CONSIGLIO REGIONALE (1): APPROVATO RIORDINO ISTITUTO ZOOPROFILATTICO UMBRIA-MARCHE CON MODIFICHE ALL'ACCORDO FRA LE DUE REGIONI
L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato il disegno di legge concernente il riordino dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche attraverso modifiche all'Accordo tra le due Regioni. La nomina del rappresentante della Regione Umbria di competenza della Giunta, al Consiglio il controllo contabile. Astenuta l'opposizione.
(Acs) Perugia, 8 luglio 2014 - L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza (con 17 voti favorevoli e l'astensione di Cirignoni-Lega Nord; Nevi, Valentino-FI; Zaffini, Lignani Marchesani-Fd'I; Monni, Rosi-Ncd e Monacelli-Udc) il disegno di legge concernente il riordino dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche attraverso modifiche all'Accordo tra le due regioni.
L'intervento legislativo si è reso necessario a seguito di alcuni rilievi d'illegittimità costituzionale sulla legge regionale dell'Umbria “28/2013” - Ratifica dell'accordo tra la Regione Umbria e la Regione Marche concernente il riordino dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche (qui il testo della legge http://goo.gl/Sxzqwm) sollevati, informalmente, dal ministero della Salute e dal ministero per gli Affari regionali.
LE MODIFICHE ALL'ACCORDO - Umbria e Marche hanno dunque stilato le modifiche all'Accordo, in cui viene previsto che "i Piani sanitari regionali disciplinano le modalità di raccordo tra l'Istituto e i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie regionali di riferimento"; “Gli atti programmatori dell'Istituto (ad esclusione di bilancio economico preventivo e relative variazioni, bilancio di esercizio, istituzione di nuovi servizi, proposta di copertura delle perdite e per il riequilibrio della situazione economica, dotazione organica complessiva e relative modificazioni, deliberazioni di programmi di spesa pluriennali) sono sottoposti all'esame della Conferenza di servizi e la loro attuazione è sospesa fino all'approvazione del verbale della conferenza medesima da parte della Giunta regionale umbra”.
Inoltre: “limite a cinque anni del rapporto di lavoro del direttore amministrativo e del direttore sanitario medico veterinario; il direttore generale è nominato con decreto del presidente della Regione Umbria, d'intesa tra le due Regioni e sentito il ministro della Salute, con le modalità previste dalla normativa statale per i direttori generali delle aziende sanitarie. Il consiglio dei sanitari ha compiti consultivi e propositivi in ordine alle attività dell'Istituto e opera nel rispetto dei principi di riorganizzazione senza determinare aggravio dei procedimenti amministrativi e aumento di spesa; il presidente della Giunta regionale dell'Umbria, se ricorrono le condizioni previste dal decreto legislativo “106/2012” e acquisita l'intesa con i ministri della Salute e dell'Economia, previa intesa con il presidente della Regione Marche, può sciogliere il consiglio di amministrazione dell'Istituto”.
RENATO LOCCHI (PD) relatore di maggioranza: “GIUSTO CHE LA NOMINA DEL RAPPRESENTANTE DELLA REGIONE SIA COMPETENZA DELLA GIUNTA. AL CONSIGLIO SPETTA IL CONTROLLO CON I REVISORI - Il punto politicamente più importante è che le nomine devono trovare maggiore spazio e in questo senso troviamo giusto che la nomina del rappresentante della Regione sia di competenza della Giunta, così come al Consiglio regionale spetta la nomina relativa alla funzione di controllo, quindi dei revisori dei conti. L’aspetto dell’impostazione della vigilanza, quindi quello che deve fare lo Zooprofilattico, certamente è contenuto nella convenzione che viene stipulata tra le due Regioni, ma ancora più deve essere all’interno dei due piani sanitari che le due Regioni vanno ad approvare. C’è un altro punto poi che invece recepisce una sentenza della Corte Costituzionale per cui il direttore generale nomina il direttore amministrativo e il direttore sanitario medico veterinario; queste due ultime figure decadevano, ovviamente insieme, in caso di sostituzione comunque di fine rapporto del direttore generale, ora invece hanno un contratto di cinque anni e la decadenza del direttore generale, che pure li ha nominati, non comporta l’automatica decadenza di queste due figure”.
ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Fd'I) relatore di minoranza: “CI ASTENIAMO, L'IMPIANTO NORMATIVO DELL'UMBRIA RESTRINGE DI MOLTO LA SOVRANITA' DEL CONSIGLIO - Giusto il dimezzamento del Cda e dei loro compensi, ma si mantiene un livello di retribuzione eccessivo per chi amministra, come quello di un direttore generale di Asl, che però ha differenti responsabilità rispetto a questo istituto, per quanto sia strategico. Oggi andiamo ad armonizzare un atto dovuto perché riguarda due Regioni, ma contestiamo l'impianto normativo della Regione Umbria in quanto meno rispettoso della sovranità dell'Assemblea legislativa. Non possiamo fare altro che constatare come l’impianto normativo della Regione Umbria sia sicuramente più restrittivo e meno rispettoso del contesto e della sovranità dell’Assemblea legislativa della Regione stessa, infatti prendiamo atto che le Marche hanno una legislazione che prevede la potestà del Consiglio regionale, la competenza del Consiglio regionale per poter eleggere il consigliere di amministrazione, così come per quanto concerne il revisore dei conti. La normativa del '95 della Regione Umbria, invece, restringe di molto le potestà del Consiglio regionale e quindi, chiaramente, restringe al Collegio dei Revisori dei Conti la sovranità, la potestà, la possibilità del Consiglio di elezione, mentre demanda appunto alla Giunta la possibilità, la potestà di nominare un consigliere di amministrazione. Dobbiamo incidere in questa normativa per poter dare al Consiglio regionale la possibilità di eleggere i revisori sempre e comunque ogni qualvolta la Regione lo debba in qualche modo fare, la Regione intesa come Ente in senso ampio, quindi Giunta e Consiglio. Per questo motivo abbiamo trovato anche un’apertura da parte della maggioranza, verificheremo nel futuro, non abbiamo nascosto che la nostra era una relazione di minoranza di tipo tecnico, anche per poter consegnare all’Aula questa riflessione. Ma permane comunque in tutto l’impianto un vulnus che noi abbiamo sottolineato la scorsa volta che non ci consente di esprimere un voto positivo ma di astensione. Ricorderete bene, colleghi di maggioranza, cosa avvenne quando andammo a discutere della norma madre della disciplina di questo ente, quando la Commissione licenziò un atto che fissava i paletti sui compensi e sull'intervento della Giunta. Un atto che venne completamente rimangiato dalla maggioranza e all’epoca noi sottolineammo come ci fu un’ingerenza indebita da parte della Giunta regionale sulla sovranità dell’Assemblea legislativa, che quando fa un ordine del giorno all'unanimità, non deve essere rimangiato per un intervento della maggioranza”. PG/