UNIONI DEI COMUNI: “MANTENERE IL PROCESSO DEMOCRATICO DEI CONSIGLI COMUNALI PUNTANDO A RIDURRE LE CENTRALI DI EROGAZIONE DI SERVIZI” - IL PRESIDENTE ANCI BOCCALI AL COMITATO DI MONITORAGGIO E VIGILANZA
Il presidente dell'Anci Umbria Vladimiro Boccali ha partecipato stamani alla riunione del Comitato Monitoraggio e Vigilanza del Consiglio regionale, invitato dalla presidente Maria Rosi per fare il punto sull'attuazione della legge regionale '18/2011' per la parte riguardante la costituzione delle Unioni speciali dei Comuni. Boccali ha fatto sapere che “i Comuni che dovranno dar vita alle previste 8 Unioni speciali sono impegnati nell'approvazione degli Statuti a cui faranno seguito gli atti costitutivi. L'auspicio è che si possa mettere in atto la riforma regionale, in maniera completa, nei giusti tempi. Ai cittadini e alle imprese – ha ribadito - va data la certezza del buon funzionamento e della semplificazione della filiera amministrativa”.
(Acs) Perugia, 31 luglio 2013 – “I Comuni che dovranno dar vita alle previste 8 Unioni speciali sono impegnati nell'approvazione degli Statuti a cui faranno seguito gli atti costitutivi. L'auspicio è che si possa mettere in atto la riforma regionale, in maniera completa, nei giusti tempi. Ai cittadini e alle imprese va data la certezza del buon funzionamento della filiera amministrativa”. Così Vladimiro Boccali, sindaco di Perugia e presidente dell'Anci-Umbria, oggi in audizione al Comitato Monitoraggio e Vigilanza del Consiglio regionale, invitato dalla presidente Maria Rosi per fare il punto sull'attuazione della legge regionale '18/2011' per la parte riguardante la costituzione delle Unioni speciali dei Comuni.
Nel sottolineare l'importanza di “mantenere il processo democratico dei Consigli comunali, puntando al contempo a ridurre le centrali di erogazione di servizi”, Boccali non ha mancato di rimarcare come “lo stato di attuazione della legge '18/2011' è inserito in un contesto particolarmente complesso. Soprattutto per i Comuni più piccoli la riorganizzazione in base a questa legge, rientrare nei parametri del patto di stabilità, la difficoltà di fare i bilanci, sono questioni che, di fatto, complicano la loro vita. La strada dell'applicazione della riforma è comunque irreversibile. La costituzione dell'Unione speciale dei Comuni è stata di fatto confermata da un apposito disegno di legge del Governo Letta. Giusta quindi la scelta della Regione Umbria di arrivare alla costituzione dell'Unione speciale dei Comuni per la gestione delle funzioni che erano in capo alle Comunità montane per le parti amministrative. È evidente che le difficoltà dovranno essere superate nel corso dei vari passaggi propri dell'applicazione della legge. Attualmente i Comuni sono impegnati nell'approvazione degli Statuti, da qui si passerà agli atti costitutivi, di seguito al trasferimento del personale impiegatizio delle Comunità montane. Ai cittadini e alle imprese va data la certezza del buon funzionamento della filiera amministrativa. Il processo va avanti comunque con qualche difficoltà, perché oltre alla funzione amministrativa, viene rivista anche la modalità dello svolgimento dell'esercizio democratico e la funzione delle Assemblee consiliari, delle Giunte e dei sindaci. Un passaggio importante è che la Regione non vieta che le Unioni possano accorparsi e diventare anche meno di otto, né di aggiungere altre funzioni che i Comuni gestiscono in proprio. La strada è quella di mantenere il processo democratico partecipativo proprio dei Consigli comunali, ma tenendo conto dell'obbligo di ridurre le centrali di erogazione di servizi amministrativi”.
Al termine della relazione di Boccali, sono intervenuti alcuni commissari.
Per Lamberto Bottini (Pd), “Il percorso della riforma presenta oggettive difficoltà, ma bisogna procedere spediti in questa prospettiva che impegna l'intero sistema istituzionale umbro. È necessario andare anche oltre il quadro di incertezze che riguarda il futuro delle Province. I Comuni, anche quelli più piccoli vanno assolutamente mantenuti, ma sono chiamati a condividere alcune rilevanti funzioni amministrative. Ai Comuni va comunque garantita l'autonomia economica ed in questo caso il patto di stabilità rappresenta uno dei paradossi italiani”.
Gianluca Cirignoni (Lega nord): “I Comuni sono uno dei simboli della rappresentatività democratica. L'istituzione delle Unioni speciali dei Comuni è un passaggio positivo se riusciranno a svolgere, oltre alle funzioni delle ex Comunita montane, anche altri servizi per i cittadini, come ad esempio la gestione della Polizia locale. L'abolizione delle Province, per l'Umbria, rappresenterebbe un sicuro vantaggio”.
Massimo Buconi (Psi): “Quanto detto dal presidente dell'Anci, Boccali, dà conforto alla nostra scelta di riforma del sistema amministrativo regionale. Oggi c'è la necessità oggettiva di organizzare i servizi su scala più ampia e per questo l'unione speciale dei Comuni può essere davvero la migliore risposta. Dobbiamo puntare sempre più alla sburocratizzazione amministrativa come importante risposta all'efficacia alla reale semplificazione”.
SCHEDA: UNIONI SPECIALI DEI COMUNI. Il Piano di riordino territoriale con il quale si individua la dimensione territoriale omogenea di queste forme di aggregazione è stato approvato nei termini (30 giugno 2012); le Unioni speciali dei Comuni che dovranno essere costituite sono 8. Dovranno svolgere funzioni associate in materia di politiche sociali, turismo, agricoltura, boschi e terreni sottoposti a vincoli idrogeologici, raccolta funghi e tartufi, bonifica (nei territori in cui non operano i consorzi). Ad oggi nessuna delle otto Unioni speciali ha ancora approvato l’atto costitutivo e lo statuto (il termine era fissato entro il 23 settembre 2012). Oltre a quanto stabilito dalla legge regionale c'è anche la legislazione nazionale che, con il decreto legge “Spending review” (“95/2012”), stabilisce l'obbligo della gestione associata di funzioni fondamentali per tutti i Comuni cosiddetti minori, quelli cioè che hanno fino a un massimo di 5000 abitanti, che scendono a 3000 per quelli classificati come montani. In Umbria queste disposizioni, che riguardano 45 Comuni, non sono state adempiute essendo successive alla normativa regionale la quale potrebbe necessitare di interventi di “manutenzione”. Se i Comuni non rispettassero l'obbligo dell'esercizio in forma associata stabilito dal decreto entro i termini stabiliti (1 gennaio 2013 per almeno tre funzioni; 1 gennaio 2014 per le restanti sei) il Prefetto potrebbe stabilire un termine perentorio, decorso il quale si attiva il potere sostitutivo del Governo. AS/tb