Regione Umbria - Assemblea legislativa


VITIVINICOLTURA: “TRIENNIO 2009-2011 EXPORT VINO UMBRO + 48 PER CENTO” - IN SECONDA COMMISSIONE L'ASSESSORE CECCHINI PARLA DI " ECCELLENZA REGIONALE”

In sintesi

L'assessore regionale all'Agricoltura, Fernanda Cecchini invitata dalla Seconda Commissione per conoscere lo stato del settore della vitivinicoltura, ha fatto sapere che nel triennio 2009-2011 l’export del vino umbro è cresciuto del 48 per cento a fronte della media nazionale del 25 per cento. È aumentata in maniera particolare la parte certificata e di qualità. I Paesi in cui il vino umbro è più apprezzato rimangono Stati Uniti e Germania. Ripercorrendo poi le linee dello studio contenuto nel ‘Progetto Vino’, per l’assessore Cecchini rimane importante l’individuazione di un organismo per il coordinamento di filiera; l’istituzione di un marchio 'Umbria'; lo sviluppo di attività e servizi collettivi; la costituzione di un Consorzio di tutela unico per i vino Dop e Igp dell'Umbria”. Prevista a breve una audizione con i produttori e le associazioni di categoria.

 

(Acs) Perugia, 30 gennaio 2014 - “Nel triennio 2009-2011 l’export del vino umbro è cresciuto del 48 per cento a fronte della media nazionale del 25 per cento. Aumentata particolarmente la parte certificata e di qualità. I Paesi in cui il vino umbro è più apprezzato rimangono Stati Uniti e Germania. Rimane di assoluta importanza l’individuazione di un organismo per il coordinamento di filiera; l’istituzione di un marchio 'Umbria'; lo sviluppo di attività e servizi collettivi; la costituzione di un Consorzio di tutela unico per i vino Dop e Igp dell'Umbria”. Lo ha ribadito in Seconda Commissione, dopo averlo già fatto anche prima della scorsa estate presentando il ‘Progetto vino’, l’assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini.

Nel definire il settore vitivinicolo regionale “una delle più importanti filiere del sistema agroalimentare regionale”, auspicando un ‘Marchio Umbria’ da inserire nell’etichetta o attraverso un bollino sulla bottiglia, l’assessore ha fatto sapere che la Regione dispone di un budget annuale di circa 6,5 milioni di euro (Fondi comunitari Feaga) per l’attuazione dell'Organizzazione comune di mercato (Ocm) vino. Cecchini si è quindi soffermata sulla recente approvazione della riforma della Pac che ha interessato anche il settore vitivinicolo. Il Regolamento emanato dall’Unione Europea nello scorso mese di dicembre disciplina l’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli tra cui il vino. La riforma incide sugli ambiti che interessano la disciplina dei diritti di reimpianto e misure a sostegno del settore. Per quanto riguarda i reimpianti, a decorrere dal primo gennaio 2016 e fino al 31 dicembre 2030 si passa al sistema delle “autorizzazioni per gli impianti viticoli”. Questo nuovo sistema autorizzatorio prevede che le Regioni concedono nuove autorizzazioni (valide per 3 anni) all’impianto/reimpianto di vigneti, fino ad un massimo per anno dell’1 per cento della superficie vitata. La riforma dell’Ocm, per le misure di sostegno, prevede oltre alle attuali misure anche la promozione sul mercato interno e non più soltanto in Paesi terzi, oltre ad interventi volti all’innovazione. 

Negli interventi a margine della relazione dell’assessore, Paolo Brutti (Idv) si è detto “non convinto” dal ragionamento sulle modalità promozionali del prodotto. “I tentativi di accorpare soggetti di tipologia diversa – ha detto – creano difficoltà oggettive. Non mi convince poi il ‘Marchio Umbria’ perché comunque verrebbero uniti mondi diversi. Auspico che su queste proposte possano esprimersi direttamente i produttori attraverso una audizione in questa Commissione”. Per Massimo Mantovani (Ncd) il discorso del ‘bollino’ deve andare oltre il vino, interessando anche l’olio ed in genere tutti i nostri prodotti enogastronomici di punta. Giusta ed importante la previsione di promuovere l’Umbria attraverso le sue eccellenze e, quindi, nel suo complesso. Bene un’organizzazione sistemica partendo proprio dal marketing territoriale”. Manlio Mariotti (Pd), quella della Regione “è una scelta che forse potrà non bastare, ma è comunque utile ed opportuna. È tuttavia importante ascoltare direttamente i protagonisti di questo comparto”. D’accordo sulla programmazione di audizioni dei produttori e le associazioni di categoria si è detto lo stesso presidente della Commissione Gianfranco Chiacchieroni sottolineando come “attraverso il vino viene di fatto bevuto il territorio e le sue caratteristiche. Per questo – ha detto – serve una rete unificata, dove però ognuno possa mantenere le proprie caratteristiche ed il proprio profilo”.

IL SETTORE VITIVINICOLO REGIONALE E IL ‘PROGETTO VINO’
FOTOGRAFIA DEL SETTORE. La superficie vitata regionale è di circa 12.800 ettari. La produzione media di vino negli ultimi anni si attesta intorno gli 800-900 mila ettolitri compreso il consumo familiare. La dimensione media delle aziende vitivinicole umbre è di poco superiore all'ettaro (media in Italia 1,6 ettari). Il sistema regionale dei vini Dop e Igp può contare su 13 Doc, 2 Docg e 6 Igt. Nel quadriennio 2008-2011 i vini Igp e Dop rappresentano quasi il 90 per cento della produzione complessiva. L'export dei vini umbri rappresenta una percentuale molto limitata dell'export di vino italiano (0,6 per cento). Il trend delle esportazioni italiane di vino è, da anni, in costante aumento, con un'impennata (+25 per cento) nel triennio 2009-2011. e questa tendenza ha riguardato anche l'Umbria che ha avuto un incremento del 48 per cento nello stesso triennio.
POLITICHE DI SOSTEGNO. Per quanto riguarda le politiche di sostegno (Ocm vino) attuate annualmente dalle Regioni, mirate ad interventi di carattere strutturale (ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investimenti, promozione sui mercati dei Paesi terzi), per il 2012-2013 le risorse disponibili per la Regione Umbria sono pari a 6milioni 645mila euro. Nel periodo 2001-2012, in Umbria, sono stati ristrutturati circa 4.900 ettari di vigneti (37 per cento della superficie vitata) con l'erogazione di circa 34,7 milioni di euro di contributi ai produttori viticoli regionali. Questi interventi hanno consentito di qualificare ulteriormente le produzioni regionali aumentando la competitività del settore. Per l'annualità 2012-2013 sono state finanziate 66 domande per un totale di 1 milione di euro di contributi ammissibili. Al miglioramento qualitativo delle produzioni vinicole regionali ha contribuito la realizzazione, da parte di singole aziende e di cantine sociali, degli investimenti previsti nel Psa (Piano sviluppo rurale- misure 121 e 123) finalizzati alla costruzione e/o ristrutturazione di cantine, impianti per la lavorazione e trasformazione delle uve e per la commercializzazione del vino.
Dal 2011 l'Ocm “vino” finanzia in maniera esclusiva, rispetto al Psr nell'ambito della specifica misura, investimenti relativi alle fasi di trasformazione e commercializzazione dei prodotti vitivinicoli. Nelle prime due annualità di attuazione della misura sono stati erogati aiuti alle imprese regionali per complessivi 3milioni 892mila euro, per un volume di investimenti ammissibili pari a 9milioni 730mila euro. Il livello massimo di contributo erogabile è pari al 40 per cento della spesa ammissibile. Il bando relativo alla misura 'investimenti' è scaduto lo scorso mese di febbraio 2013. Sono state presentate 45 domande delle quali 43 ammesse a finanziamento per un contributo complessivo di 3milioni 166mila euro.
PROMOZIONE MERCATI ESTERI. Per quanto riguarda la misura 'Promozione sui mercati dei Paesi terzi', si tratta di una grande opportunità per i produttori vitivinicoli singoli e associati per promuovere le produzioni regionali sui mercati extra europei. Per l'annualità 2013-2014, nell'ambito di questa misura sono stati presentati 11 progetti per un totale di contributi richiesti di 1milione 275mila 729 euro, compreso il contributo integrativo regionale pari a 70mila euro. I mercati interessati dai progetti sono Usa, Canada, Russia e Cina. Nell'ambito del protocollo di intesa sottoscritto tra la Regione Umbria e l'istituto nazionale di Economia agraria (Inea) per lo svolgimento di azioni di supporto all'assistenza tecnica del Psr 2007-2013, l'Inea, insieme a Nomisma, ha realizzato uno studio denominato 'IL VINO UMBRO NEL MERCATO GLOBALE: PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA, SCENARI EVOLUTIVI E PERCORSI DI SVILUPPO'.

PUNTI DI FORZA. Buon livello qualitativo dei vini prodotti; potenzialità inespresse dell aproduzione vitivinicola; margini di apprezzamento sui mercati internazionali, ad oggi non ancora pienamente sfruttati; consapevolezza diffusa delle imprese sull'impossibilità di mantenere lo 'status quo' e sulla contestuale necessità di intraprendere un percorso di riorganizzazione.
PUNTI DI DEBOLEZZA. Deficit manageriale e finanziario, frammentazione produttiva; offerta strutturalmente eterogenea, in termini di: tipologia e riconoscibilità del prodotto, posizionamento di prezzo, capacità di imbottigliamento; resistenze a forme di cooperazione tra le imprese; criticità nella programmazione e nel coordinamento della produzione a livello di sistema; non elevata riconoscibilità del prodotto 'vino umbro' all'estero.
Da qui la necessità di definire un percorso di sviluppo teso a superare gli attuali limiti del sistema produttivo con l'obiettivo di realizzare un maggiore coordinamento organizzativo e promozionale nella filiera le cui priorità di azione dovrebbero consentire il raggiungimento di un duplice obiettivo: investire su una maggiore riconoscibilità dei vini umbri sui mercati esteri, per favorirne la penetrazione commerciale, dato il graduale e costante spostamento della domanda dal mercato interno a quello internazionale; migliorare la promozione dei vini sul territorio, in moda da aumentare la visibilità anche dei piccoli produttori che non hanno i mezzi e le capacità per accedere ai mercati esteri.
Lo studio ha ipotizzato tre fasi del percorso di riorganizzazione: individuazione di un organismo per il coordinamento di filiera; istituzione di un marchio 'Umbria'; sviluppo attività e servizi collettivi; eventuale costituzione di un Consorzio di tutela unico per i vino Dop e Igp dell'Umbria. La definizione del percorso di riorganizzazione del settore è stata condivisa con i produttori vitivinicoli umbri e le loro associazioni grazie ad appositi tavoli di confronto. AS/
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