Regione Umbria - Assemblea legislativa


SANITA': “RAZIONALIZZARE PUNTANDO SU APPROPRIATEZZA ED ECONOMICITA'” – IN TERZA COMMISSIONE L'ASSESSORE TOMASSONI E IL DIRETTORE DUCA ILLUSTRANO LE MISURE DI RIORDINO DEI SERVIZI DEL SISTEMA SANITARIO

In sintesi

In Terza Commissione l'assessore Franco Tomassoni e il direttore della Sanità umbra Emilio Duca hanno illustrato le “Misure di riordino e razionalizzazione dei servizi del sistema sanitario regionale”. Si punta molto sulla prevenzione e sulla riorganizzazione di ospedali, distretti territoriali e strutture materiali, con l'imperativo di risparmiare basandosi sull'appropriatezza dei servizi. Ci sarà una gestione unitaria, su scala regionale, del sistema assicurativo ed amministrativo dei sinistri e dei contenziosi delle aziende sanitarie, un'unica centrale operativa regionale del 118, Cup unico regionale per gran parte delle specialità su qualsiasi ospedale, meno punti nascita per uniformarsi alle direttive nazionali, più posti letto per i lungodegenti che non devono essere ospedalizzati ma non possono stare a casa, strutture uniche interaziendali fra Perugia e Terni per le alte specialità (neurochirurgia, cardiochirurgia e chirurgia toracica) mantenendo le due sedi.

 

 

(Acs) Perugia, 2 ottobre 2012 – La Terza commissione consiliare di Palazzo Cesaroni ha ascoltato stamani in audizione l'assessore regionale alla Sanità, Franco Tomassoni, e il direttore generale Emilio Duca. Ai consiglieri è stata illustrata una delibera di giunta (la numero 970 del 30 luglio 2012, “Misure di riordino e razionalizzazione dei servizi del sistema sanitario regionale) che contiene una serie di atti di indirizzo improntati sull'appropriatezza e sulla economicità di alcuni servizi della Sanità umbra, misure ancor più necessarie dopo la riduzione dei due terzi della quota parte del Fondo sanitario nazionale. Non il disegno di legge che modifica l'intero ordinamento del Servizio sanitario, ma misure specifiche che andranno ad incidere sui livelli essenziali di assistenza per quanto attiene a prevenzione, distretti e ospedali. Altre misure di razionalizzazione previste riguardano la centrale unica del 118, l'autoassicurazione e l'Azienda unica per l'acquisto e la distribuzione dei farmaci. Tematiche sulle quali la Regione Umbria ha anticipato misure contemplate sia nel decreto del ministro Balduzzi che nell'attuazione della spending review ad opera del commissario Bondi.


 

Per quanto riguarda la prevenzione saranno ridotti i punti di erogazione dei vaccini: in Umbria sono 64, “ma alcuni sono aperti due ore a settimana in orari poco accessibili per chi lavora, quindi sono un costo per un disservizio – ha spiegato Tomassoni – perciò pensiamo ad una diminuzione del loro numero, efficientando quelli più funzionali. Per quanto riguarda, invece, il numero di posti letto, l'Umbria è 'a credito' secondo le nuove direttive ministeriali, cioè ne ha meno di quanti potrebbe, solo che sono dislocati in troppi ospedali – ha spiegato l'assessore – e questo comporta comunque il venir meno dei principi di appropriatezza e risparmio che guidano necessariamente la Regione in una fase caratterizzata dalla contrazione di risorse statali”.


 

Per quanto concerne i distretti territoriali si punta a nuovi accordi contrattuali che valorizzino l'associazionismo medico, quindi una maggiore integrazione dei medici di medicina generale con quelli della guardia medica ed una revisione dei punti di erogazione dei servizi, in accordo con quanto stabilisce il decreto Balduzzi. Occorre rivedere anche il decentramento delle prestazioni: “se c'è un'ostetrica che fa il pap test ma manca il ginecologo – ha detto Duca – non si può parlare di consultorio. Tali servizi devono essere accentrati”. Si pensa anche al potenziamento delle strutture intermedie, aree di lungo degenza “per chi è troppo grave per stare a casa ma non al punto da essere ospedalizzato”. Il Cup sarà unico per gran parte dei servizi specialistici su qualsiasi ospedale della regione, per avere le prestazioni nel minor tempo possibile.


 

Capitolo ospedali: “occorre favorire un sistema di rete modificando la situazione attuale, dove si fa tutto dappertutto – ha detto Duca -, mentre il criterio che ci siamo dati dell'appropriatezza prevede di spostare da certe aziende ospedaliere le attività di minore impatto, creando piuttosto dei 'pool itineranti' di personale medico. Per l'alta specialità, ovvero neurochirurgia, cardiochirurgia e chirurgia toracica, sono previste strutture uniche interaziendali per Perugia e Terni, ferme restando due sedi operative. Si punta anche a diminuire di almeno due unità, uniformandosi alle direttive nazionali, gli 11 punti nascita attivi, fra i quali solo quelli di Perugia, Foligno e Terni superano i mille nati l'anno, su un totale che stabilmente si aggira fra le 8.200 e le 8.300 nascite.


 

Le misure previste dalla giunta regionale prevedono anche l'ottimizzazione della logistica delle aziende sanitarie con la riduzione del numero di magazzini farmaceutici, tecnici ed economali, con conseguente riduzione delle scorte, oltre che delle perdite causate dal deterioramento dei materiali. Nelle altre regioni ha prodotto risparmi dall'8 al 10 per cento. Dalla gestione unitaria, su scala regionale, del sistema assicurativo ed amministrativo dei sinistri e dei contenziosi delle aziende sanitarie può arrivare un contenimento dei costi fra il 15 ed il 20 per cento: si potranno risparmiare dai 4 ai 5 milioni sul totale di 25 milioni di euro. Infine, altri 2 o 3 milioni di euro potranno essere risparmiati nel processo di riordino complessivo del sistema dell'emergenza-urgenza, che prevede l'istituzione della centrale operativa unica del 118: i risparmi non verranno dalla riduzione degli operatori da 39 a 24 (fermo restando che nessuno di essi perderà il lavoro), quanto dalla revisione delle dislocazione territoriale delle postazioni. Sarà una sola anche la Centrale di committenza che rileverà i compiti della disciolta Agenzia Umbria sanità.


 

l'Umbria – ha detto Tomassoni – resta in equilibrio finanziario anche con l'entrata a regime della spending review, ed è l'unica altra regione, oltre alla Lombardia, che ha conseguito risultati economici positivi con le sole risorse ripartite per il Servizio sanitario, evitando il ricorso ad altri fondi regionali o a prelievi fiscali. Il Governo deve sciogliere il nodo tra Regioni virtuose e Regioni indebitate, che non possono essere accomunate – ha aggiunto – e resta sempre in ballo una necessaria ridefinizione dei Lea. Senza prendere in considerazione altre problematiche in sospeso come quella della messa in sicurezza degli ospedali, che interessa quasi tutte le strutture umbre ma per la quale non ci sono i 5 o 6 miliardi promessi dal Ministero”. PG/pg


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