LEGGE PEREQUAZIONE: “UNA MACEDONIA ASSURDA CHE NON QUALIFICA CERTO LA NOSTRA ASSEMBLEA” - GORACCI (COMUNISTA UMBRO) SPIEGA IL VOTO DI ASTENSIONE IN CONSIGLIO REGIONALE
(Acs) Perugia, 10 giugno 2013 - “Un calderone, un minestrone senza sapore, o, peggio, un magma fangoso dove si può mettere tutto e il contrario di tutto: è così che durante la discussione mi è sembrata questa legge. E io non l'ho votata”. Lo comunica il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) spiegando che la norma “anche se partita da punti condivisibili come perequazione, premialità e compensazione in campo urbanistico (cose importanti e utili per i cittadini e per gli amministratori dei Comuni) è finita per diventare troppo simile ai non rimpianti decreti milleproroghe di tanti nostri tristi (e triti) Governi”.
Goracci rileva che “dentro la legge si è voluto mettere di tutto: sono presenti riferimenti a caccia, centri storici, disagio sociale e graduatorie delle 'case popolari', alberghi per cani fino a 100 metri quadrati, insomma, una macedonia assurda che non qualifica certo la nostra Assemblea. Si approva un continuo richiamo ad altre leggi di difficilissima comprensione, è una di quelle leggi inciucio dell'Assemblea di Palazzo Cesaroni che andrebbe meglio indagata e dovrebbe far riflettere chi, a livello nazionale, ha contrastato le politiche berlusconiane. Di non negativo – conclude - c'e' stata la scelta del Consiglio, su proposta della Giunta, che ha bocciato l'articolo 37, evitando così di dare un segnale di apertura a sanatorie e condoni. Voglio auspicare che il Governo e il Consiglio regionale mantengano questa posizione anche nei confronti di diverse leggi presentate che vanno nella direzione di politiche filoabusive e berlusconiane”. RED/mp