BENI CULTURALI: “EFFICIENZA ED EFFICACIA DELL'AZIONE AMMINISTRATIVA” - INTERROGAZIONE DI MONNI (PDL) SULLA DISCIPLINA DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI IN MATERIA DI AUTORIZZAZIONI PAESAGGISTICHE
Il consigliere regionale di opposizione Massimo Monni (Pdl) ha presentato una interrogazione alla Giunta affinché adotti azioni nei confronti del ministero dei beni culturali per evitare che la Conferenza dei servizi in materia di autorizzazioni paesaggistiche perda di fatto la sua validità. Per Monni una circolare del ministero dello scorso 31 maggio renderebbe di fatto inefficaci le Conferenze di servizi, prevedendo un termine di 45 giorni per il parere vincolante delle sovrintendenze.
(Acs) Perugia, 12 giugno 2013 - La Giunta regionale spieghi quali interventi intende adottare presso il ministero dei beni culturali per evitare che la Conferenza dei servizi in materia di autorizzazioni paesaggistiche perda di fatto la sua validità. Lo chiede, con una interrogazione rivolta all'Esecutivo di Palazzo Donini, il consigliere regionale di opposizione Massimo Monni (Pdl).
Monni spiega che “con propria circolare del 31 maggio scorso il ministero per i beni e le attività culturali indirizzata ai Comuni dell'Umbria, stabilisce che 'al fine di assicurare il legittimo e ordinato svolgimento delle attività e funzioni amministrative di comune interesse in tema di procedimenti diretti al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, si richiama l'attenzione delle amministrazioni locali, sul disposto della legge '241'90'. In questo modo le Conferenze di servizi vengono di fatto rese inefficaci. L'ufficio Legale del ministero beni culturali nella propria circolare ritiene infatti che tutte le pratiche vengano trasmesse in ordinario e la Soprintendenza deve fornire il proprio parere vincolante nel termine di 45 giorni. Solamente trascorso questo termine il Comune ha facoltà di indire la Conferenza di Servizi. Da un punto di vista giuridico – rileva Monni - si tratta però di una forzatura in quanto detti termini contrastano con quelli del procedimento fissati dalla legge '241/90'”.
“Se questa interpretazione venisse accolta – conclude Massimo Monni - è evidente che l'efficacia, l'efficienza, e l'economicità dell'azione amministrativa non esisterebbero più. Tra l'altro tale interpretazione metterebbe in difficoltà anche le sedi locali della Soprintendenza in quanto hanno un organico insufficiente per trattare tutte le pratiche dei Comuni in via ordinaria”. RED/mp