Regione Umbria - Assemblea legislativa


CONSIGLIO REGIONALE (2): SERVIZI PRIMA INFANZIA: STATO QUALITATIVO, QUANTITATIVO ED ECONOMICO DEL SISTEMA REGIONALE – IN CONSIGLIO LA RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE “30/2005”

In sintesi

Il Consiglio regionale ha preso atto della relazione della Giunta regionale sullo stato di attuazione della legge regionale “30/2005” ("Sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia") illustrata in Aula dal presidente della Terza Commissione. La rendicontazione triennale dell'Esecutivo all'Assemblea legislativa sui risultati delle azioni stabilite dalla normativa è un obbligo (clausola valutativa) previsto dall'articolo 14 della legge “30/2005”. Messa a sistema dei servizi per la prima infanzia, integrazione pubblico-privato, alto grado di copertura della domanda di servizi (39,2 per cento), risorse economiche più che raddoppiate dal 2005 ad oggi. Sono questi alcuni dei punti “qualificanti” esposti nella relazione.

 

(Acs) Perugia, 16 gennaio 2013 – Il Consiglio regionale, nella seduta odierna, ha preso atto della relazione della Giunta regionale sullo stato di attuazione della legge regionale “30/2005” ("Sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia") illustrata in Aula dal presidente della Terza Commissione. La rendicontazione triennale dell'Esecutivo all'Assemblea legislativa sui risultati delle azioni stabilite dalla normativa è un obbligo (clausola valutativa) previsto dall'articolo 14 della legge “30/2005”. Messa a sistema dei servizi per la prima infanzia, integrazione pubblico-privato, alto grado di copertura della domanda di servizi (39,2 per cento), risorse economiche più che raddoppiate dal 2005 ad oggi. Sono questi alcuni dei punti “qualificanti” esposti nella relazione.

STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE “30/2005”. La legge ha realizzato un profondo lavoro di ri-sistematizzazione dei servizi attraverso il riconoscimento delle esperienze maturate nel tempo sul territorio regionale, e introducendo per la prima volta un sistema di regole valide per i servizi pubblici e privati.

In attuazione dell'articolo 9 della legge, nel 2008 è stato adottato il primo “Piano triennale 2008-2010 del sistema integrato dei servizi socio educativi per la prima infanzia. La Giunta regionale, inoltre, nel 2011 ha adottato gli indirizzi per la predisposizione del Piano triennale del sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia finalizzati all'avvio delle procedure di approvazione del nuovo Piano triennale. La Giunta regionale ha stabilito che la nuova programmazione deve tenere conto degli importanti risultati raggiunti in questi anni dall'Umbria. Il dato quantitativo di numero di posti evidenzia che oltre il 33% della popolazione umbra da O a 36 mesi può infatti trovare posto nei servizi; il dato umbro sulla copertura è pari al 39.2% (a settembre 2011) di molto superiore agli obiettivi di Lisbona fissati dall'Europa per il 2010 e praticamente quasi il doppio della media italiana (circa 17%).

RISORSE ECONOMICHE.  Rispetto all'anno 2005 le risorse destinate al sistema sono più che raddoppiate si è passati da 1milione 893mila euro del 2005 ai 5milioni 56mila euro del 2012. Fino al 2006 le risorse erano destinate esclusivamente ai Comuni, a partire dall'anno 2007 sono state dedicate anche al "Sistema integrato dei servizi" e, pertanto, ripartite tra tutti i servizi pubblici e privati. Le risorse riferite all'anno 2012 sono in fase di programmazione e riparto.

Le risorse del "Piano straordinario per l'ampliamento degli asili nidi e dei servizi socio educativi per la prima infanzia - Accordo Conferenza unificata 26/9/2007", sono state destinate ad ampliare e qualificare l'offerta di servizi anche mediante la realizzazione di iniziative sperimentali improntate a criteri di qualità pedagogica, flessibilità, rispondenza alle caratteristiche della fascia di età considerata. Il 25% delle risorse sono state trasferite ai Comuni capofila degli Ambiti territoriali (attuali Zone sociali), per la costruzione e/o ampliamento dei servizi integrativi al nido per i quali è stata richiesta l'elaborazione di Piani di ambito; il 75% è stato assegnato a soggetti pubblici e privati per la realizzazione di servizi o per l'ampliamento delle attività di servizi già esistenti. Come previsto nell'Accordo, le risorse nazionali sono state cofinanziate per il 15% dalla Regione e per il 15% dagli Enti locali.

Alle risorse gestite dalla Regione vanno aggiunti anche i fondi ministeriali per la sperimentazione delle "Sezioni primavera" avente quale obiettivo quello della promozione di un'offerta educativa integrativa e sperimentale per i bambini dai due ai tre anni. Tali risorse sono state erogate dall'Ufficio scolastico regionale direttamente ai soggetti che gestiscono i servizi. Altre risorse provenienti dall'UE sono state utilizzate nell'ambito delle attività del POR Umbria FSE per la formazione degli operatori .

Rispetto alla spesa comunale, l'ISTAT rileva che (2010) i nidi hanno assorbito circa il 18 per cento delle risorse dedicate al welfare locale nonostante le ridotte capacità di spesa dei Comuni.

DATI SUI SERVIZI. Secondo i dati Istat 2010-2011 in Umbria sono attivi 301 servizi per la prima infanzia con un numero di posti complessivamente pari a circa 8mila e 200. Rispetto alla popolazione di fascia di età 0-36 mesi pari a 24.150 unità (ultimo dato Istat disponibile al 1/1/2011), il 34% dei bambini umbri è coperto dai servizi. Aggiungendo a tale percentuale il 7% di bambini anticipatari si raggiunge il 41% di bambini coperti da strutture pubbliche e private.

Prendendo in considerazione i dati Istat rilasciati a Giugno 2012 – riferiti all'Anno educativo 2010/2011 - si rileva che in Italia la percentuale di presa in carico dei bambini da 3 a 36 mesi è complessivamente pari al 14%, ma emerge con evidenza una forte differenziazione territoriale tra le Regioni con valori che passano dal 2,4% e 2,7% rispettivamente in Calabria e Campania, al 27,6% e al 29,4% dell'Umbria e dell'Emilia-Romagna nel 2011.

L'Istat rileva che "nelle regioni del Centro si è registrato un aumento considerevole dell'offerta, dovuto prevalentemente all'Umbria e al Lazio. Nel primo caso la crescita è significativamente elevata a partire dal 2008 in conseguenza del potenziamento dei contributi erogati dai comuni per l'abbattimento delle rette. TB/
 


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