ASSISTENZA DOMICILIARE: “BENE RIORGANIZZARE, MA LE ECCELLENZE VANNO SOSTENUTE E VALORIZZATE” - PER SMACCHI (PD) “NEI PRESIDI DELL'EMERGENZA–URGENZA VA ASSICURATA LA PIENA FUNZIONALITÀ DEI REPARTI”
Il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi torna sulla questione dell'assistenza domiciliare integrata nel distretto dell'Alto Chiascio. Per Smacchi il nuovo modello di erogazione delle prestazioni specialistiche a domicilio “rischiano di non dare risposte ai tanti pazienti che ne hanno bisogno”. Inoltre andrebbero “valorizzate e sostenute le esperienze positive e di eccellenza” garantendo “la piena funzionalità e la presenza costante dei professionisti nei reparti”.
(Acs) Perugia, 18 luglio 2013 - “Prendo atto con soddisfazione che la Asl 1 non ha operato alcun taglio né intende farne rispetto al servizio di assistenza domiciliare integrata, ma ritengo altresì doveroso porre l'accento su alcune questioni che a mio avviso rimangono aperte. Uniformare il servizio in tutti e sei i distretti del territorio per quanto concerne la specialistica, non può comunque determinare il venir meno di esperienze di eccellenza come quella dell'Alto Chiascio, che peraltro non gravano economicamente in maniera eccessiva sul bilancio della Asl 1”. Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi.
Per Smacchi “le prestazioni specialistiche a domicilio, e non certo tutti i servizi domiciliari, che fino al primo giugno scorso erano erogate sulla base di un modello di eccellenza e molto funzionale nel distretto dell'Alto Chiascio, ora vengono erogate in maniera diversa, solo in orari dove i medici (soltanto due) prestano servizio in ospedale e con procedure complesse che rischiano di non dare risposte ai tanti pazienti che ne hanno bisogno, che sono peraltro, per loro sfortuna, in condizioni di salute molto precarie. Se non è una questione economica – osserva - non riesco a comprende il motivo per il quale un servizio di eccellenza, garantito peraltro in un territorio che ha caratteristiche morfologiche di gran lunga differenti dagli altri, viene uniformato ad altri modelli meno funzionali e molto più complicati. Di norma le buone pratiche vengono prese a riferimento e non cambiate per esigenze che gli utenti non riescono a comprendere”.
Andrea Smacchi continua: “Resta il fatto che l'Adi (Assistenza domiciliare integrata), nel suo complesso, continua ad essere un fiore all'occhiello del distretto dell'Alto Chiascio, grazie anche all'alto grado di professionalità e di umanità del personale che vi opera ed alla competenza di chi è deputato all'organizzazione del servizio, ma nello specifico sulla specialistica si rischia di non garantire più la stessa efficienza del servizio. In questo contesto, non è certo mia intenzione chiedere trattamenti privilegiati per un territorio rispetto ad un altro, ritengo altresì che le giuste riorganizzazioni e razionalizzazioni che derivano dall'applicazione della riforma della sanità varata dal Consiglio regionale, debbano essere fatte in maniera incisiva e produttiva. Ciò non toglie – conclude Smacchi - che laddove esistono, come nel caso in questione, esperienze positive e di eccellenza, le stesse debbono essere sostenute e valorizzate, così come, vedi l'esempio dell'urologia nell'ospedale di Gubbio e Gualdo Tadino, va a mio avviso garantita nei presidi dell'emergenza – urgenza, che sono 7 in tutta l'Umbria, la piena funzionalità dei reparti e la presenza costante dei professionisti negli stessi”. RED/mp