UMBRIA MOBILITÀ: “LA RESPONSABILITÀ DELLA GRAVE CRISI FINANZIARIA E D’IMMAGINE IN CUI VERSA L'AZIENDA È DI MATRICE ESCLUSIVAMENTE POLITICA” - VALENTINO (PDL): “CHI HA SBAGLIATO PAGHI”
Il consigliere regionale del PdL, Rocco Valentino torna a puntare il dito sulla gestione di Umbria Mobilità, sottolineando che la “la grave crisi finanziaria e d’immagine in cui versa l'Azienda è di matrice esclusivamente politica e la responsabilità è della sinistra umbra”, per cui “azzerare il Consiglio d’amministrazione non basterebbe a sanare la situazione attuale. Così come non basterà la ricapitalizzazione di 25 milioni di euro che, anzi, metterà in difficoltà alcuni enti proprietari come la Provincia e il Comune di Perugia”. Per Valentino “Il forte indebitamento dell'Azienda ha origini lontane, provenienti da decisioni politiche sbagliate, come la scelta della fusione, che ha portato alla costituzione di Umbria Mobilità dove sono stati scaricati i debiti (secondo alcune stime calcolabili in 40 milioni di euro) della società Spoletina, della Ferrovia centrale umbra e della Atc di Terni”.
(Acs) Perugia, 26 settembre 2012 - “La grave crisi finanziaria e d’immagine in cui versa Umbria Mobilità ha molteplici cause: la questione dei ritardi nei pagamenti di Roma Tpl e della Regione Lazio, l’imperizia dirigenziale, la responsabilità di un management tutt’altro che impeccabile. Ma se ci si sofferma sulle cause ultime e più appariscenti, si finisce per perdere di vista e sottostimare la causa prima che ha radici profonde ed è di matrice esclusivamente politica”. Così il consigliere regionale Rocco Valentino (PdL) per il quale “azzerare il Consiglio d’amministrazione purtroppo non basterebbe a sanare la situazione creatasi. Così come non basterà la ricapitalizzazione di 25 milioni di euro che, anzi, metterà in difficoltà alcuni enti proprietari come la Provincia e il Comune di Perugia”.
“Sembra che il problema che riguarda Umbria Mobilità – rimarca l'esponente del centro destra - interessi i soci soltanto per risolvere i loro problemi politici, le faide interne e conti personali invece che assicurare prospettive per i 1500 dipendenti e i passeggeri che ogni anno vengono trasportati per lavoro e studio. Il forte indebitamento, dalle dimensioni non del tutto definite e per questo ancora più preoccupante – commenta Valentino - ha origini lontane, provenienti da decisioni politiche sbagliate. Con la scelta della fusione, che ha portato alla costituzione di Umbria Mobilità – spiega -, furono scaricati sulla nuova azienda i debiti (secondo alcune stime calcolabili in 40 milioni di euro) della società Spoletina, della Ferrovia centrale umbra e della Atc di Terni. Chi ha voluto la fusione? E chi sono i noti e famosi professionisti pagati profumatamente che hanno ascoltato le sirene della politica nel dare parere favorevole alla creazione della holding?”. Per Valentino “sono anche loro responsabili della situazione in cui oggi si trova Umbria Mobilità. Mi chiedo chi ha permesso che il nuovo soggetto si accollasse tanti debiti facendo sì che Umbria Mobilità nascesse già in equilibrio precario. E ancora: chi permette, come ha ammesso il presidente Giovanni Moriconi, che resti in piedi un sistema di servizi su ferro e gomma che perde ben 650mila euro al mese?. La politica – risponde sicuro il consigliere regionale dell'opposizione -, la stessa politica che governa questa regione da oltre quarant’anni. Allo stato dell’arte – prosegue -, con un’azienda gravata da tante difficoltà, dai problemi finanziari agli 'strani' incidenti che hanno interessato i suoi bus, c’è solo una soluzione possibile: per salvare il futuro dei 1500 dipendenti ed assicurare prospettive serie all’azienda (e ai milioni di utenti trasportati ogni anno) i partiti che finora hanno gestito a loro piacimento Umbria Mobilità devono fare un passo indietro, così come dovrebbero togliere le mani da altre partecipate”.
“La responsabilità di questa situazione è politica - ribadisce ancora Valentino -, prima ancora che manageriale e finanziaria. Se poi la soluzione di prospettiva è quella di vendere a Moretti ( AD Ferrovie dello Stato) o ad altri, è bene che la società venga messa sul mercato in modo tale che chi è interessato non sia chiamato a comperare una società in difficoltà, cioè a prezzi scontati, ma sia chiamato ad acquistare una società risanata a prezzi che compensino le ultime risorse impiegate, cioè quelle necessarie attualmente, nonché un patrimonio che, dalle carte, risulta essere superiore a 50 milioni di euro”.
In sostanza, secondo Valentino “per privatizzare, per vendere, e non svendere, serve una società risanata. E lo stesso Moretti è stato chiarissimo: 'FS è interessata ad Umbria Mobilità, ma solo a patto che possa gestire l’azienda in piena autonomia, senza dover rispondere ad una logica politica'. È la conferma che il problema di fondo sta proprio nella cattiva gestione di Umbria Mobilità perpetrata dalla sinistra umbra. La richiesta dei sindacati che vorrebbero veder diventare la Regione il primo socio di Umbria Mobilità acquisendo la maggioranza delle quote, a seguito dell’aumento di capitale, è semplicemente improponibile. Sarebbe come dare di nuovo un torturato in mano al suo carnefice. Il problema – scrive Valentino – non può essere risolto da chi l’ha creato. Prima ancora dei manager, che pure hanno dimostrato evidenti pecche, è la politica a doversi assumere le proprie responsabilità: se Umbria Mobilità è moribonda lo si deve innanzitutto alla sinistra umbra. Quindi chi ha sbagliato paghi. Ognuno – conclude l'esponente del PdL - faccia la sua parte nell'interesse di tutti. In caso contrario sarà chiamato a risponderne non soltanto politicamente, ma probabilmente anche amministrativamente. E chi vuol capire capisca”. RED/as