TERZA COMMISSIONE: “LA SANITA' UMBRA DISPONE DI RISORSE ADEGUATE, MA SERVE IL CORAGGIO DI FARNE UN USO APPROPRIATO” - AUDIZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DELL'AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA
Il direttore dell'Azienda ospedaliera di Perugia, Walter Orlandi, ha illustrato ai membri della Commissione Sanità del Consiglio regionale lo stato di attuazione della riforma per quanto di sua competenza. Dipartimenti aziendali integrati con l'Università e professionisti interscambiabili che fanno riferimento ad una direzione unica e ad un unico linguaggio clinico. Il criterio principale è quello dell'appropriatezza delle cure. I membri della Commissione presieduta da Massimo Buconi hanno chiesto delucidazioni sulla centrale unica del 118, sull'elisoccorso, sulla mobilità passiva e sui costi dei “sinistri” e la loro copertura assicurativa.
(Acs) Perugia, 1 luglio 2013 - “La Sanità umbra dispone di risorse adeguate ma serve il coraggio di farne un uso appropriato”: lo ha detto stamani ai membri della Terza commissione del Consiglio regionale il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera di Perugia, Walter Orlandi, convocato a riferire in audizione sullo stato di attuazione della riforma sanitaria.
Il direttore ha illustrato, prima di rispondere alle domande dei consiglieri regionali, gli obiettivi verso i quali sta convergendo la sanità umbra: “L'Azienda ospedaliera di Perugia è da anni integrata con l'Università – ha detto introducendo il capitolo Convenzione – e la riforma attuale ha individuato anche l'ospedale di Terni come azienda ospedaliera integrata, nella logica di mantenimento del polo universitario. L'Università non va vista – secondo Orlandi – come struttura differente dal servizio pubblico, perché di fatto è un servizio pubblico dove si forma la classe dirigente. Inoltre un associato costa meno perché parte dello stipendio la paga l'Università, il personale universitario convenzionato dovrà timbrare il cartellino, con evidente guadagno della trasparenza, e per il personale ospedaliero si moltiplicano le occasioni di formazione. Nella Convenzione con l'Ateneo perugino la Regione non viene sminuita, come qualcuno afferma, e non esiste nessun 'allegato D': c'è una richiesta di personale da convenzionare che deve essere valutata dai direttori generali”.
“Gli obiettivi della riforma – ha spiegato Orlandi – consistono nel creare dipartimenti aziendali integrati con l'Azienda ternana ed il raccordo con gli ospedali di comunità come Assisi, Pantalla, Castiglion del lago e Città della Pieve, mentre la rete di emergenza-urgenza gode di maggiore autonomia. Quello che serve è un'integrazione forte, con professionisti interscambiabili che fanno riferimento ad una direzione unica e ad un unico linguaggio clinico. Si cerca di eliminare le duplicazioni, ad esempio sono troppe 18 chirurgie per 900mila abitanti, quindi si va verso una chirurgia 'complessa'. Punto focale rimane la maggiore appropriatezza delle cure: a Perugia c'è una eccessiva presenza di anziani ricoverati in modo inappropriato, con relativa difficoltà di dimissioni, molti decessi in ospedale, molte tac e risonanze su anziani in fase acuta, che dovrebbero essere assistiti in altre aree. Questo fenomeno non accenna a diminuire”.
I consiglieri regionali membri della Commissione Sanità, presieduta da Massimo Buconi hanno poi rivolto diverse domande a Orlandi: Franco Zaffini (Fd'I) ha chiesto come si cercherà di coprire le aree periferiche con la centrale unica del 118 e con il servizio di elisoccorso, inoltre come si risolverà il problema della mobilità passiva.
“La centrale unica del 118 – ha risposto il direttore – porterà ad una maggiore razionalizzazione dell'emergenza-urgenza sul territorio e, grazie al 'bed-management' si trasporterà il paziente sull'ospedale più idoneo, anziché su quello più vicino, evitando ricoveri inappropriati. Per quanto riguarda l'elisoccorso il costo di una postazione solo umbra è di 3 milioni l'anno e per questo abbiamo deciso di percorrere la strada della interregionalità: stiamo ragionando con le Marche su un interscambio con l'unità spinale, che loro non hanno, per bilanciare i costi delle chiamate all'elisoccorso. In 20 minuti da Fabriano e Ancona l'elisoccorso può raggiungere le parti più estreme della nostra regione”.
Sull'aumento della mobilità passiva (Zaffini ha fatto notare che ogni anno Terontola incassa 6 milioni di euro grazie a pazienti umbri, mentre nella nostra regione alcune strutture per la diagnostica sono aperte solo per poche ore al giorno), il direttore Orlandi ha risposto che “non è un problema dell'Azienda ospedaliera di Perugia, la cui 'mission' principale resta quella dell'appropriatezza, evitando di fare ogni tre mesi risonanze per un semplice controllo”.
Andrea Smacchi (Pd) ha chiesto, tra le altre cose, spiegazioni sui costi assicurativi, alla luce di quanto sentito, nella precedente audizione (con il direttore Outsourcing, Panella, ndr), che per i sinistri oltre gli 800mila euro c'è copertura assicurativa, mentre fino a 25mila euro c'è una sorta di franchigia coperta dal Sistema sanitario in proprio: “Il nodo cruciale – ha risposto il direttore – è la depenalizzazione dell'atto medico, un risultato assolutamente da conseguire in un Paese come l'Italia, unico al mondo in cui si trovano giudici che riescono a produrre richieste di indennizzo anche fino a 4 o 5 milioni di euro. Ad ogni modo – ha aggiunto – faremo una gara per garantire la copertura assicurativa sopra la soglia degli 800mila euro”.
Gianluca Cirignoni (Lega Nord) ha chiesto delucidazioni sulla opportunità di passare ad un magazzino unico farmaceutico (prospettata nelle precedenti audizioni con i responsabili della Sanità umbra) e sul costo relativo al Drg (ovvero il finanziamento della Regione per le diagnosi di Asl e ospedali) che in Umbria, come affermato dal direttore, è superiore del 38 per cento rispetto alla media nazionale: “Non dimentichiamo che fino al 2011 il Fondo sanitario nazionale è aumentato – ha sottolineato Orlandi – e che avere Drg di riferimento e tariffe uniche nazionali aiuterà a mantenere in equilibrio il Servizio sanitario nel suo insieme. Per quanto riguarda il magazzino unico, a mio giudizio – ha concluso il direttore – il problema è come comprare i farmaci, poiché ci serve un buon osservatorio dei prezzi ed una gestione appropriata. E' fondamentale l'utilizzo che se ne fa”. PG/pg