BANCHE: “DAI SINDACATI DEI BANCARI UN QUADRO PREOCCUPANTE DEL SISTEMA E DELLO STATO DELLE RELAZIONI SINDACALI” - MARIOTTI (PD) “AGIRE CON TEMPESTIVITÀ, CHIAREZZA DI OBIETTIVI E CORAGGIO”
Il consigliere regionale Manlio Mariotti (PD) interviene nel merito dell'incontro in Seconda Commissione con i sindacati dei bancari a seguito della disdetta unilaterale del contratto collettivo di lavoro nazionale da parte dell'Abi. Mariotti, che definisce “preoccupante” la situazione illustrata dalle organizzazioni sindacali e “grave ed inaccettabile” la scelta di Abi, che è determinata “non da da un intento innovatore del 'fare banca' oggi, ma semplicemente dalla volontà di recuperare margini di efficienza e produttività”.
(Acs) Perugia, 17 ottobre 2013 - “L'audizione in Seconda Commissione dei rappresentanti dei sindacati dei lavoratori del credito ha permesso prendere consapevolezza di un quadro davvero preoccupante sia delle condizioni di difficoltà del sistema del credito nella nostra regione, sia dello stato delle relazioni sindacali a seguito della disdetta unilaterale del contratto collettivo di lavoro nazionale da parte dell'Abi”. Così il consigliere regionale Manlio Mariotti (PD) che ravvisa l'urgenza di affrontare la situazione “con tempestività, chiarezza di obiettivi e coraggio”.
Mariotti ritiene che occorre evitare che tale situazione “concorra ad aggravare ulteriormente gli effetti della crisi economica e sociale che sta pesantemente investendo la nostra regione. Si riduce la capacità di concedere credito da parte degli istituti alle famiglie e alle imprese produttive, si indebolisce la consistenza e il radicamento di una infrastruttura fondamentale per rilanciare lo sviluppo dell'Umbria qual è il sistema bancario e si determina, infine, un peggioramento delle tutele occupazionali e dei diritti contrattuali dei lavoratori del settore”.
L'esponente del PD ritiene “grave e inaccettabile” la scelta di Abi. “La motivazione che l'ha determinata – spiega - non è una idea diversa, innovatrice di fare banca oggi, ma semplicemente la volontà di recuperare margini di efficienza e produttività. E lo si fa - spiega - cancellando il contratto nazionale e la natura collettiva della contrattazione, introducendo nel comparto la pratica delle procedure di licenziamento unilaterale, mettendo le organizzazioni sindacali di fronte al ricatto di scegliere tra rifinanziamento del fondo per i prepensionamenti o il rinnovo del contratto di lavoro. Una decisione sbagliata – sottolinea Mariotti - che impedisce di affrontare i veri nodi strutturali di gestione e di governance di gruppi bancari che, nei fatti, anche in Umbria, prestano meno soldi, o lo fanno prevalentemente a chi ne ha meno bisogno, comunque ad un costo maggiore e, nonostante ciò, vedendo aumentare sensibilmente il livello delle loro sofferenze”.
Mariotti si dice consapevole che la crisi economica e quella finanza pubblica “hanno avuto ripercussioni non positive anche nel funzionamento delle banche; di sicuro la fragilità delle imprese ha notevolmente diminuito il loro merito di credito e quindi aumentato le incertezze e gli oneri che sono gravati sulle banche stesse. Ma è proprio per questo - sostiene – che il paese e l'Umbria si sarebbero aspettati un serio progetto di riorganizzazione e innovazione del settore, invece che un atteggiamento oltranzista e provocatorio, da parte di banchieri, manager e dirigenti di banche, troppo spesso lautamente beneficiati da milionarie e immeritate provvidenze e remunerazioni che sono eticamente ingiustificabili, soprattutto in una situazione di crisi che impone sacrifici e rinunce durissimi a tanti cittadini”.
Per il consigliere del PD “questa rottura e il conflitto che ne deriverà non saranno di aiuto nemmeno per la nostra regione e per i problemi che su questo versante deve affrontare. A partire dal riassetto proprietario della BPS – aggiunge -, dagli impegni delle fondazioni bancarie per allentare la stretta creditizia e sostenere lo sviluppo, dal ruolo delle BCC come moderno soggetto del credito regionale, dalla messa a punto e sperimentazione di nuove strumentazioni finanziarie. E' importante quindi che ognuno, per la parte che gli compete, si adoperi per la riapertura di un costruttivo confronto. A questo fine, anche una rapida convocazione delle parti al tavolo regionale del credito può essere utile a svolgere una azione di moral suasion istituzionale per favorire, nell'interesse di tutti, la ripresa del confronto e una positiva composizione della vertenza”. RED/tb