COMITATO DI CONTROLLO: RIVEDERE IL CONTRATTO DI SERVIZIO, RAZIONALIZZARE I COSTI, ALIENARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE, PREVEDERE UN SOCIO ESTERNO – L'AUDIZIONE CON UMBRIA MOBILITÀ
Il Comitato di vigilanza e controllo del Consiglio regionale ha incontrato i vertici di Umbria Mobilità per una audizione sulla situazione economica e sulle prospettive future della società regionale di trasporto. Oltre al recupero dei crediti vantati presso gli enti locali del Lazio, sul versante umbro è prevista una revisione del contratto di servizio, l'ingresso di un socio esterno, la razionalizzazione dei costi interni, l'intervento sulle linee meno redditizie, la dismissione delle società non strategiche e l'alienazione di parte del patrimonio immobiliare. La Regione Umbria, tra i soci, sarebbe stata l'unica ad aver versato l'aumento di capitale previsto ma se gli altri soci non faranno altrettanto – è stato evidenziato - si rischia di non riuscire a recuperare la situazione.
(Acs) Perugia, 20 febbraio 2013 – Il Comitato di vigilanza e controllo del Consiglio regionale ha incontrato i vertici di Umbria Mobilità per una audizione sulla situazione economica e sulle prospettive future della società regionale di trasporto. Dalla seduta è emerso che, oltre al recupero dei crediti vantati presso gli enti locali del Lazio, sul versante umbro è prevista una revisione del contratto di servizio (aumento del corrispettivo euro per chilometro, riduzione dei chilometri o entrambe le cose), l'ingresso di un socio esterno, la razionalizzazione dei costi interni, l'intervento sulle linee meno redditizie, la dismissione delle società non strategiche e l'alienazione di parte del patrimonio immobiliare.
Il presidente di Umbria Tpl Mobilità, Lucio Caporizzi, ha spiegato che “i problemi di liquidità di Umbria Mobilità vengono dal passato e si sono manifestati nella corsa estate. In termini di gestione dell'azienda la situazione è positiva e lo sarebbe anche sul versante romano, se venissero onorati gli accordi. In Umbria lo squilibrio è di circa 8 milioni di euro all'anno che deriva dalla somma dei disavanzi delle aziende di trasporto pubblico che si sono unite in UM. Il piano di ristrutturazione, che è stato approvato da una parte dei soci e recepito dal cda, prevede di iniziare il recupero dei crediti non riscossi da Roma tpl, Comune di Roma e Regione Lazio (circa 60 milioni per attività svolte). Sono stati sottoscritti accordi e una piccola parte dei soldi è rientrata. Contiamo di poter concordare un rientro di 500 mila euro al mese, più 2,5 milioni di euro ogni trimestre. Contestualmente il servizio verrà gradualmente dismesso. Sul versante umbro, c'è un disallineamento tra costi e ricavi. Deve dunque essere rivisto il contratto di servizio con un riallineamento che verrà definito dai soci, sostanzialmente aumentando il corrispettivo euro/chilometro o riducendo i chilometri. Andrà ampliata la compagine individuando un socio esterno attraverso una gara. L'ingresso di finanza aggiuntiva è necessario per gestire una situazione debitoria ormai al limite, con 30 milioni di debiti verso i fornitori. L'aumento di capitale deliberato dai soci serviva proprio a superare questa crisi, ma la Regione è l'unica che ha sottoscritto e versato il suo contributo, contribuendo con ulteriori risorse aggiuntive che hanno consentito di superare il 2012. Se gli altri soci non faranno altrettanto si rischia di non riuscire a recuperare la situazione”. MP/