AGRICOLTURA: “QUALITÀ DELLA VITA, AMBIENTE, PRODUZIONI, ECONOMIA” - IN SECONDA COMMISSIONE L'ASSESSORE CECCHINI HA ILLUSTRATO LE LINEE E GLI OBIETTIVI DEL PIANO ZOOTECNICO REGIONALE
Nella riunione della Seconda Commissione, presieduta da Gianfranco Chiacchieroni, l'assessore regionale all'Agricoltura, Fernanda Cecchini ha presentato le linee e gli obiettivi del prossimo 'primo' Piano zootecnico regionale. Tra le caratteristiche principali: qualità, certificazione e valorizzazione delle produzioni umbre, rispetto per l'ambiente, un sistema normativo adeguato fedele al dettato europeo. Previste premialità per chi rispetterà le direttive e gli obiettivi del Piano. L'iter dell'atto proseguirà dai primi giorni di settembre con nuove audizioni che riguarderanno sia gli assessorati regionali interessati dalla materia, che operatori del settore e, quindi, associazioni di categoria e rappresentanti istituzionali.
(Acs) Perugia, 24 luglio 2013 - Qualità, certificazione e valorizzazione delle produzioni umbre. Ma anche rispetto per l'ambiente, stabilendo il numero massimo dei capi ammissibili nei territori; un sistema normativo adeguato fedele al dettato europeo. Collegare la produzione alla trasformazione e commercializzazione del prodotto, dando un senso compiuto alla filiera; premialità per chi rispetterà le direttive e gli obiettivi del Piano.
Sono alcuni, tra i più importanti passaggi toccati stamani in Seconda Commissione dall'assessore regionale all'Agricoltura, Fernanda Cecchini nel corso della presentazione del 'primo' Piano zootecnico regionale.
Come ha ricordato in apertura il presidente della Commissione, Gianfranco Chiacchieroni, fu il Consiglio regionale, nel 2010 ad impegnare la Giunta, attraverso una mozione, a stabilire regole all'interno delle quali trovare una normativa chiara per lo svolgimento di attività zootecniche in Umbria, con particolare riferimento alla suinicoltura.
L'iter dell'atto proseguirà dai primi giorni di settembre con nuove audizioni che riguarderanno sia gli assessorati regionali interessati dalla materia, che operatori del settore e, quindi, associazioni di categoria e rappresentanti istituzionali.
PIANO ZOOTECNICO REGIONALE. L'assessore Cecchini ha detto che “le problematiche che interessano oggi gli allevamenti non riguardano soltanto l'Umbria, ma l'insieme delle regioni italiane. Si tratta di un tema che viene affrontato anche a livello europeo come conseguenza della variazione di diverse dinamiche legate alle esigenze di una maggiore qualità del cibo che prevede la sua certificazione e rintracciabilità.
SICUREZZA ALIMENTARE. La sicurezza alimentare è uno dei pilastri su cui oggi poggia la programmazione comunitaria per i prossimi anni. Un tema che si interfaccia con la qualità dell'ambiente e quindi con la sostenibilità intesa anche come compatibilità economica. Ed in questo caso anche lo scorso Governo, con il ministro Catania si era posto l'obiettivo di istituire un Tavolo nazionale per la zootecnia, ma mai attivato. Le Regioni continuano a chiedere di mettere ordine sulla zootecnia, con linearità e concretezza. L'export dell'agroalimentare rappresenta numeri importanti per il made in Italy e questo lo è chiaramente anche per l'Umbria. Il nostro obiettivo è quello di superare il gap delle difficoltà di mercato attraverso il rispetto delle normative europee. Nella predisposizione del Piano abbiamo portato avanti un lavoro serio e rigoroso con molteplici importanti passaggi partecipativi qualificati che hanno visto confronti tra e con rappresentanti della filiera umbra della zootecnia, associazioni agricole, Università.
LA FILIERA. Delle 30mila aziende operanti nell'agricoltura, date dal censimento del 2010, 5mila sono legate alla zootecnia, rappresentando il 40 per cento del fatturato del settore agroalimentare. Tra gli obiettivi, quello di collegare la produzione alla trasformazione e commercializzazione del prodotto, dando un senso compiuto alla filiera. Viene riservato il massimo rispetto all'ambiente, stabilendo il numero massimo dei capi ammissibili nei territori. Molte problematiche e contraddizioni possono essere risolte attraverso l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, suggerite dai maggiori centri di ricerca. Il loro utilizzo, per il quale viene prevista una sperimentazione di due anni, potrà avere luogo in forme consorziate di allevatori.
QUALITÀ. Dobbiamo quindi puntare sulla qualità, certificazione e valorizzazione delle nostre produzioni. La Regione prevederà, attraverso appositi bandi, premialità per chi rispetterà, mettendoli in atto, le direttive e gli obiettivi del Piano. Puntare quindi ad una maggiore produzione di qualità rispettando l'ambiente ed arricchendo il brand umbro. Il prosciutto umbro Doc dovrà essere un altro importante obiettivo. Ma il Piano prevede precise indicazioni anche per quanto riguarda l'ovi-caprino e la parte relativa all'acquacoltura e la pesca”.
Interventi:
Massimo Buconi (Psi): “Bene la discussione sul Piano zootecnico regionale perché si tratta di uno strumento importantissimo dal quale moltissimi operatori si aspettano certezze e soprattutto risposte alle loro esigenze. Per quanto riguarda l'attività di suinicoltura, negli ultimi anni si è quasi azzerata. È importantissimo rilanciare questo settore. Va messo in relazione il numero massimo dei capi previsti per un dato territorio e la gestione dei reflui. In sostanza bisogna capire come il territorio riesce a rispondere al problema”.
Maria Rosi (PdL): “È importante collegare gli allevamenti con l'ambiente circostante. Si tratta di un settore dove i giovani potrebbero svolgere un ruolo importante, magari con l'apertura di piccole aziende che servano anche soltanto al sostentamento della propria famiglia. Vanno per questo creati progetti per l'imprenditoria familiare”.
Paolo Brutti (Idv): “Si tratta di un documento importante che ha bisogno di particolari approfondimenti. Mi sembra che il sistema stia evolvendo verso grandi produzioni e l'attività si sta concentrando su alcuni specifici territori. Serve la volontà di spalmare invece sul territorio piccoli allevamenti. La nostra produzione suinicola non ha radicamento territoriale: importiamo suini piccoli e grandi, come pure i mangimi. Quindi anche la tracciabilità delle carni diventa difficile, incidendo negativamente sull'obiettivo di creare il prosciutto Dop. È necessaria la limitazione del numero dei capi”.
Raffaele Nevi (PdL): “Dobbiamo fare in modo che la Regione non dismetta la zootecnia perché se muore la zootecnia muore, a ruota, l'agricoltura in generale. La parte zootecnica rappresenta un importante incentivo al reddito. È assolutamente importante non confondere l'hobbistica con l'impresa. Porre grande attenzione alla sostenibilità è un passaggio prioritario da affrontare però non in maniera ideologica. Bisogna puntare alla zootecnia di qualità, costruendo regole certe senza interpretazioni. Trattare il Piano zootecnico al di fuori della questione ambientale è soltanto un esercizio filosofico. Le risorse pubbliche dovranno essere mirate al sostegno delle aziende strutturate per migliorare il loro posizionamento sul mercato. Oggi il settore è allo sbando completo”.
Orfeo Goracci (Comunista umbro): “Il documento contiene elementi utili e va nella giusta direzione. Credo però che su alcune produzioni, come quelle suinicole, non è possibile nascondere il conflitto esistente tra allevatori e cittadini. Ci sono attività che pesano a livello ambientale, ma che non riguardano soltanto la suinicoltura”.
Massimo Mantovani (PdL): “Stiamo trattando un argomento per il quale le decisioni finali dovranno essenzialmente politiche. È chiaro che su questo argomento la maggioranza dovrà dimostrare di avere i numeri per far passare le proprie scelte, noi non presteremo certamente soccorso. È difficile, oggi, capire il tipo di modello che questa Regione intende promuovere. Vorrei far presente ancora una volta che l'allevamento zootecnico rappresenta il 40 per cento del fatturato dell'intero comparto agricolo”. AS/