Regione Umbria - Assemblea legislativa


CONSIGLIO REGIONALE (2): APPROVATA ALL'UNANIMITÀ LA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE CONTRO LE INFILTRAZIONI MAFIOSE – SÌ ANCHE ALL'ORDINE DEL GIORNO CIRIGNONI SUL PROTOCOLLO D'INTESA ANTIMAFIA CON LE PREFETTURE

In sintesi

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge di iniziativa popolare “Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”. La norma mira “allo sviluppo della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, attraverso la promozione degli interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati”.

(Acs) Perugia, 8 ottobre 2012 – L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato all'unanimità la proposta di legge di iniziativa popolare “Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”. Parere favorevole (con 3 astenuti) anche per l'ordine del giorno presentato da Cirignoni (Lega nord) affinché la Giunta crei “un protocollo d'intesa antimafia con le prefetture regionali per quanto riguarda gli appalti di lavori servizi e forniture pubblici”. Dopo il voto il vice presidente Stufara ha sottolineato che “si tratta, in questa legislatura, della prima legge che approviamo frutto di una proposta di iniziativa popolare. In tempi nei quali si discute nel nostro Paese del rapporto fra le istituzioni e la società, a me sembra un punto avanzato l'approvazione unanime, dopo il lavoro svolto in Commissione, di questo provvedimento”.

La legge prevede che la Regione Umbria concorra “allo sviluppo dell'ordinata e civile convivenza della comunità regionale nonché allo sviluppo della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, attraverso la promozione degli interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati”. In relazione alla prevenzione del crimine organizzato e mafioso e alla promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, vengono definiti interventi diretti a prevenire i rischi di infiltrazione criminale nel territorio regionale sul piano economico e sociale; a contrastare i segnali di espansione o di radicamento nel territorio regionale); a ridurre i danni provocati dall'insediamento dei fenomeni criminosi.

La norma è stata illustrata dal presidente della Prima Commissione, OLIVIERO DOTTORINI: “La proposta di legge di iniziativa popolare tenta di dare una risposta a fenomeni che sebbene storicamente avulsi dal contesto socio-economico della nostra regione ci impongono la massima attenzione visti anche fatti e circostanze che le cronache ci consegnano. Questo per dire che l’Umbria non può certo essere accomunata ad altre regioni d’Italia tradizionalmente ad alto rischio di infiltrazione, tuttavia i dati e le cronache a disposizione evidenziano una presenza non trascurabile dei fenomeni che la proposta di legge si propone di contrastare. Significative a questo proposito sono le segnalazioni di operazioni sospette più che raddoppiate nel corso dell’ultimo triennio, così come appaiono tutt’altro che tranquillizzanti i dati relativi in settori che tradizionalmente forniscono un terreno fertile all’infiltrazione della criminalità organizzata, ciclo del cemento gestione e smaltimento rifiuti. l’Umbria si colloca al quarto posto del classifica delle regioni italiane per i reati legati al ciclo del cemento rapportato al numero degli abitanti, con un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale. Troviamo poi la nostra regione al sesto posto sia per quanto riguarda i reati legati alla gestione smaltimento dei rifiuti sia per quanto riguarda i reati ambientali in generale.  D’altra parte, come abbiamo sentito, è la stessa Commissione antimafia a ricordarci che l’insidia principale più diffusa per l’Umbria riguarda il riciclaggio di denaro illecito, un problema che la crisi economica ingigantisce e che richiede una presenza fisica di tutte le Istituzioni e della società civile attorno agli operatori più esposti.  Per non parlare della rete criminale che gestisce il narcotraffico nella nostra regione, fenomeno, questo, che, soprattutto per quanto riguarda il capoluogo, ha già raggiunto livelli di guardia, anzi, forse li ha oltrepassati. Quelli che emergono dalle indagini sono qualcosa di più di un campanello d’allarme, piuttosto la constatazione che nessuno può continuare a parlare dell’Umbria come di una “isola felice”, per questo motivo il testo che ci troviamo a discutere risulta quanto mai opportuno soprattutto perché tenta di dotare la nostra regione di efficaci strumenti di prevenzione e perché mira a evitare il rischio che il tessuto sociale, economico e istituzionale sottovaluti il problema. Credo che oggi, approvando questa proposta, daremo una risposta importante alle istanze di tanti cittadini della nostra regione che hanno creduto nella possibilità di far conto sulle Istituzioni per affermare al principio di legalità e di autentico contrasto e prevenzione di fenomeni criminali e mafiosi che si stanno pericolosamente insinuando anche nei nostri territori”.

Il relatore di minoranza, MASSIMO MONNI (Pdl), ha spiegato che: “L’opposizione in Commissione si era astenuta per questa pratica perché ritenevamo che fosse un po’ un doppione rispetto alla Commissione già esistente, quella delle infiltrazioni mafiose. Ma il lavoro fatto in Commissione ha razionalizzato il testo iniziale e dopo una riflessione all’interno del Gruppo abbiamo ritenuto opportuno modificare il nostro voto. Dunque voteremo anche noi questa legge, anche per combattere ogni forma di infiltrazioni mafiose e tutto quello che ruota intorno a questi fenomeni così gravi che in Umbria ormai vanno sempre più aumentando. Dobbiamo anche ringraziare chi ha lavorato a questa proposta di legge, e dunque ai cittadini, scusandoci anche del leggero ritardo che abbiamo portato per il completamento dell’iter istituzionale”.

GLI INTERVENTI.
GIANLUCA CIRIGNONI  (Lega Nord) ha parlato di “una giornata e una seduta consiliare importante, nella quale gli umbri, attraverso il Consiglio regionale che anche a mezzo di un’iniziativa popolare, fanno sentire fortemente la loro voce, testimoniano di avere una identità nella quale non sono presenti quei geni che hanno portato alla crescita della mala pianta della mafia, che purtroppo ha messo radici resistenti in tante regioni del meridione di questo Paese. L'Umbria oggi ribadisce la propria avversione rispetto alla mafia e chiede di intervenire per contrastare la criminalità con un impegno anche maggiore. La Lega Nord ha presentato un ordine del giorno per impegnare la Giunta regionale affinché al più presto provveda, come hanno fatto anche Emilia Romagna e Veneto, a creare al più presto un protocollo d'intesa antimafia con le prefetture per quanto riguarda gli appalti di lavori, servizi e forniture pubblici. Uno strumento che dia la possibilità di estendere i controlli, allargandoli ulteriormente e contrastando in maniera ancora più efficace le infiltrazioni mafiose in questo caso per quanto riguarda gli appalti pubblici di lavori servizi e forniture, che nella nostra regione, nel solo 2011, hanno riguardato qualcosa come 550 milioni di euro, di cui il 60 per cento relativi a servizi e forniture.  Poi ci sono anche i subappalti sui lavori, quindi è un protocollo d'intesa, come fatto già in altre regioni con esiti positivi per il contrasto alla mafia, che credo sia importante.  La Regione Umbria deve essere  capofila per questo protocollo d'intesa per coinvolgere tutte le altre stazioni appaltanti pubbliche di Comuni, Province, Asl, al fine di aderire a questo protocollo che serve efficacemente per contrastare le infiltrazioni mafiose”.
 
SANDRA MONACELLI 
(UDC): “Il Comitato promotore di questa legge si è fatto interprete dell'importante esigenza dell’impegno con misure normative per contrastare fenomeni di criminalità organizzata. La Prima Commissione ha fornito un contributo di idee e di impegno e anche elementi propositivi e c’è stata una sorta di unità di intenti che ci ha portato a elaborare un testo che ha integrato la proposta di legge con il complesso di norme che già sono contenute nella programmazione regionale. Su tutto ha prevalso la valutazione che in momenti particolari come quello che stiamo vivendo, dove la crisi economica è molto spesso anche crisi del sistema e della tenuta sociale elementi e valutazioni che in qualche maniera spingono a rafforzare una coscienza civile e dunque anche collettiva rappresentano sicuramente l’elemento attorno al quale è possibile convergere.  In un sistema fortemente saldo, dove esistono garanzie di tenuta e di legalità è più facile poter affermare la cultura della ripresa anche economica per le imprese che in questo territorio, a fatica, riescono ancora ad andare avanti”.
 
FERNANDA CECCHINI  (ASSESSORE ALLA SICUREZZA): “La mia valutazione rimane che le leggi regionali 1 e 13 applicate fino in fondo, con le risorse adeguate, potevano soddisfare le esigenze poste dal Comitato promotore del disegno di legge. Comunque il disegno di legge dà più forza al lavoro che dobbiamo portare avanti sapendo che un dovere morale e politico delle istituzioni è far sì che ci sia l’attuazione di tutti quegli strumenti necessari per garantire la sicurezza dei cittadini sia in termini di convivenza civile, sia in termini di integrazione tra le politiche esistenti, sia per quanto riguarda più in generale la possibilità che fenomeni che sono fuori dalle regole possano trovare diritto di cittadinanza. L'emendamento proposto in Aula oggi, tutto sommato, non propone niente di nuovo perché già le Amministrazioni comunali, l’Amministrazione regionale, attraverso i patti e i protocolli d'intesa, già collaborano per monitorare lo stato della sicurezza in Umbria. Come Giunta siamo disponibili alla più ampia collaborazione e evidenza possibile in tutti gli atti che vengono portati avanti: nella difesa della legalità e del rispetto delle regole e quindi della difesa dello Stato e delle Istituzioni. Quindi procedure chiare, severe, trasparenti, sulle quali non deve esserci nessun dubbio”. 

SCHEDA.
La legge prevede che la Regione Umbria concorra “allo sviluppo dell'ordinata e civile convivenza della comunità regionale nonché allo sviluppo della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, attraverso la promozione degli interventi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati”. In relazione alla prevenzione del crimine organizzato e mafioso e alla promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, vengono definiti interventi di prevenzione primaria (diretti a prevenire i rischi di infiltrazione criminale nel territorio regionale sul piano economico e sociale), secondaria (diretti a contrastare i segnali di espansione o di radicamento nel territorio regionale) e  terziaria (diretti a ridurre i danni provocati dall'insediamento dei fenomeni criminosi).  Nell'ambito della promozione primaria la Regione promuove e stipula accordi di programma e di collaborazione con enti pubblici, comprese le amministrazioni statali competenti nelle materie della giustizia e del contrasto alla criminalità, anche prevedendo contributi, per realizzare iniziative e progetti volti a rafforzare la prevenzione in relazione ad aree o nei confronti di categorie o gruppi sociali soggetti a rischio di infiltrazione o radicamento di attività criminose di tipo organizzato e mafioso; diffonde la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile fra i giovani; favorisce lo scambio di conoscenze e informazioni sui fenomeni criminosi e sulla loro incidenza sul territorio. La Regione può anche concedere contributi alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale per la realizzazione di progetti volti a diffondere la cultura della legalità, del contrasto al crimine organizzato e mafioso, nonché della cittadinanza responsabile. La Regione inoltre incentiva: iniziative finalizzate al rafforzamento della cultura della legalità e concede contributi a favore di enti pubblici per la realizzazione, con la collaborazione delle scuole, di attività coerenti con le finalità della legge, nonché per la realizzazione di attività di qualificazione e di aggiornamento del personale della scuola;  la realizzazione, in collaborazione con le Università umbre, di attività per attuare le finalità della legge nonché la valorizzazione delle tesi di laurea inerenti i temi del contrasto alla criminalità organizzata; la promozione di iniziative finalizzate allo sviluppo della coscienza civile, costituzionale e democratica, alla lotta contro la cultura mafiosa, alla diffusione della cultura della legalità nella comunità regionale, in particolare fra i giovani.

La Regione si avvale del Comitato tecnico-scientifico per la sicurezza e la vivibilità, previsto dall'articolo 11 della legge regionale  13/2008, per munirsi della strumentazione normativa e tecnica più avanzata e già attuata in altre realtà tradizionalmente infiltrate dalla criminalità organizzata. Il Comitato tecnico-scientifico ha la funzione di monitorare il fenomeno del crimine organizzato e mafioso, con particolare riguardo al settore degli appalti e dell'economia; elabora e propone azioni idonee a rafforzare gli interventi di prevenzione e contrasto del stesso nonché volte all'aggiornamento degli strumenti normativi e tecnici di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, tenendo conto delle migliori pratiche applicate nelle regioni dove il problema incide in modo più acuto.

La Regione Umbria avrà l'obbligo di costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia per fatti verificatisi nel proprio territorio. E non potrà farsi assistere da avvocati che nel contempo assistano imputati di crimini organizzati e dei reati ad essi collegati.

La Giunta e il Consiglio regionale costituiranno un portale telematico pubblico di documentazione sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, con specifico riguardo al territorio regionale, per favorire iniziative di carattere culturale, per la raccolta di materiali e per la diffusione di conoscenze in materia. Sarà il Consiglio regionale ad esercitare il controllo sull'attuazione della legge e sui risultati conseguiti nell'ambito della prevenzione del crimine organizzato e mafioso e nella promozione della legalità e della cittadinanza responsabile. Spetterà invece all'Esecutivo regionale, entro il 31 ottobre di ogni anno, presentare al Consiglio una relazione che fornisca informazioni sul quadro degli interventi e delle iniziative di prevenzione primaria, secondaria e terziaria posti in essere, coordinati e finanziati dalla Regione; sull'ammontare delle risorse e sulla loro ripartizione per il finanziamento delle iniziative e degli interventi nonché sulle modalità di selezione dei soggetti privati coinvolti; sui dati statistici relativi ai fenomeni di illegalità collegati al crimine organizzato e mafioso rilevati sul territorio regionale. MP/
 


Source URL: http://consiglio.regione.umbria.it/informazione/notizie/comunicati/consiglio-regionale-2-approvata-allunanimita-la-proposta-di-legge

List of links present in page