SANITÀ: “COORDINATORI DI MACROAREE NOMINATI 'AD PERSONAM' IN CONFLITTO CON I PRIMARI” - AUDIZIONE DEI RAPPRESENTANTI SINDACALI DI MEDICI E VETERINARI DEI DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE
Audizione congiunta, di Prima e Terza commissione, dei rappresentanti sindacali dei medici e dei veterinari operanti nei Dipartimenti di prevenzione sanitaria: secondo i medici, i coordinatori delle macroaree previsti dalla Regione possono creare interferenze con l'operato di chi è già preposto a dirigere i Dipartimenti, i primari, ai quali si appaiano “figure apicali nominate senza concorso, con il solo requisito di essere inquadrati da almeno cinque anni, senza alcuna specifica del loro titolo di studio”.
(Acs) Perugia, 27 febbraio 2014 – I rappresentanti sindacali dei medici e dei veterinari operanti nei Dipartimenti di prevenzione sanitaria hanno criticato, nell'odierna audizione congiunta di Prima e Terza commissione, le scelte operate nella riforma sanitaria riguardanti i Dipartimenti medesimi, oltre che la mancanza di partecipazione alle scelte compiute. Dito puntato sulla figura dei coordinatori delle macroaree, “non previsti da alcuna direttiva ministeriale e che possono - secondo i rappresentanti sindacali dei medici - creare interferenze o situazioni di conflitto e conseguente caos organizzativo nei confronti dei direttori di Dipartimento. Questi ultimi – hanno spiegato - sono primari e, in base alle direttive del Ministero della salute, sono responsabili di tutto il personale, medici e infermieri, mentre in Umbria si sono create altre apicalità nominate 'ad personam', senza concorso e non si sa con quali titoli, dato che l'unico requisito è di vantare almeno cinque anni di lavoro nel settore”. Richiesto un intervento del livello politico per evitare che le problematiche evidenziate debbano essere risolte dalla magistratura competente.
I presidenti delle due commissioni, Oliviero Dottorini e Massimo Buconi, hanno annunciato l'intenzione di sottoporre di nuovo la questione alla Giunta regionale, in considerazione dell'importanza dei Dipartimenti di prevenzione per la filiera alimentare, pur essendo già stata approvata dall'Aula la legge regionale “18/2012” (riforma sanitaria regionale).
GIOVANNI LO VAGLIO (FVM-Cosmed): “Ribadiamo le problematiche non risolte, e sulle quali non vi è stata alcuna partecipazione, insite nella delibera di Giunta sul funzionamento dei dipartimenti (dgr '910/2013', ndr): sono state create quattro macroaree all'interno del Dipartimento di Prevenzione con delle figure, quelle dei coordinatori, che non sono normate come stabiliscono le linee guida del Ministero della Salute. Vengono nominate senza concorso e devono avere l'unico requisito di essere inquadrati da almeno cinque anni senza alcuna specifica sul titolo di studio. Ma il problema è che possono creare interferenza con l'operato del direttore del Dipartimento, che è titolare di struttura complessa e viene lautamente pagato per far svolgere le varie competenze assegnate. Ciò che sta adottando l'Umbria è ben diverso da quanto ha previsto il Ministero, ovvero una sola autorità competente per tutta la filiera agroalimentare. Chiediamo che sia rispettato l'impianto legislativo nazionale, mentre in Umbria la dirigenza veterinaria è addirittura ricompresa fra quelle non mediche”.
NICOLA PREITI (Cgil medici): “Siamo in una fase in cui gli operatori sono preoccupati in conseguenza del blocco salariale a livello nazionale, cui però corrisponde il regolare conseguimento dei premi per i direttori con contratto privato, con la difficoltà di sapere in base a cosa ottengono premi dato che non se ne parla nelle delibere. E mentre gli infermieri fanno i doppi turni, il personale impiegato nella sanità si trova a fronteggiare un assetto organizzativo pieno di incertezze, con le figure dei coordinatori di Dipartimento, si dice 'provvisori' ma, in ogni modo, non contemplati dalle direttive ministeriali e nominati 'ad personam', che si sovrappongono ai direttori dei Dipartimenti. Il tutto senza che le scelte e gli obiettivi siano stati minimamente partecipati”.
GIUSEPPE GIORDANO (Cisl medici): “Chiediamo al Consiglio regionale, visto che con la Giunta non è possibile, di riaprire il confronto politico prima che a questo si sostituisca quello, inevitabile, con la magistratura. I coordinatori delle macroaree hanno compiti che si sovrappongono alle strutture complesse, dove già c'è un primario, sopra il quale viene messa una figura con soli cinque anni di attività, e non si sa con quale titolo. Accade solo nei Dipartimenti di prevenzione, mentre negli altri i ruoli apicali sono determinati da una scelta fra tre nomi di primari di strutture complesse. Non si può creare un'area autonoma dentro i dipartimenti, medici e infermieri non possono avere distinte aree professionali. E' il primario, come stabilisce la legge Bindi, che deve dare direttive a tutto il personale, medici e infermieri, non ci può essere un'area autonoma. Se no si afferma che il primario è responsabile della gestione, ma a livello regionale gli viene scorporato il personale. Avere personale autonomo che non risponde a nessuno non può che creare caos. Per fare una verifica su un'azienda si dovrà chiedere il permesso a qualcuno. La delibera di Giunta va contro l'ordinamento nazionale”.
MARSILIO FRANCUCCI (Fesmed-chirurghi): “Si parla di appropriatezza delle prestazioni e poi si prospetta un caos organizzativo ingestibile. Nel campo del day-surgery l'Umbria era, nel 2003, al primo posto come prestazioni, oggi siamo al diciottesimo. I chirurghi hanno continuato a fare quello che fanno tutti i giorni ma non sono state fatte scelte appropriate. L'Umbria recuperi il suo ruolo facendo adeguate scelte organizzative”. PG/
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