WELFARE: CON LA CLAUSOLA VALUTATIVA INSERITA NELLA LEGGE 13, MONITORATI GLI INTERVENTI IN FAVORE DELLE FAMIGLIE UMBRE – RELAZIONE DELLA GIUNTA IN TERZA COMMISSIONE CONSILIARE
Trasferito alle famiglie vulnerabili il 96 per cento delle risorse previste dalla legge “13/2010”, che disciplina gli interventi a favore della famiglia. Tempi di risposta alle domande presentate dai nuclei familiari umbri mediamente inferiori ai 30 giorni previsti. I dati della relazione della Giunta al Consiglio dopo l'inserimento della clausola valutativa, per valutare l'efficacia della legge.
(Acs) Perugia, 8 gennaio 2013 – Gli articoli 7 e 8 della legge “13/2010” che disciplina gli interventi a favore della famiglia, sono rivolti alle famiglie vulnerabili e a quelle in condizioni di grave disagio. Per verificare l'efficacia di provvedimenti che vanno ad incidere sui soggetti più deboli del welfare, il Consiglio regionale ha introdotto la clausola valutativa, vale a dire un ulteriore articolo di legge atto a verificare il rispetto e l'efficacia delle misure predisposte dalla legge. Proprio su questo l'assessore regionale al Welfare della Regione Umbria ha relazionato ieri ai membri della terza Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni.
Dalla relazione si evince che il 96 per cento delle risorse destinate all'avviso relativo agli anni 2011-2012 sono state trasferite a famiglie in possesso dei requisiti necessari, delle quali l'83 per cento sono costituite da italiani ed il 17 per cento da stranieri, tutti residenti in Umbria. Sono stati trasferiti 1.293.862 euro su 1.350.000 disponibili (le somme non spese vanno ad assommarsi alle risorse per il biennio successivo), per un totale di 2070 interventi. La punta più elevata a Perugia, con 416 interventi, seguita da Terni con 283, Foligno 247, Gubbio 233 e Città di Castello 182. La metà delle richieste arriva da lavoratori dipendenti (49 per cento); a seguire disoccupati (22 per cento), persone in cassa integrazione (10 per cento), pensionati (9 per cento), casalinghe e altre categorie (7 per cento). Solo il 4 per cento di domande sono state presentate da lavoratori autonomi e precari.
Respinte, invece, 193 delle richieste pervenute, con la punta più elevata nella zona sociale di Spoleto, con 62 domande non accolte di cui 41 per mancanza del requisito minimo Isee (Indicatore situazione economica equivalente). Tra i requisiti, infatti, serve uno status economico del nucleo familiare anagrafico compreso fra 7.500 e 23.000 euro l'anno. Viste le difficoltà di accesso di parecchie famiglie che non arrivano ai 7mila 500 euro, la soglia minima è stata successivamente abbassata (nell'avviso in vigore fino a novembre 2013) a 4mila 500 euro, limite massimo 15mila. Il termine di evasione delle domande presentate dalle famiglie è al di sotto del termine massimo di 30 giorni previsto dal regolamento, mediamente 26 giorni, con Perugia e Norcia che hanno dato risposte in 15 giorni. PG/