MORTE CHAVEZ: “ORGOGLIO, IDENTITA' E SOCIETA' SOCIALISTA: L'EREDITA' DI CHAVEZ” - GORACCI (COMUNISTA UMBRO) “COME IL PRESIDENTE PALESTINESE ARAFAT, NON SARÀ MAI STATO TANTO VIVO QUANTO DOPO LA SUA MORTE”
(Acs) Perugia, 6 marzo 2013 - “Resterà nella storia, Hugo Chavez, per la sua politica originalissima, che cercava di dare corpo e vita agli insegnamenti di Simon Bolivar, all'anticolonialismo, alla protesta no global, a un progetto unitario per tutta l'America Latina; per la sua straordinaria capacità di stare dalla parte dei più deboli, dei poveri, gli stessi che ora lo piangono sommessamente nelle strade, nelle fabbriche, nei campi, dovunque l'umanità straordinaria di questo figlio del popolo si esercitava”. Il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comunista umbro) ricorda così il presidente del Venezuela. “Indimenticabile quel 30 gennaio 2005 – scrive Goracci - quando, parlando al Convegno internazionale del Social Forum a Porto Alegre, in Brasile, Chávez offrì il suo aiuto alla causa no-global. Il suo programma si ispirava a un socialismo patriottico e democratico che, diceva, 'deve essere umanista e deve mettere gli esseri umani e non le macchine in condizioni di superiorità nei confronti di tutto e di tutti'. Tra le misure prese da Chávez, in gran parte reinvestendo i proventi petroliferi, mi piace ricordare lo stanziamento di 1641 miliardi di bolivar (circa 314 milioni di euro) per la ricerca scientifica, l'aumento del 40 per cento degli stipendi degli insegnanti, le borse di studio e istruzione gratuita, la creazione di una banca popolare con bassi crediti per scopi sociali e umani, come l'acquisto di un alloggio familiare, la creazione di cooperative, la nazionalizzazione dei pozzi petroliferi, l'uscita del Venezuela dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, il blocco della fuga di capitali e della svalutazione del bolivar, l'incremento alla sanità pubblica con seicento centri di diagnostica”.
“Grazie a tali misure – scrive ancora Goracci - il Pil venezuelano era cresciuto nel 2006 fino a 50 trilioni di bolivares, dimostrando che ricette socialiste fanno crescere il Pil e non incrementano la recessione come sperimentiamo nel capitalismo avanzato e nella volontà dello stesso di far passare scelte socialiste come anti-progessive. Voglio ricordare anche la più contrastata di tutte le sue leggi, e più amata dai campesinos, quella sulla riforma agraria: in Venezuela esistevano vasti latifondi (fino a casi limite di 240mila ettari): il 10 per cento della popolazione deteneva l'80 per cento del territorio e senza che molti proprietari fossero in grado di esibire i relativi titoli di proprietà. Chavez ha abolito tutti i latifondi. Non è un caso che Chavez ha sempre vinto tutte le competizioni elettorali in maniera libera e democratica”.
“Ombre oscure – va avanti Orfeo Goracci - si allungano sulla sua fine precoce, a soli 58 anni. Non aveva timore di parlare, Chavez, presidente coraggioso e senza peli sulla lingua quando si trattava di denunciare la grande informazione, tutta schierata in favore dei poteri forti e dei signori della guerra, e di additare come possibili mandanti di una sua probabile morte i suoi nemici di sempre. Questi 'caballeros', diceva riferendosi a presidenti israeliani e filoislraeliani, 'sono i premi Nobel della guerra, della menzogna, dell'infamia'. Sulla sua morte i dubbi ci sono e pensando a come è morto Arafat non si può escludere nulla. Ci mancherà tanto, ma, forse, come il presidente palestinese, non sarà mai stato tanto vivo quanto dopo la sua morte. È stato e sarà sempre un faro per la riscossa latino-americana e per chi ancora nel mondo – conclude Goracci - crede che il socialismo sia una risposta adeguata per tenere insieme libertà, giustizia e indipendenza”. RED/as