula per il question time di domani (mercoledì 16 luglio, ndr). La presidente ha risposto che tale decisione spetta ai direttori e Duca ha aggiunto che il direttore Fratini “deve predisporre un atto propedeutico al bando di concorso, con l'individuazione del profilo di un primariato che associ i percorsi di anestesia e chirurgia. Grazie a tale atto, il bando sarà pronto in tempi rapidi”. Per Zaffini questo è un “atteggiamento dilatorio”, che non tiene conto del fatto che “i reparti sono in sofferenza”. PG/
 


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