CAVE: PROROGA DI DUE ANNI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE – IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA LA MODIFICA DI QUANTO PREVISTO PER QUELLE GIÀ AUTORIZZATE AL 31 DICEMBRE 2011
(Acs) Perugia, 30 gennaio 2013 – L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza (14 sì e 7 astenuti) una legge mirata ad evitare un contenzioso con il Governo nazionale in materia di cave. Come ha spiegato il relatore di maggioranza “dopo l’entrata in vigore del Collegato alla manovra di bilancio 2012, che prevedeva la proroga all’esercizio delle attività estrattive per evitare l’aggravarsi delle difficoltà legate dalla persistente crisi economica che si ripercuotono anche sul settore estrattivo, il Consiglio dei Ministri ha impugnato un articolo per illegittimità costituzionale legata ad un contrasto con le direttive comunitarie in materia di valutazione di impatto ambientale e alla violazione della competenza legislativa esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”.
Per questo è stata predisposta una modifica alla legge in questione (n.7/2012) che esplicita come “la norma impugnata non ha l’obiettivo di prevedere né un rinnovo automatico dell’autorizzazione di cava né l’elusione delle norme in materia di valutazione di impatto ambientale. Viene solo prevista la possibilità di ulteriore proroga per un periodo non superiore a due anni, nel rispetto della superficie e dei volumi autorizzati (per i quali c'è già stata la Via). La proroga prevista dal collegato riguarda esclusivamente progetti che hanno già ottenuto giudizi favorevoli di compatibilità ambientale, ma che a fronte della grave crisi economica e della conseguente forte riduzione delle attività estrattive non sono state completate. Con questa modifica si prevede esplicitamente l’atto di proroga biennale per: le autorizzazioni vigenti al 31 dicembre 2011 e per le quali sia in corso o sia concluso positivamente il procedimento di giacimento di cava e per le attività con autorizzazioni vigenti e in esercizio al 31 dicembre 2011, per le quali non è stato richiesto il riconoscimento di giacimento”.
Prima del voto l'assessore regionale all'ambiente ha evidenziato che “dalle cave umbre, a causa della crisi, viene estratto molto meno rispetto a quello che era stato programmato nei processi autorizzativi. I titolari chiedono una proroga ma questo si può fare solo se c’è il giacimento e se c’è la Via. Con l'atto approvato stamani si specifica meglio questa norma che era stata impugnata dal Consiglio dei Ministri. L'emendamento mira a chiarire il contenuto normativo e ad evitare rischi di contenzioso”. MP