UNIONI DEI COMUNI: “VERIFICARE LA FATTIBILITÀ, IN UMBRIA, DELLA FUSIONE TRA AMMINISTRAZIONI, GIÀ REALIZZATA DA TRE COMUNI MARCHIGIANI” - NOTA DI SMACCHI (PD)
Il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi suggerisce di seguire, anche in Umbria, i migliori esempi di fusione fra Comuni già attuati, come il caso di Ripe (4.412 abitanti), Castel Colonna (1.024 abitanti) e Monterado (2.147 abitanti), tutti in provincia di Ancona, realizzata in appena 7 mesi, nel pieno rispetto delle normative vigenti, dando vita ad un'unica municipalità di 7.583 abitanti.
(Acs) Perugia, 5 agosto 2013 - “Procede bene il cammino verso l'Unione dei Comuni, anche grazie all'azione del governo Letta che, di fatto, conferma la volontà del superamento delle Province. Anche in Umbria, con l'introduzione delle otto Unioni speciali dei Comuni, si è cercato di dare un segnale riformatore di rilievo, seppure ancora permangano forti difficoltà e si scontino ritardi nell'applicazione dei contenuti della riforma”. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Smacchi (PD), secondo il quale “andrebbero colti certi segnali positivi, come la fusione, in provincia di Ancona, dei tre comuni di Ripe (4.412 abitanti), Castel Colonna (1.024 abitanti) e Monterado (2.147 abitanti), realizzata in appena 7 mesi, nel pieno rispetto delle normative vigenti, dando vita ad un'unica municipalità di 7.583 abitanti”.
Per Smacchi si tratta di “un'esperienza molto interessante, che andrebbe studiata a fondo anche in Umbria, nel cui territorio insistono ben 92 comuni, 69 dei quali sotto i 7.000 abitanti, 59 sotto i 5.000, 45 con meno di 3.000 abitanti e ben 33 che non arrivano a 2.000. Numeri che dimostrano come, al di là dei campanili e delle legittime specificità che ogni municipio rivendica, forse sia giunto il momento anche in Umbria di mettere mano ad una seria e profonda revisione del nostro modello istituzionale, per renderlo più snello ed efficiente e soprattutto al passo con le reali esigenze dei cittadini. Tutto ciò ovviamente accompagnato da un coinvolgimento pieno delle popolazioni, che dovranno, come avvenuto nell'esperienza marchigiana, avere la possibilità di dire l'ultima parola attraverso una democratica espressione di voto”. “Su un argomento così sentito e delicato – conclude - credo sia opportuno aprire una discussione di merito in Commissione Statuto, per verificare se esistano i presupposti per avviare un lavoro di revisione statutaria anche in questo ambito”. RED/pg