40ESIMO STEMMA REGIONE: “I CERI DI GUBBIO DA QUARANTA ANNI SIMBOLO DELLA REGIONE UMBRIA. MA LA CITTÀ MERITA PIÙ RISPETTO E ATTENZIONE” – NOTA DI GORACCI (COMUNISTA UMBRO)
Il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) interviene sulla celebrazione dei 40 anni dello stemma della Regione Umbria rimarcando come i “Ceri di Gubbio rappresentano stemma e simbolo della Regione Umbria, oltre che nella nostra Regione, in Italia, in Europa e nel mondo intero. Per una comunità come quella eugubina, così profondamente legata alla Festa dei Ceri, è stato ed è certamente motivo di grandissimo orgoglio”. Goracci rileva però che, “se da un lato c'è, da parte nostra, un grande orgoglio di avere i Ceri quale simbolo della Regione Umbria, dall'altro c'è l'amarezza di essersi sentiti, più spesso figliastri che figli su grandi scelte e sulle opportunità di sviluppo”.
(Acs) Perugia, 30 ottobre 2013 - “Da quaranta anni i Ceri di Gubbio rappresentano stemma e simbolo della Regione Umbria, oltre che nella nostra Regione, in Italia, in Europa e nel mondo intero. Per una comunità come quella eugubina, così profondamente legata alla Festa dei Ceri, è stato ed è certamente motivo di grandissimo orgoglio. La Commissione che operò questa scelta compì un'opera intelligente e di grande spessore”. Così il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro).
“A ricordare quella scelta felice e quei tempi – aggiunge Goracci che è stato anche sindaco di Gubbio dal 2000 al 2009 - ci hanno pensato autorevoli figure istituzionali e i dirigenti di allora. Voglio spendere una parola per gli architetti Alberto e Gino Anselmi che vinsero il concorso indetto dalla Regione e che, nel 2007 ricevettero l'importante e prestigioso premio 'Bandiera', istituito dagli Sbandieratori Eugubini in collaborazione con il Comune di Gubbio. Quando avemmo l'onore di premiarli non esitammo nel sottolineare l'importanza che ha avuto per l'Umbria tutta e per la comunità eugubina in particolare quella loro proposta risultata 'vincente'”.
Nelle commemorazioni, afferma il consigliere regionale “è giusto esaltare sempre la bellezza e la positività dei fatti e questo ho voluto fare, ma, essendo ancora un rappresentante politico dell'istituzione Regione, sarei ipocrita se non sottolineassi due aspetti per i quali la comunità eugubina, che ben conosco, soffre. A questa cerimonia non era presente il Sindaco di Gubbio perché quel Comune dal maggio scorso è commissariato. Va comunque riconosciuto al Commissario prefettizio di avere descritto la Festa dei Ceri in maniera precisa, profonda e coinvolgente, pur non avendola vissuta come la vive, la sente e la percepisce ogni singolo eugubino. E in questo ambito la politica regionale non è stata certo esente da colpe – aggiunge Goracci - e si è dimostrata spesso sorda e cieca alle grida di allarme che ripetutamente venivano lanciate. Ancora più va sottolineato il fatto che, se da un lato c'è da parte nostra un grande orgoglio di avere i Ceri quale simbolo della Regione Umbria, dall'altro c'è l'amarezza di essersi sentiti più spesso figliastri che figli su grandi scelte e sulle opportunità di sviluppo. Gubbio merita più rispetto e attenzione!”.
“I Ceri devono essere inseriti dall'Unesco quale bene immateriale dell'Umanità – sottolinea Goracci -, in questa direzione devono spingere Comune, Regione, Governo e Parlamento.
In attesa di questo traguardo sarebbe particolarmente opportuno e saggio attivare la legge regionale '17/'92' che prevede di aprire a Gubbio l'Istituto Umbro per lo studio, la tutela e valorizzazione del patrimonio folkloristico. Voglio sperare – aggiunge - che questa bella circostanza possa segnare un punto di svolta in direzione di un'attenzione più adeguata e politiche di riequilibrio verso la realtà eugubina e i Comuni limitrofi che da sempre soffrono condizioni di marginalità e che, a causa di ciò, oggi vivono sulla propria pelle la crisi economica e industriale in maniera più pesante che altrove. Un ringraziamento e un plauso a tutti i protagonisti della prima legislatura regionale (1970/75) e – conclude Goracci -, da eugubino, un doveroso ricordo e un saluto ai miei tre concittadini Vinicio Baldelli, Giuseppe Bei Clementi, Ennio Tomassini che ne furono protagonisti”. RED/tb