RIFORMA SANITÀ: “CITTÀ DI CASTELLO RISCHIA SERIAMENTE DI ESSERE L’UNICA 'SEDE DI AZIENDA' PENALIZZATA” - PER LIGNANI MARCHESANI (PDL) “OCCORRE UNA MOBILITAZIONE DI TUTTE LE ISTITUZIONI”
(Acs) Perugia, 8 novembre 2012 - “La riforma approvata dall’Aula del Consiglio regionale è un passo in avanti verso una semplificazione da cui l’Umbria non può sottrarsi; ma ha purtroppo evidenziato, nel passaggio sulle sedi delle aziende sanitarie, una mancata volontà da parte dell’Assemblea legislativa dell’Umbria di assumersi una responsabilità diretta su scelte che saranno certo fonte di tensioni”. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl), secondo cui “l’ambiguità della norma sul futuro delle sedi Asl, tra l’altro, non lascia presagire nulla di buono per Città di Castello, che rischia di rimanere l’unico capoluogo di 'area vasta' privato di qualsivoglia apicalità istituzionale”.
Lignani Marchesani evidenzia che “gli emendamenti presentati, tesi a garantire appunto il territorio, non erano certo ispirati da becero campanilismo, ma anzi al contrario valorizzavano un’Umbria policentrica che può trovare nei reciproci riconoscimenti di ruoli tra comunità l’unica ragion d’essere del proprio futuro come Regione 'indipendente'. Oltretutto Città di Castello sarà il centro con l’ospedale più importante della futura Asl settentrionale dell’Umbria (che va da San Giustino a Todi e da Gualdo Tadino fino a Castiglione del Lago) ed ha molto più senso una sede legale sul campo piuttosto che in un’anonima palazzina a vocazione amministrativa di Perugia. Voglio comunque ringraziare – aggiunge il consigliere regionale dell'opposizione - i colleghi Cecchini, Cirignoni e Dottorini per aver votato il mio emendamento e per aver fatto squadra al di là delle appartenenze politiche. A questo punto, visto che la decisione è spostata fuori dalle aule consiliari, è necessaria una mobilitazione istituzionale che faccia comprendere ai sindaci del territorio della Asl che spostare le Aziende territoriali al di fuori dai capoluoghi di Provincia non significa riconoscere nuove gerarchie tra città, ma piuttosto dare una organizzazione più razionale ed efficiente ai servizi”.
Per Andrea Lignani Marchesani è un “peccato che questo non sia stato compreso da un’Aula che ha invece interpretato come rivendicazione di comprensorio una richiesta che avrebbe armonizzato la Regione e posto fine ad una stagione di vuoti campanilismi, che hanno impoverito l’Umbria nel suo complesso. È auspicabile, ma sono certo che avverrà, che in questo mese decisivo tutti i rappresentanti istituzionali del territorio altotiberino facciano il loro dovere con un lavoro di proposta consapevole, espressione di un territorio che saprà reagire con compostezza e fermezza all’ennesimo schiaffo istituzionale”. RED/mp