SERVIZI SOCIALI: “CON LA CRISI AUMENTA LA DOMANDA; GLI ENTI LOCALI RIPROGETTINO LA RETE DELL'OFFERTA PRENDENDO AD ESEMPIO LE MIGLIORI ESPERIENZE DI BILANCIO SOCIALE E WELFARE” - NOTA DI SMACCHI (PD)
Per il consigliere regionale Andrea Smacchi del Pd l'aumentata domanda di servizi sociali provocata dagli effetti della crisi economica deve spingere gli enti locali a riprogettare l'attuale rete dell'offerta dei servizi territoriali, imitando le esperienze migliori di alcune zone che hanno hanno definito il bilancio sociale e del welfare coniugando la programmazione con la spesa. Smacchi dà anche atto alla Regione di aver mantenuto le risorse destinate al fondo sociale ed a quello per la non autosufficienza.
(Acs) Perugia 23 ottobre 2012 – Con l'acuirsi della crisi economica e mentre le risorse diminuiscono anche in Umbria aumenta la domanda di servizi sociali. Lo sostiene il consigliere regionale del Pd Andrea Smacchi osservando che se “la Regione, con uno sforzo significativo, ha finora mantenuto la copertura del Fondo per il sociale rimesso alle zone e quello per la non autosufficienza, è ora necessario che anche gli enti locali associati riprogettino l'attuale rete dell'offerta dei servizi territoriali”.
In un momento così delicato, precisa il consigliere, “non serve un approccio di tipo esclusivamente ragionieristico, ma occorre rilanciare un sistema di governance che metta al centro dell'attenzione la crescente domanda nel campo del sociale.
In questo contesto – prosegue Smacchi – è necessario rilanciare i processi concertativi, mettere a sistema una programmazione che parta da un accurata valutazione dei vari report di territorio, al fine di costruire un quadro ben definito dei servizi erogati su scala regionale.
Alcune zone hanno definito il “bilancio sociale del welfare” che coniuga la programmazione con la spesa relativa. Si tratta di esperienze avanzate da adottare come punto di riferimento. É infatti necessario, documentare le risorse pubbliche trasferite, quelle messe a bilancio dai vari comuni, i servizi esistenti ed i relativi costi, compresa la spesa rimessa negli appalti, il personale impiegato e le rilevazioni sulle domande inevase.
Per Smacchi “sarà possibile ridefinire in maniera condivisa e partecipata il sistema dell'offerta, solo rilanciando gli strumenti concertativi e mettendo a regime sistemi di controllo di gestione e di competenza dei comuni, in particolare di quelli capofila, investendo sopratutto nelle competenze sociali pubbliche, del privato sociale e della cittadinanza attiva”.
“Resto convinto – conclude Smacchi - che la qualificazione dei servizi territoriali, non sia esclusivamente legata alla spesa, ma passi attraverso processi che vedono la politica, gli operatori, gli utenti, la cittadinanza attiva impegnati per rilanciare percorsi che nel recente passato hanno portato alla riforma psichiatrica, alla legge sui diritti dei minori, a quella sull'inclusione sociale dei soggetti svantaggiati”. Red/gc