RIFORMA TRIBUNALI: “UNA MOZIONE IPOCRITA CHE NON RISOLVERÀ I PROBLEMI E DIMOSTRERÀ SOLO L’IMPOTENZA DELLA POLITICA” - LIGNANI MARCHESANI (FD'I) SUL DOCUMENTO APPROVATO IERI DAL CONSIGLIO REGIONALE
(Acs) Perugia, 18 settembre 2013 - “Un 'no' convinto per una mozione sbagliata nel metodo ed irrilevante nel merito. La riforma della geografia giudiziaria è assolutamente errata, perché non produce risparmi, aumenta invece oneri e spese per i cittadini e impoverisce l’indotto economico e comunitario delle sedi giudiziarie tagliate”. È quanto scrive il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fd'I) commentando l'atto di indirizzo approvato ieri dall'Aula che chiede alla Giunta regionale di “operare presso il ministero affinché adotti provvedimenti correttivi circa la riforma degli uffici giudiziari”.
Per Lignani Marchesani “la drammaticità della situazione è sotto gli occhi di tutti, ma la maggioranza di centrosinistra non trova di meglio che sfruttare una seduta del Consiglio regionale dedicata alle mozioni per poter presentare un suo documento, che esclude l’opposizione dalle firme al solo fine di intercettare la benevolenza elettorale di avvocati e cittadini”.
Il consigliere regionale del centrodestra definisce tutto ciò “un gioco ipocrita: basti pensare – spiega - che le forze politiche che hanno approvato la mozione sono le stesse che in Parlamento hanno determinato questa situazione, mentre in Umbria si dedicano ad elaborare un 'documento di indirizzo', privo di qualsiasi potere e conseguenza pratica. Un documento che nella narrativa sembra 'smontare' la riforma, ma che poi chiede correttivi temporanei e modesti pur di non sconfessare la riforma fatta dal Governo Letta, appoggiato dai sostenitori stessi del documento”.
Secondo Lignani Marchesani “i correttivi suggeriti dalla maggioranza nella risoluzione non sono in capo alla politica, ma di fatto solo al Presidente del Tribunale che, da un lato, avrebbe dovuto agire mesi prima e, dall’altro, ha invece chiaramente detto che non intenderà modificare alcunché. La verità – rimarca - è che troppi pensavano ad una proroga o a un depotenziamento prima del 13 settembre, come da peggiore tradizione delle sedicenti 'riforme' all’italiana.
Il Governo e il Parlamento – conclude Lignani Marchesani - dovrebbero ritirare questa pseudo-riforma della geografia giudiziaria e dedicarsi invece ad una vera e radicale riforma della giustizia”. RED/as