LAVORO: “ITALIA E UMBRIA DI NUOVO TERRE DI EMIGRAZIONE. AIUTIAMO I GIOVANI A TORNARE” - GORACCI (COMUNISTA UMBRO). “NECESSARIA UNA POLITICA LUNGIMIRANTE”
Il consigliere regionale Orfeo Goracci interviene sull'emigrazione giovanile che sta interessando sempre di più anche l'Umbria, un fenomeno che si è già verificato tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento e ancora negli anni '50. Nell'evidenziare che una risposta all'occupazione dei giovani potrebbe arrivare dal riciclo dei rifiuti, grazie all'opzione 'Rifiuti Zero', (“servono: manodopera per differenziare e recuperare, e intelligenze per riusare e trasformare”), Goracci auspica “una politica lungimirante a opera della Regione Umbria, soprattutto attraverso la formazione e la specializzazione dei giovani”.
(Acs) Perugia, 30 settembre 2013 - “L'Italia sta assistendo a un vero e proprio spopolamento da parte dei giovani, di qualsiasi grado di istruzione e classe sociale. Se ne vanno a studiare (e lavorare ) all'estero i rampolli delle famiglie che hanno buone possibilità economiche. Se ne vanno anche gli artigiani, i gelatai, i manovali, gli operai che non trovano più nulla da fare nel nostro Paese. E l'Umbria non fa eccezione”. È il grido dall'allarme che lancia Orfeo Goracci (Comunista umbro) evidenziando come l'Umbria sia attualmente di pochissimo sotto la media nazionale, ma che sta “frettolosamente rimontando, e i cervelli in fuga sono sempre di più”.
Goracci spiega quindi che “il progetto realizzato in collaborazione con il Servizio Rapporti Internazionali della Regione Umbria e finanziato dal Fondo sociale europeo 'Brain back Umbria', un concorso di idee imprenditoriali istituito per far rientrare in patria i giovani umbri che aspirano ad aprire un'azienda, non basta. Abbiamo bisogno di altri interventi in questo senso, e che tengano in considerazione anche le persone con titoli di studi insufficienti a partecipare al bando”.
Il consigliere regionale ricorda che “tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento e ancora negli anni '50, avvenne, nelle nostre campagne, quello che prese l'aspetto di un vero e proprio esodo verso: Australia, Brasile, Argentina, Stati Uniti, e, in Continente, Francia, Germania,Belgio, Lussemburgo, Svizzera. Un flusso migratorio intensissimo – rimarca Goracci - che vide le migliori menti e le migliori mani scappare dalla povertà della propria terra in cerca di un avvenire migliore per i propri figli. Poi, verso gli anni '70 l'emigrazione iniziò a ridursi, fino a sparire del tutto. Fino a questi nostri anni. La parola che avevamo tutti sulla bocca, fino a pochissimi anni fa, e con la quale ci siamo trovati a fare i conti era 'immigrazione', con tutte le paure dello sconosciuto e del diverso che questa comportava. Oggi si torna ai vecchi vocaboli: 'emigrazione', per dire che noi, i ricchi del mondo, non siamo più così ricchi da poter assicurare lavoro e vita decente ai nostri figli: e loro se ne vanno”.
Per Goracci, “ci rendiamo conto dell'importanza di far rientrare i 'cervelli' che scappano, ma anche le braccia, le mani e i sentimenti hanno la loro importanza. L'Umbria – commenta - si svuota anche di giovani che sanno già un mestiere o che potrebbero impararlo attraverso il passaggio di saperi
tradizionali : è così che si perdono le tradizioni, così che la trasmissione dagli anziani ai giovani si interrompe, è così che ci si impoverisce davvero”.
Secondo Goracci, “il riciclo dei rifiuti, grazie all'opzione 'Rifiuti Zero' può fare molto in questo senso: servono: manodopera per differenziare e recuperare, e intelligenze per riusare e trasformare”. In sostanza, per Goracci, “una politica lungimirante in questo senso a opera della Regione Umbria, con corsi di specializzazione, impiego di giovani nei servizi, potrebbe essere in grado di fornire risposte ai tanti, troppi ragazzi nostri che sono a lavorare fuori e che vorrebbero tornare. E uno su due – conclude - si dice disposto a far ritorno a casa. E questa è una percentuale troppo alta per non essere presa in considerazione”. RED/as