Regione Umbria - Assemblea legislativa


CITTADINANZA: “FACILITARE L’ACQUISIZIONE DI UNO STRUMENTO ESSENZIALE PER RAGGIUNGERE E GARANTIRE UNA EFFETTIVA INTEGRAZIONE NELLA SOCIETÀ” - MONACELLI (UDC) PRESENTA UNA PROPOSTA DI LEGGE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO

 (Acs) Perugia, 2 ottobre 2012 – Il capogruppo Udc in Consiglio regionale, Sandra Monacelli, ha presentato un una proposta di legge, da trasmettere al Parlamento nazionale, per modificare l’attuale normativa con l'obiettivo di “facilitare ed incrementare l’acquisizione della cittadinanza, intesa come strumento essenziale per raggiungere e garantire una effettiva integrazione nella società, presupposto per la fruizione piena di tutti i diritti. Dato che l'acquisizione della cittadinanza non può costituire una forma di privilegio da elargire discrezionalmente e dopo aver affrontato un complesso percorso burocratico, anche in considerazione del fatto che l’inclusione piena di persone nella fruizione di diritti e nell’adempimento di doveri comporta anche per lo Stato innegabili vantaggi”.

Nella relazione introduttiva Monacelli spiega che “l'elemento che più di ogni altro caratterizza l'ordinamento democratico è che le persone possano godere pienamente di tutti i diritti fondamentali, tra i quali la cittadinanza si pone come aspetto primario e fondante. Attualmente vivono in Italia circa 5 milioni di persone di origine straniera, in gran parte bambini e ragazzi nati o cresciuti nel nostro Paese, che tuttavia possono accedere alla cittadinanza con modalità assai rigide e dopo un lungo percorso burocratico. La conseguenza più tangibile è il venirsi a creare di situazioni di disuguaglianza ed ingiustizia che, impedendo una piena integrazione, disattendono il dettato costituzionale di cui all'articolo 3, che sancisce il fondamentale principio di uguaglianza, ed impegna nel contempo lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il suo raggiungimento. La distribuzione demografica della popolazione straniera evidenzia una concentrazione nelle fasce di età più giovani. Per questo motivo appare evidente che i cittadini stranieri contribuiscono in maniera importante allo sviluppo dell’economia italiana e alla sostenibilità del sistema del welfare”.

Il capogruppo Udc a Palazzo Cesaroni rileva che “al 1 gennaio 2010, i cittadini stranieri residenti nati in Italia rappresentavano il 13,5 per cento del totale dei residenti stranieri. Molti di loro non hanno mai conosciuto il paese di origine dei genitori; hanno forme e stili di vita del tutto simili ai coetanei italiani, sono a tutti gli effetti parte integrante della nostra società ma non hanno acquisito la cittadinanza italiana alla nascita, in quanto non previsto dalla legislazione vigente. Infatti, il testo fondamentale che regola le modalità di acquisizione della cittadinanza è la legge 91/1992, che si basa in estrema sintesi sul principio dello 'ius sanguinis', e prevede tre modalità per l’accesso alla cittadinanza per coloro che sono di origine straniera: per nascita, per naturalizzazione e per matrimonio. In relazione alla prima ipotesi è cittadino per nascita chi è nato da cittadini italiani; se i genitori stranieri sono diventati cittadini italiani, anche il figlio minore convivente diventa cittadino italiano. In base allo stesso principio dello 'ius sanguinis', se il minore è nato in Italia ma i genitori non sono cittadini italiani, il figlio non acquista la cittadinanza italiana, e può diventare cittadino italiano solamente dopo il compimento del 18esimo anno di età e con la dimostrazione di avere risieduto in Italia regolarmente ed ininterrottamente sino al compimento della maggior età. Se sposa un/a cittadino/a italiano/a, lo straniero acquista la cittadinanza dopo una residenza di due anni. Per quanto concerne la naturalizzazione, la cittadinanza può essere concessa dopo 10 anni di residenza ininterrotta sul territorio nazionale”.

Le modifiche proposte da Sandra Monacelli tendono a correggere la legge per quanto riguarda coloro che nascono sul territorio italiano: “Il principio dello 'ius soli' viene collegato al requisito di legalità della residenza formale della durata di almeno cinque anni da parte di entrambi i genitori. Si aggiunge inoltre che a chi nasce in Italia da genitore a sua volta nato in Italia debba applicarsi lo 'ius soli' senza alcun requisito aggiuntivo, perché si tratta di una situazione che indica di per sé l’esistenza di un rapporto inscindibile con il territorio. Viene infine disciplinato anche il periodo transitorio, disponendo che tutti coloro i quali abbiano raggiunto la maggiore età alla data di entrata in vigore della legge, e i cui genitori hanno maturato i requisiti richiesti dalla riforma, acquisiscono la cittadinanza italiana se effettuano una dichiarazione in tal senso entro i tre anni successivi”. RED/mp


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