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INFORMAZIONE: “IL PERICOLO MAGGIORE È L'AUTOMATISMO” - CON L'INTERVENTO DI MARCELLO VENEZIANI PROSEGUE IL DIBATTITO ONLINE DEL CORECOM UMBRIA SU “CONOSCENZA E 'SAPERE' DIGITALE”

(Acs) Perugia, 4 giugno 2014 - “Il pericolo maggiore è l'automatismo” è il titolo dell'intervento del giornalista e scrittore Marcello Veneziani, che si inserisce all'interno del dibattito on line “Conoscenza e 'sapere' digitale” (http://goo.gl/ALQNKS). Un confronto virtuale, organizzato dal Corecom, dedicato alle potenzialità, alla ricchezza e ai rischi della rete internet, che prevede contributi di autorevoli personaggi del mondo dell'informazione. Uno stimolo alla riflessione su un tema importante ed attuale come l'uso corretto della rete, rivolto in modo particolare ai giovani per stimolarli ad un approccio consapevole ai social media e alle nuove tecnologie.

Veneziani, nel suo intervento, mette in evidenza le potenzialità e i rischi di internet, che “è uno straordinario mezzo che accresce, migliora e potenzia la nostra possibilità di conoscere, di comunicare e di essere nel mondo”, ma anche “uno straordinario mezzo per farci perdere il senso della realtà, il senso critico e le relazioni vive col mondo, la storia e il futuro”. Lo scrittore pugliese spiega di non credere in un “complotto mondiale da parte di grandi gruppi per influenzare tramite internet e creare nuove schiavitù e nuove dipendenze”; piuttosto è convinto dell'esistenza di un “automatismo (che è poi la peggior forma di asservimento, peggio dell'autoritarismo a cui ci si può perlomeno ribellare) che ti fa vivere come ineluttabile, inevitabile, incriticabile le procedure della tecnica o quelle della finanza”.

Il problema, secondo Veneziani, è che “la crescita della tecnica va di pari passo con la decrescita della cultura, e dunque si crea un dislivello tra l'espansione dei dati e delle opportunità e la contrazione delle capacità di interpretarli e filtrarli”. Il rischio, quindi, è diventare un “idiota globale che dispone di grande capacità tecnica di comunicare col mondo ma poi non sa cosa dire”. Per il giornalista “internet funziona se il collegamento non è solo tecnologico ma teleologico, se non è solo strumentale e procedurale ma comunitario, sociale, intellettivo e culturale, ovvero se si riannoda a un solido e vivo patrimonio (background) di saperi (data base), ad un dialogo incessante tra le generazioni e non solo tra gli individui e le loro solitudini, ad un linguaggio condiviso”.

Veneziani conclude sostenendo che “il pericolo maggiore nella nostra epoca non è il dispotismo ma l'automatismo, perché non si limita a limitare la nostra libertà, la nostra intelligenza e la nostra dignità, ma le espianta come insensate, inservibili, di troppo. Allora sì che la rete si trasforma in una mortale ragnatela e l'uomo si riduce al suo dito che, toccando, esercita il 'sapere' digitale”. DMB/


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