SVILUPPO RURALE: “PUNTARE SU AMBIENTE, ETICA E SOSTENIBILITÀ” - DOTTORINI (IDV) “L'EUROPA CI INDICA LA STRADA DA PERCORRERE”
Il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) intervendo sulla definizione dei nuovi Piani di sviluppo rurale di prossima emanazione sottolinea come "dalla riforma della Pac approvata dall'Unione europea ci giungono due indicazioni importantissime: la prima è che le politiche agricole assumono finalmente come tema centrale quello dell'ambiente e della sostenibilità, la seconda è che gli stati membri avranno grande libertà di manovra nell'applicazione della nuova normativa". Nel rimarcare quindi la necessità di puntare su ambiente, etica e sostenibilità, per Dottorini gli assi portanti su cui sviluppare le politiche agricole del prossimo settennio dovranno riguardare le colture certificate, la filiera corta e l'agricoltura sociale.
(Acs) Perugia, 16 giugno 2014 - "L'Europa ci mette a disposizione tutti gli strumenti per superare un modello antiquato di orientamento delle risorse comunitarie e puntare con decisione su ambiente, filiere corte e produzioni di qualità. Per questo, colture certificate, progetti di tutela ambientale, agricoltura sociale e di prossimità dovranno essere gli assi portanti su cui sviluppare le politiche agricole regionali del prossimo settennio". Con queste parole Oliviero Dottorini (capogruppo regionale Idv), interviene sulla definizione dei nuovi Piani di sviluppo rurale di prossima emanazione sottolineando come "dalla riforma della Pac approvata dall'Unione Europea ci giungono due indicazioni importantissime: la prima è che le politiche agricole assumono finalmente come tema centrale quello dell'ambiente e della sostenibilità, la seconda è che gli stati membri avranno grande libertà di manovra nell'applicazione della nuova normativa".
Per Dottorini, che nella nota fa anche riferimento alla sua carica di presidente dell'associazione 'Umbria migliore', in questo scenario “il biologico, le produzioni a km zero, le filiere corte e di qualità potrebbero diventare un modello di riferimento per una nuova concezione dell'agricoltura basata su valori etici, ambientali e sociali. Tuttavia – aggiunge - prima di passare alla fase programmatoria sarà opportuno fare un'analisi dei risultati che hanno ottenuto le enormi risorse investite nella riconversione delle colture altamente impattanti che caratterizzano l'agricoltura umbra. I risultati, infatti – commenta -, appaiono tutt'altro che esaltanti dal momento che l'Umbria resta ancorata a un modello antiquato di politiche agricole che non sono riuscite ad orientare le risorse su settori innovativi e sostenibili. Per questo – spiega - è necessario che il prossimo Programma di sviluppo rurale punti fortemente su agricoltura biologica, giovani e progetti di tutela ambientale e del territorio. Sarebbe imperdonabile se a godere dei frutti della nuova fase programmatoria fossero sempre gli stessi, senza saper vedere quanto di nuovo e virtuoso sta nascendo tra i giovani e tra i produttori più lungimiranti".
“Alla luce delle indicazioni contenute nella Politica agricola comune - prosegue Dottorini - i nuovi Piani di sviluppo rurale 2014-2020 saranno strumenti fondamentali in grado di orientare la politica agricola sul territorio. Per questo è fondamentale che l'Umbria sia pronta a virare con decisione sul versante dell'innovazione e dell'ecosostenibilità le ingenti somme assegnate per le politiche agricole. Continuare a sostenere colture impattanti e modalità che nulla hanno a che vedere con ambiente ed etica significherebbe ancorare l'Umbria ad una visione anacronistica dell’agricoltura e mortificare le tante aziende virtuose che nella nostra regione hanno reagito alla crisi puntando con decisione su una visione ecologica dello sviluppo”.
Dottorini sottolinea come “tutti gli studi e le statistiche recenti ci dicono in maniera inequivocabile che, mentre tutto il comparto agroalimentare è in fase di stagnazione o di calo, l'agricoltura biologica a livello nazionale è uno dei pochissimi settori che registra un trend di crescita costante. Salgono i consumi, gli operatori e le superfici coltivate. Paradossalmente in Umbria a un aumento delle superfici coltivate superiore alla media nazionale corrisponde un calo degli operatori. Tutti segnali – evidenzia - che devono indurci a semplificare le procedure per la certificazione, a incentivare la ricerca nel settore, a sostenere i canali di vendita diretti, come i mercati di prossimità e i Gas, e a individuare modalità di accesso delle produzioni regionali alla ristorazione collettiva. È necessario correggere anche il fenomeno per cui nella passata programmazione i premi si sono concentrati nelle mani di pochi, a detrimento dei piccoli produttori. Per rispondere alla spinta innovativa e alla sia pure insufficiente sensibilità ambientale che giunge dall'Europa – conclude Dottrini -, l'unica possibilità che abbiamo è quella di mettere al centro delle politiche regionali la multifunzionalità, la tutela ambientale e l'agricoltura sociale". RED/as